" a simple twist of fate "



quel che rimane del corpo di Lorena, affiorato dall’acqua qualche giorno fa e straziato dalla scienza, finalmente riposa nella terra. In molti sono contenti di essersi gettati questa storia alle spalle. Un delitto che non offre grosse possibilità di speculazioni politiche non è un buon investimento: l’informazione ha scelto uno sciacallaggio in tono minore, e anche al ballo mascherato dell’ovvietà si sono cimentati meno Crepet di quanto sarebbe stato logico attendersi.
Da quando anche per gli orrori è obbligatoria l’etichettatura, si è propeso per il caso isolato, per un macabro scherzo del destino, “ a simple twist of fate”, per rubare le parole al poeta di Duluth.

L’unico problema è, almeno per me, che non credo ai casi isolati.

Credo ai contesti, per quanto difficili da trovare e scomodi da accettare.

Lo spazio è tiranno, e mi obbliga a un semplice cenno su quale possano essere quelli che hanno spezzato nel modo più squallido la vita di una ragazza di quattordici anni.
In primo luogo, qual è l’immagine della donna che i media proiettano sul telo di una società incapace di creare valori, ma lesta a fare propri quelli altrui, specie se sbagliati? …gli assassini minorenni hanno usato un corpo fin che poteva far comodo alle loro pulsioni sessuali, e se ne sono sbarazzati quando questo corpo iniziava a creare dei problemi. Nessuno riesce a scorgere delle analogie con l’immagine che i media danno della donna e del suo corpo, con la visone orizzontale che pare la preferita anche da coloro che hanno in mano palinsesti televisivi e legislativi… mi fermo, per non finire io stesso a speculare, ma molti avranno compreso come intendevo continuare.
In ogni caso, se non riuscite a scorgere queste analogie, potreste essere almeno in grado di capire che se a quindici anni si diventa assassini premeditati, non si è mandanti, ma sicari al soldo di un’assoluta mancanza di quel minimo di valori e di rispetto della vita che famiglia e scuola dovrebbero essere in grado di trasmettere anche nelle lande più isolate.

Ben hanno fatto i genitori della vittima a impedire l’ingresso in chiesa a quelli degli assassini. Ben hanno fatto a non cadere nel tranello delle dichiarazioni di facciata, di chi si dice vicino a loro e a distanza incolmabile dai propri figli. Che questa gente taccia e ripensi a come li ha tirati su i propri figli, e, visti i risultati, ha da pensare e da tacere per moltissimi anni ancora.

28 commenti:

Anonimo ha detto...

L'educazione che diamo hai ns. figli da i suoi frutti..........
Da mamma atterrita posso solo dire questo, quando io avevo 15/17 anni se combinavo qualcosa ,mia mamma prima mi dava una punizione memorabile e poi mi chiedeva perchè e non come adesso che è giusto il contrario.
Ho una figlia alle elementari (5), e dopo 3/4 mesi dall'inizio delle lezioni siamo stati chiamati perchè i ragazzi combinavano vari disastri (nel gruppetto + vivace c'era anche mia figlia che candidamente mi ha detto "mamma ma la scuola deve essere un divertimento, e poi lo fanno tutti")la maestra sempre tenendusi sul vago ha presentato i vari problemi, dei 4 che combinavano danni 2 hanno smesso (a mia figlia è sicuramente passata la voglia, non mi vergogno di dirlo ha preso vari ceffoni e dato che aveva tanta energia molto lavoro da fare a casa) e due no.............
Dopo un po siamo stati richiamati e le due mamme che NON avevano ottenuto niente hanno detto :
1) Non e colpa loro.......
2) Hanno ammesso candidamente di aver firmato loro senza far sapere niente al padre "perchè fa solo scenate" (Sarà un caso ma sono entrambe divorziate)
3)La scuola deve capire di più i bambini........
4)Non si possono colpevolizzare così altrimenti finiscono dallo psicologo
Questo succedeva in 3 elementare ora in 5 uno dei due è stato espulso, ma questi da grandi come si comporteranno ????

