
posso anche comprendere che il giorno successivo ai pranzi di Natale la lucidità di chi scrive sui giornali possa essere appannata da code digestive di abbondanti libagioni o da qualche screzio avuto con la suocera, ma questo non può certo giustificare il brillante titolo di oggi sull’ “Unità”: “Nigeria, morti tra le fiamme quaranta predoni di greggio”.
Forse sarà utile che qualcuno si rechi alla sede del quotidiano con un “Alka-Seltzer”, e ricordi al brillante autore del titolo che i feroci predoni cui fa riferimento, altro non sono che donne e bambini il cui unico mezzo di sostentamento è rischiare di morire tra le fiamme, per procurarsi qualche tanica di quell’oro nero, che la multinazionali, prima tra tutte la Shell, a loro volta gli hanno sottratto da anni.
Altrettanto utile sarebbe ricordare al “sinistro” individuo che l’estrazione indiscriminata di petrolio ha ormai irrimediabilmente trasformato le terre del Delta del Niger, inquinando le falde acquifere e il terreno con gli scarti di lavorazione e rendendo irrespirabile l’aria annerita da immense colonne di fumo tossico. Che boschi e paludi di mangrovie sono stati distrutti per far posto alle istallazioni petrolifere, e terreni fertilissimi resi sterili dai residui oleosi. Che la mortalità infantile ha raggiunto livelli impensabili anche per quei paesi e che a molti contadini non è restato che inurbarsi in immense bidonville che si specchiano nei grattaceli di Lagos, facendo della sottrazione di petrolio il loro unico mezzo di sostentamento.
Negli ultimi anni oltre duemila “predoni” sono morti nel tentativo di riprendersi quello che gli è stato sottratto dai veri predoni. Sui nostri giornali possiamo leggere degli incidenti solo quando assumono dimensioni apocalittiche, come quello di oggi o quello dello scorso anno che ha fatto oltre duecento vittime, ma la morte tra le fiamme è tributo quotidiano. Pochi sanno che le compagnie hanno distrutto interi villaggi, facendosi spalleggiare dalla polizia nel massacrare a bastonate chiunque facesse segno di opporsi. Pochi ricordano che circa dieci anni fa la giunta militare nigeriana, servendosi di un pretesto, ha fatto impiccare alcuni esponenti degli Ogoni, la popolazione che abita il delta e che aveva fondato un movimento non violento per opporsi alle distruzioni compiute della multinazionali e a tutela dell’ecosistema. Ken Saro Wiwa, leader tribale degli Ogoni, prima di essere impiccato ha detto: “ Dalla mia cella imploro la comunità internazionale degli uomini e delle donne di buon senso, di fare pressione sul governo nigeriano, affinché la Shell fermi questa carneficina, questo genocidio “.
Ora, io ho da tempo perso le speranze che un giornale di sinistra scriva qualcosa di sinistra, ma certo non avrei mai sospettato che il progressismo cui s’ispira facesse riferimento al presunto progresso che ci viene dalle sette sorelle del petrolio. Quindi lancio un’esortazione ai cari “colleghi” dell’”Unità”: prima di togliere il cappuccio, ricordarsi di connettere il cervello!
Forse sarà utile che qualcuno si rechi alla sede del quotidiano con un “Alka-Seltzer”, e ricordi al brillante autore del titolo che i feroci predoni cui fa riferimento, altro non sono che donne e bambini il cui unico mezzo di sostentamento è rischiare di morire tra le fiamme, per procurarsi qualche tanica di quell’oro nero, che la multinazionali, prima tra tutte la Shell, a loro volta gli hanno sottratto da anni.
Altrettanto utile sarebbe ricordare al “sinistro” individuo che l’estrazione indiscriminata di petrolio ha ormai irrimediabilmente trasformato le terre del Delta del Niger, inquinando le falde acquifere e il terreno con gli scarti di lavorazione e rendendo irrespirabile l’aria annerita da immense colonne di fumo tossico. Che boschi e paludi di mangrovie sono stati distrutti per far posto alle istallazioni petrolifere, e terreni fertilissimi resi sterili dai residui oleosi. Che la mortalità infantile ha raggiunto livelli impensabili anche per quei paesi e che a molti contadini non è restato che inurbarsi in immense bidonville che si specchiano nei grattaceli di Lagos, facendo della sottrazione di petrolio il loro unico mezzo di sostentamento.
