
il PD ha deciso di affrontare la questione morale, mentre il PDL non ha ritenuto opportuno farlo. E di questo gli siamo grati: non è mai bello parlare di cose che non si conoscono.
Ma torniamo al pidi-senza-elle. La questione morale, come direbbe un mio vecchio professore di latino è “vexata quaestio”, e la riunione dell’altro giorno, sa di stalla chiusa dopo che i buoi venivano già allegramente confezionati in un “Happy Meal” e serviti con le patatine. E questo perché la questione morale è essenzialmente una questione di uomini, o più precisamente di scadenti imitazioni cinesi di tale manufatto.
Facciamo due passi indietro: il governo Prodi, che come gli amici sanno, catalizzava la mia simpatia come l’idea di una cena con la Bongiorno e Ghedini nel castello di Nosferatu, aveva piedi d’argilla e propensioni suicide sublimate della nomina di uno come Mastella alla Giustizia: ossimoro che propongo di adottare come esempio in tutti i compendi di letteratura. Ma almeno i voti ceppalonici gli avevano assicurato la possibilità di governare, o di far finta di farlo, pur con una data di scadenza che superava di poco quella di uno yogurt della Lydl. Poi arriva Uolter e imbarca i mastelliani nella speranza di fare altrettanto: peccato che, vista la disfatta annunciata, almeno si poteva perdere con dignità e lasciare che Villari e affini andassero ad ingrossare la questione morale di qualcun altro. Su base locale anche peggio: collettori di voti che offrivano pacchetti elettorali all-inclusive “escussioni” comprese.
Sotto Natale non voglio annoiare troppo, e rubare tempo a voi e fatturato a quel che resta del consumismo di prammatica. Ma se qualcuno si fosse perso, voglio semplicemente dire che la questione morale è fatta di candidati, e di quelli che li candidano ben conoscendo, a differenza nostra, quale sia il valore dell’oggetto che tenteranno di rifilarci al semaforo, visto che con l’abolizione delle preferenze non possiamo nemmeno cimentarci in un “fai da te”. E ora che il PD ha fatto vela verso percentuali di poco superiori a quelli del PSDI d’antica memoria, almeno si prenda il lusso di gettare ai pesci i pescecani, e d’imbarcare qualche onesto marinaio, per continuare a patire il mal di mare, ma almeno senza dar di stomaco sulle proprie scarpe.
Dai discorsi sentiti ieri ho tratto la convinzione che ancora una volta nei loft si sia lontani dal comprendere: parole vuote, scontate, compitini fatti svogliatamente, probabilmente copiati da internet.
Ha sicuramente ragione un caro amico che ha scritto un bell’articolo su come il PD abbia ormai imboccato il viale del tramonto, anche se mi sono permesso di ricordargli che per tramontare bisognerebbe almeno essere sorti.
Ma torniamo al pidi-senza-elle. La questione morale, come direbbe un mio vecchio professore di latino è “vexata quaestio”, e la riunione dell’altro giorno, sa di stalla chiusa dopo che i buoi venivano già allegramente confezionati in un “Happy Meal” e serviti con le patatine. E questo perché la questione morale è essenzialmente una questione di uomini, o più precisamente di scadenti imitazioni cinesi di tale manufatto.
Facciamo due passi indietro: il governo Prodi, che come gli amici sanno, catalizzava la mia simpatia come l’idea di una cena con la Bongiorno e Ghedini nel castello di Nosferatu, aveva piedi d’argilla e propensioni suicide sublimate della nomina di uno come Mastella alla Giustizia: ossimoro che propongo di adottare come esempio in tutti i compendi di letteratura. Ma almeno i voti ceppalonici gli avevano assicurato la possibilità di governare, o di far finta di farlo, pur con una data di scadenza che superava di poco quella di uno yogurt della Lydl. Poi arriva Uolter e imbarca i mastelliani nella speranza di fare altrettanto: peccato che, vista la disfatta annunciata, almeno si poteva perdere con dignità e lasciare che Villari e affini andassero ad ingrossare la questione morale di qualcun altro. Su base locale anche peggio: collettori di voti che offrivano pacchetti elettorali all-inclusive “escussioni” comprese.
Sotto Natale non voglio annoiare troppo, e rubare tempo a voi e fatturato a quel che resta del consumismo di prammatica. Ma se qualcuno si fosse perso, voglio semplicemente dire che la questione morale è fatta di candidati, e di quelli che li candidano ben conoscendo, a differenza nostra, quale sia il valore dell’oggetto che tenteranno di rifilarci al semaforo, visto che con l’abolizione delle preferenze non possiamo nemmeno cimentarci in un “fai da te”. E ora che il PD ha fatto vela verso percentuali di poco superiori a quelli del PSDI d’antica memoria, almeno si prenda il lusso di gettare ai pesci i pescecani, e d’imbarcare qualche onesto marinaio, per continuare a patire il mal di mare, ma almeno senza dar di stomaco sulle proprie scarpe.
Dai discorsi sentiti ieri ho tratto la convinzione che ancora una volta nei loft si sia lontani dal comprendere: parole vuote, scontate, compitini fatti svogliatamente, probabilmente copiati da internet.
Ha sicuramente ragione un caro amico che ha scritto un bell’articolo su come il PD abbia ormai imboccato il viale del tramonto, anche se mi sono permesso di ricordargli che per tramontare bisognerebbe almeno essere sorti.