Crocco1830 ha detto...

caro riccardo, ti scrivo questo commento con profonda rabbia. Fatta la premessa capirai il motivo. Eccolo:
un parroco della mia città, proferisce la sua predica domenicale dal suo solito pulpito, dicendo che è certamente è stato commesso un grave delitto. Però lui, il parroco, nella stessa predica si rivolge ai fedeli facendosi delle domande, del tipo: com'era vestita la ragazzina? come si comportava la ragazzina? che atteggiamenti aveva la ragazzina?
Non proseguo il commento, perchè capisci bene che correrei il rischio di inquinare questo post con un torpiloquio.

Anonimo ha detto...

Chiedersi il PERCHE' la ragazzina e i suoi assassini si comportavano in un certo modo, e non cercare una giustificazione a quello che è successo scaricando la colpa sulla donna. Ecco cosa avrebbe dovuto fare il prete. Troppo difficile cercare le reali cause di un evidente disagio comportamentale dei giovani.
Ma d'altronde lo sappiamo benissimo: fu Eva a mangiare la mela, non quel povero babbeo di adamo...

Anonimo ha detto...

A me in questa incredibile vicenda c'è una cosa che mi ha lasciato semplicemente di stucco.
Dopo aver confessato l'omicidio, uno dei ragzzi avrebbe chiesto al Giudice: "E ora, posso andare a casa?"

Ma che si dice in QUELLE case? Di che si parla?

:-(

Anonimo ha detto...

Caro Riccardo, in quanto genitore (amche se all'estero), ho letto con attenzione il tuo post e mi sono andata a spulciare la storia di Lorena, che non conosccevo. Una tua frase mi ha colpito particolarmente: "Credo ai contesti, per quanto difficili da trovare e scomodi da accettare."
Non potrei essere più d'accordo. E qui parlo di contesti sociali, più che familiari.
Le famiglie italiane hanno una tradizione di educazione a volte "soffocante" (e questo metodo ha senz'altro i suoi pro ma cionondimeno i suoi contro) e non sono convinta del tutto che l'azione di quei ragazzini (riguardo i quali non mi viene nessun aggettivo adeguato...) sia imputabile al 100% alle famiglie (da cui hanno sicuramente ricevuto la loro dose di "schiaffoni" durante la loro vita, perche` rientra nei metodi educativi di molte famiglie italiane). Il problema, come hai accennato tu, è il bombardamento mediatico che avviene in Italia di una certa "idea" di donna, di un certo "costrutto" di come dovrebbe essere una donna che scandalizza gran parte dell'europa. Scandalizza, non in termini morali, ma etici. Chiamatelo pure femminismo, non importa. Le veline, in UK e Irlanda, non sopravvivverebbero un minuto, la stazione televisiva verrebbe messa a ferro e fuoco (fisico o verbale, non importa ;)).
All'estero molti si chiedano come facciano le donne italiane a tollerare l'immagine che ne viene propagata da etere e stampa.
Non mi meraviglia che dei ragazzini post-pubescenti ritengano lo stupro e la tortura una cosa "accettabile".
Ma ci sarebbe da discuterne per pagine e pagine.

Bastian Cuntrari ha detto...

Non ci possono essere "bei commenti" a questo tragico post: quelli che ti fa piacere leggere, intendo, perché sono tutti - ovviamente - amari, tristi e quasi "rassegnati.
E non sarò da meno.
Sono contenta di non avere avuto figli: vigliaccamente, egoisticamente, sono sollevata che queste notizie spaventose non mi possano toccare quanto possano toccare un padre o una madre.
Sono sollevata di non potermi "immedesimare".
Perché già così, la συμπάθεια (sympatheia), il comune patimento è intollerabile.

riccardo gavioso ha detto...