Negli ultimi anni oltre duemila “predoni” sono morti nel tentativo di riprendersi quello che gli è stato sottratto dai veri predoni. Sui nostri giornali possiamo leggere degli incidenti solo quando assumono dimensioni apocalittiche, come quello di oggi o quello dello scorso anno che ha fatto oltre duecento vittime, ma la morte tra le fiamme è tributo quotidiano. Pochi sanno che le compagnie hanno distrutto interi villaggi, facendosi spalleggiare dalla polizia nel massacrare a bastonate chiunque facesse segno di opporsi. Pochi ricordano che circa dieci anni fa la giunta militare nigeriana, servendosi di un pretesto, ha fatto impiccare alcuni esponenti degli Ogoni, la popolazione che abita il delta e che aveva fondato un movimento non violento per opporsi alle distruzioni compiute della multinazionali e a tutela dell’ecosistema. Ken Saro Wiwa, leader tribale degli Ogoni, prima di essere impiccato ha detto: “ Dalla mia cella imploro la comunità internazionale degli uomini e delle donne di buon senso, di fare pressione sul governo nigeriano, affinché la Shell fermi questa carneficina, questo genocidio “.
Ora, io ho da tempo perso le speranze che un giornale di sinistra scriva qualcosa di sinistra, ma certo non avrei mai sospettato che il progressismo cui s’ispira facesse riferimento al presunto progresso che ci viene dalle sette sorelle del petrolio. Quindi lancio un’esortazione ai cari “colleghi” dell’”Unità”: prima di togliere il cappuccio, ricordarsi di connettere il cervello!
45 commenti:
Forse il cappuccio avrebbe dovuto metterselo direttamente il padre del giornalista quel giorno di tanti anni fa...
Ciao! :)
Riccardo Salmo69
Ringrazio davvero te e la tua caratteristica di non distrarti mai.
@ riccardo: bellissima! mi hai rubato un sorriso :)
@ uyulala: con lettori così preparati e attenti, è un dovere provarci.
un grazie e un affettuoso saluto
"Ho da tempo perso le speranze che un giornale di sinsitra scriva cose di sinistra"
Anch'io, accidenti!
Che tristezza...
Ciao
C.
Complimenti alla penna sempre puntuale e graffiante.
Rilancio con una domanda...
Esistono ancora giornali di sinistra e di destra? Esistono ancora partiti o schieramenti politici di sinistra o di destra?
Un saluto
Luca
Un classico esempio di cosa può "dire" e "dare" un blogger..! Molto meglio che leggere giornali con piani editoriali ben studiati e programmati. E non dimentichiamo che il "soggetto in questione" è uno tra i "meno peggio"... Grazie Riccardo. Un saluto post Natalizio. franco
@ lisa72: eh sì, una grande verità! Anche decisamente più impegnativo e più scomodo...
ricambio l'abbraccio
@ comicomix: forse sono necessari uomini in grado di capire cosa significhi essere di sinistra... e quanto a volte possa essere scomodo esserlo!
un caro saluto
tu hai girato tra la gente, io tra i titoli dei giornali, e i risultati non sono stati dei più confortanti, ma almeno qui ci sono persone in grado di comprendere
Ciao...... non sarò una cima con la penna ma quando ho finito di leggere mi è venuto uno stizzo d'ira...... il vero giornalismo non esiste piu. Ad esempio io vorrei sapere che fine ha fatto l'assassino di gabriele sandri ma non leggo piu niente in merito..... che tristezza
@ luca: bella domanda!
forse potrei rispondere che ne vedo alcuni di destra e fatico a trovarne a sinistra... o forse non li trovo come vorrei. E forse anche la distinzione è superata da un allineamento verso il basso. Mah...
ti ringrazio, e ricambio il saluto
@ newkid: caro amico, sei troppo generoso. Certo che, nel nostro piccolo, tutti noi facciamo del nostro meglio, mentre, dall'altra parte, sembra che facciano del loro peggio e spesso gli riesce benissimo.
grazie Franco, e una buona serata
@ erci: hai ragione, il vero giornalismo non esiste più, e fatica anche il giornalismo accettabile. In compenso, grazie al web ho letto dei grandissime articoli, e mi è venuto il sospetto che il buon giornalismo si sia solo spostato.
Il caso Sandri sta annegando nelle sabbie mobili delle inchieste: meriterà ancora un trafiletto quando si aprirà il processo, e uno quando si chiuderà con una sentenza.
grazie della visita
sono andato sul sito de l'unita' e... il titolo non è q1uello che scrivi..ergo.. il cappuccio dovrebbe metterlo....