@ anonimo: i nostri figli respirano un'aria molto inquinata, e non mi riferisco allo smog. Se non saremo in grado di fare da filtro, i rischi per loro possono diventare molto gravi. E se abbiamo dei valori, facciamo il possibile per trasmettergli senza imporglieli.

grazie della visita

riccardo gavioso ha detto...

@ crocco1830: giochetto vecchiotto e vergognoso, evidentemente ancora in voga. Un prezioso contributo per addossare a Eva la perdita del Paradiso Terrestre e la causa dei mali che affliggono la società.

riccardo gavioso ha detto...

@ betty: non avevo ancora letto il tuo commento e l'ho fotocopiato :)

a questo punto posso solo farti un saluto notturno e, come direbbe un politico, constatare l'identità di vedute

riccardo gavioso ha detto...

@ comicomix: Come sempre, hai centrato il punto. O forse il punto è: in quelle case si parla o ci si limita ad accendere la tv sui tronisti di Maria De Filippi?

Ciao Carlo

riccardo gavioso ha detto...

@ martina: hai compreso perfettamente lo spirito del mio post. La mercificazione dell'universo femminile si unisce a tristi retaggi culturali con esiti devastanti: la prima causa di morte per le donne dai venti ai quarantanni è la violenza del partner, in Europa e nel mondo. Detto questo non credo di poter aggiungere altro :(

un saluto affettuoso

riccardo gavioso ha detto...

@ lisa72: sono figli dei nostri tempi, ma prima ancora sono figli nostri. Ci osservano e ci ascoltano, e se anche noi saremo in grado di ascoltarli, sarei ottimista.

ricambio l'abbraccio, e un saluto alla tribù :)

riccardo gavioso ha detto...

@ bastian cuntrari: è giusto che i commenti siano amari, e non lo saranno mai come la vicenda cui si riferiscono.
Fa male parlarne, fa male leggerne. Tutti sembravano aver fretta di passare ad altro, e anch'io ho preferito lasciar passare un po' di giorni. Poi mi sono convinto che bisogna provarci anche quando è difficile, proprio perchè è difficile.

un saluto amaro

Anonimo ha detto...

Un post toccante, perchè tristemente vero, non mi nascondo dal dire che ho la pelle d'oca...

riccardo gavioso ha detto...

un post triste: quando la decisione di uccidere viene trasmessa tramite sms, non si può più parlare di degrado materiale, ma solo di degrado culturale. Mercifichiamo la donna, per poi stupirci che dei minori portino ad iperbole i modelli suggeriti....

ti ringrazio di cuore

Anonimo ha detto...

quelle parole hanno ridato la dimensione giusta. con quelle parole il delinquente è tornato bambino. non riesco a perdonare quanto successo, ma quelle parole a me hanno fatto ricordare l'età vera dei protagonisti. Poi è tutto vero, la famiglia scoppiata, il dover essere grandi subito, le veline ed i tronisti. Ma in quelle parole c'era un bambino, che aveva fatto un guaio...

riccardo gavioso ha detto...

con queste parole hai dimostrato la tua grande sensibilità. Il bambino che c'è dentro di noi va salvato giorno per giorno, una volta perso non ci resta che l'assassino o il mandante.

Anonimo ha detto...

;-)

riccardo gavioso ha detto...

guarda l'andamento di questo post come testimonia la difficoltà del tema trattato: mai in primo piano, ma senza un no, cosa per me del tutto inusuale. Pare quasi che la gente abbia paura di scottarsi con l'argomento...

Anonimo ha detto...

ehhhhh mica facile, lo devi ammettere. Il tuo post mi ha fatto fermare a riflettere. Queste storie mi sembrano l'altra faccia della nostra società, che scarica sui più deboli le prorie contraddizioni.

Anonimo ha detto...

Ciao Riccardo,dai spunto per continuare alcune considerazioni fatte qualche giorno fa,a proposito del contesto in cui avvengono tragedie come queste.

Considerare il contesto culturale,credo sia fondamentale e necessario per capire anche solo per un attimo,tragedie come quella in cui la piccola Lorena ha perso la vita.Se è vero che qualsiasi delittto è ignobile a prescindere,vero è che diventa insopportabile quando ne è responsabile un minore,ancor più quando fa parte di un cosiddetto branco,ancor più quando il branco si accanisce contro un suo coetaneo. Lascia sgomenti e incapaci di fornire risposte immediate,tuttavia riflettendo,penso che indirizzare l'attenzione sul loro assenteismo a scuola,sia un primo passo per capire qualcosa del tessuto sociale in cui vivono.Se sono gli stessi genitori ad incoraggiare l'assenza da scuola mettendoli a lavorare,come pretendere da loro una formazione consapevole del fatto che l'istruzione è l'anticamera per una crescita morale?

Ragazzini col mito del motorino,dei bei vestiti,dell'oggetto tanto desiderato che fa tanto figo,lo siamo stati tutti,non credo che demonizzare questi status-simbol sia il rimedio per contrastare e prevenire la pochezza umana fioriera di violenza.Credo piuttosto che sia fondamentale dosarne l'importanza ai loro occhi attraverso uno scambio di responsabilità e per ottenere questo è necessario far loro capire che l'istruzione oltre che un dovere nei confronti di se stessi,è un diritto che un domani darà loro uno strumento in più attraverso il quale potersi confrontare ad armi pari con chiunque.Quando sono i genitori per primi a latitare in questa direzione,è difficile che sia la scuola,nè tantomeno lo Stato,a sopperire.I genitori che difendono a prescindere il loro cucciolo,dimenticano quanto sia dannoso un modello nel quale un figlio vede la possibilità di uscire indenne e libero da ogni responsabilità.E i risultati spesso finiscono nella cronaca,purtroppo.

riccardo gavioso ha detto...

un'ottima analisi. Credo che i minori oggi siano esposti troppo spesso a messaggi profondamente fuorvianti e ad esempi sbagliati, specie in fatto di donne e, guarda caso, di violenza. Se viene a mancare il filtro che può offrire una famiglia attenta o un educatore all'esterno di essa, il ragazzo si aggrappa al branco per superare le proprie fragilità, innate o indotte. E il branco può arrivare a qualsiasi cosa, lo sappiamo bene... dal Veneto alla Sicilia.

una buona serata

Anonimo ha detto...

Saremmo mai capaci, di valutare, quando ce ne capita il, diritto /dovere; Di saper scegliere, fra coloro che ci rappresentano nelle istituzioni, persone che anno contribuito ad una più elevata cultura civile della società? Invece di scegliere chi, genera desideri, sogni, illusioni, arrivismo a qualunque mezzo è costo, degradando la società, con dei disvalori dell'essere umano.

riccardo gavioso ha detto...

speriamo... certo che a risalire la china ci vorrà un tempo incredibilmente lungo, e per ora stiamo andando giù che è un piacere.

zefirina ha detto...

io sono terrorizzata dall'adolescenza dei miei ragazzi, loro e i loro amici presi uno per uno sono dei bravissimi ragazzi, ma quando sono in gruppo mi viene l'ansia, anche se mio figlio continua a dirmi che un cervello ce l'ha e ragiona per conto suo

riccardo gavioso ha detto...

@ zefirina: la preoccupazione è naturale, ma chi in famiglia ha dei valori finisce per assorbirli per osmosi. Poi magari ci scappa qualche cretinata, ma quella credo che l'abbiamo fatta tutti.

una buona giornata

Franca ha detto...

Concordo in pieno e faccio mia la considerazione finale

riccardo gavioso ha detto...

@ franca: una bruttissima storia, in giorni in cui le brutte storie non mancano. Almeno servisse per riflettere...

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