@ anonimo: il titolo è stato appena cambiato, e i molti amici che sono andati a leggerlo possono testimoniare la verità di quello che ho scritto
@ anonimo: se tu uscissi dall'anonimato e fossi così cortese da lasciarmi un indirizzo di posta provvederò a mandarti, copia di Google news dove sono riuscito a pescare il titolo prima che fosse cancellato
"Ken Saro Wiwa, leader tribale degli Ogoni, prima di essere impiccato a detto:" ... per favore correggi l'orribile errore della terza persona singolare del verbo "avere" senza "h"...per il resto grande pezzo, veramente. Marco
@ marco: "orrore" corretto, grazie per la collaborazione
Speriamo sia questione di collegamento e non una nuova strategia
col prezzo cui è arrivata la benzina qualche buono potrebbe far comodo a tutti...
mi auguro anch'io che sia solo qualche residuo alcoolico da spumante nel sangue... in ogni caso gli consiglio di andare a casa a piedi :)
un saluto
Secondo me il problema è proprio quello di dover "scrivere" di destra o di sinistra. Le notizie bisognerebbe darle e basta, dicendo le cose come stanno. E vabbe', un commento un po' banale mi sa... comunque auguri e buon anno! ^^
Simone
sarà l'atmosfera natalizia che mi ha reso ingenuo, ma mi aspetterei:
" L'Unita" : Lagos, ennesima strage per la sopravvivenza
"(non scrivo il giornale, perchè oggi non ho voglia di far polemica)" : Lagos, furtunatamente sventato l'ennesimo furto dei predoni che contribuiscono a mantenere elevatissimo il prezzo dei nostri carburanti
Buon Anno anche a te, Simone. Con l'augurio che sia davvero quello buono, perchè te lo meriti!
Lagos, ennesima strage per la sopravvivenza"
Così avrebbero dovuto titolare l'articolo
forse è difficile pensare alla sopravvivenza in giorni per noi ricchi di tanta abbondanza
Il problema è che le parole più ovvie e banali sono diventate una rarità.
credo che il fuoco si sia preso la vita di parecchie persone, ma l'attenzione si sarebbe potuta focalizzare sulle ragioni di queste e di altre morti.Quante persone, fuori di qui, conoscono le ragioni per cui si muore nel delta del Niger? ...quante conoscono i misfatti delle multinazionali e del regime militare?
un caro saluto
sono d'accordo con te, appunto penso che informare, nel senso di rendere noto, al giorno d'oggi sia considerata una banalità. Per questo ritengo che le banalità, o le ovvietà legate al mestire di chi è addetto ad informare, sia diventata una rarità. Informare sui misfatti e, soprattutto fornire una informaizone costante e continua è diventato banale. La cronaca punta sul titolo ad effetto, se ne parla per qualche giorno e via...sotto con un'altra storia. Fra un mese ci si ricorderà soltanto di alcune persone morte con il fuoco. Il perchè, percome e perquando...saranno in pochi a saperlo.
Ricambio saluto
Bravo! Durante il regime di Mussolini era proprio così!Si davano le notizie(solo quelle permesse dal regime però)e nulla più.Ogni commento,a meno che non fosse a base li leccate,era vietato.E' questo che vuoi?Non è difficile,alle prossime elezioni vota berliscioni e spera che vinca.
Io non ho detto che i giornalisti debbano leccare, e anzi quelli che lo fanno sono proprio quelli schierati. Riguardo al tuo consiglio elettorale ci penserò ma non ti assicuro nulla ^^
i sinistroidi non perdono l'occasione nel far notare la loro incapacità. Ormai si stanno estinguendo, altro che PD.
Già i giornalisti si trasformano in pronisti di fronte al potere. Comunque rick il tuo post è importante perchè mette a nudo una verità che viene dimenticata o mascherata e purtroppo questo non dovrebbe succedere su un giornale di sinistra a meno che non sia allineato con tutto quel pessimo giornalismo che c'è in Italia.
Grazie comunque dell'informazione, avrei anche gradito se potevi di sapere un indirizzo e-mail dell'Unità perchè magari un "vergogna di sinistra" me lo sentirei uscire proprio dal cuore.
di vergognosi silenzi da parte dei mezzi d'informazione se ne contano a centinaia, ma quelli sui misfatti petroliferi che hanno ferito l'Africa sono stati straordinari: abbiamo saputo di più su quello che accadeva alla Lubjanka durante la guerra fredda.
Quando c'è di mezzo l'oro nero, sembra davvero che al peggio non ci sia fine.
mailto:unitaonline@unita.it
un caro saluto
scusate la mia ignoranza:ma quale Unità avete letto oggi?
edizione online:
[www.unita.it]
seconda notizia nello specchietto in breve... tra l'altro non riesco ad aprire l'articolo, e spero che almeno il contenuto sia meglio del titolo
Di destra o di sinistra non conta proprio niente, quello che conta è guardare in faccia le nude realtà, ma se poi la rabbia politica non fa vedere ad un palmo del proprio naso, ben che vada siamo nella merda.
Non è questione di sinistra o di destra perché l'una come l'altra ha le mani sporche tanto di petrolio quanto di sangue. È sempre più chiaro che questo commercio come tutti quelli che approfittano delle risorse naturale, è un commercio effimero e condannato. Con il tempo sembra anche diventare sempre più la fonte del male.
I paesi dove si sfruttano il più dal petrolio non parevano più persino evoluire. Al confronto dei paesi arabi all'epoca medievale dove si viaggerebbero allora per apprendere, fra tutte le arti, la medicina, l'astrologia ecc. e gli stessi paesi di oggi, si direbbe che sia stata inoltre una retrogradazione.
Ciò che si succede attualmente nel mondo mi sembra significato in questo proposito. Non possiamo più continuare impuniti a dipendere sui fossili naturali come se fosse un obbligo senza alcun'altra scelta.
Nella storia della vita cinquant'anni non ripresentano neanche un attimo, ma mi pare probabile che il mondo debba cambiare la sua maniera di vivere per potere meglio avanzare e anche sopravvivere, nel tal attimo prossimo.
sembra davvero che i pozzi pompino il male nascosto nelle profondità della terra.
Non è questione di destra o sinistra, è questione di preparazione professionale e sensibilità umana. Ma il peccato mi sembra più grave da parte di chi dichiara di averla nel dna.
Hai ragione, ma l'una determinerà l'altra. Sfortunatamente è prima il denaro che padroneggia, come sempre. Bisogna cominciare a riconsiderare tutto in un'altra maniera. Forse n'abbiamo già cominciato.
Buon anno!
Chi legge l'Unità deve leggere anche altri giornali.
hai ragione, ma mi pare che tutti quelli che ho visto se la siano cavata con un trafiletto
un caro saluto
Dicevo in generale, non solo sull'argomento specifico che, forse,non volendo esagerare, come spesso avviene per il giornale in questione, hanno preferito dire poco. Poi sono convinta che ogni giornale sia di parte, ma una parvenza di neutralità la devono mantenere.
Un caro saluto anche a te, che non sei di parte, penso di poter dire che metti in evidenza certe anomalie.
Valeria
IL TITOLO E' STATO APPENA CAMBIATO :)
non so se al giornale sia arrivato qualcuno di buon senso, o se qualcuno abbia scritto una mail per stigmatizzare il titolo. In ogni caso la cosa diventa interessante!
naturalmente sono subito arrivate le accuse di essermi inventato tutto, e fortunatamente sono riuscito a ripescarlo da google news prima che fosse cambiato anche lì: è a disposizione di quelli che abbiano dei dubbi
Ciao Riccardo!
off topic: ho un meme nel mio blog che vorrei passarti, ti interessa?
fammi sapere.
ciao!
Contraccambio il tuo interesse,la superficialità e la banalità non è di casa dalle tue parti,riuscire nell'intento di dare la possibilità a scrittori emergenti d'avere uno spazio è meritorio,scavalcare le lobby presenti nell'editoria è un esercizio importante,il tema da te trattato riguardante la miseria del popolo africano schiacciato dalle multinazionali è la classica firma d'una voce sensibile e libera.
Questo aspetto del plurimo incidente drammatico del popolo nigeriano mi è sfuggito.
Inserisco il tuo articolo nel mio spazio,naturalmente a tuo nome.
Alla prossima informazione libera e consapevole.
In risposta al tuo commento su rospetti e munnezza trattato da Pino Corrias.
Grazie Riccardo,non mi fare arrossire,cerco di fare semplice informazione, quella che manca diffusamente nella pseudo-informazione del nostro paese.
Ti ringrazio per l'interesse dimostrato,da concittadini felice d'averti conosciuto.
Alle prossime,Ivo.
Caro Ivo,
ti ringrazio di cuore per lo spazio che hai offerto al mio articolo sul tuo ottimo sito. Come hai giustamente sottolineato, fa rabbia vedere come si perda qualsiasi occasione di fare informazione nel nostro paese. Il web riesce in parte a sopperire, ma il suo spazio è ancora molto limitato.
A presto.
Riccardo
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