
non si vedrà dalla luna come quello cinese, la sua caduta non verrà celebrata da uno dei concerti più spettacolari della musica rock come quello di Berlino, ma nel nostro piccolo, anche l’Italia ha ora il suo bel muro.
Il suo nobile scopo è quello di tenere separati gli studenti adulti del CTP che stanno imparando la lingua italiana dai bambini italiani che stanno facendo la stessa cosa, entrambi nella scuola Diego Valeri di Padova. Per alcuni genitori era già molto seccante il fatto che gli stranieri si servissero dello stesso atrio dei loro infanti, e quando a tanto ardire si è aggiunto il folle gesto di un ragazzo cingalese di diciott’anni, che ha scattato una foto ricordo della scuola per inviarla ai parenti lontani, puntando il telefonino in direzione di un bimbetto delle elementari, le richieste di intervento delle autorità scolastiche e costituite si sono fatte talmente pressanti che, i primi hanno fatto montare il divisorio nell’atrio e i secondi si sono presentati in assetto di guerra pronti a sguinzagliare per la scuola i cani anti-droga.
A nulla sono valse le lacrime del ragazzo, dopo che ci si è premurati di spiegargli la violenza e l’arroganza del suo gesto, i genitori non si sono lasciati commuovere e hanno rilanciato chiedendo soluzioni ancora più drastiche.
Naturalmente la cosa non poteva non essere strumentalizzata e ai genitori non sono state risparmiate le accuse di razzismo.
Io, invece, vorrei tranquillizzare queste care persone, e far sapere loro che io non li reputo razzisti, ma solo ben più miseri imbecilli.
Più precisamente selvaggi: magari selvaggi forniti di Porsche Cayenne, pur sempre selvaggi. Selvaggi, a tal punto selvaggi, da assumere gli stessi comportamenti degli abitanti del cuore dell’Amazzonia davanti ad un obbiettivo, fino alla paura che una fotografia possa rubare l’anima ai piccoli della tribù. E ovviamente ipocriti, cosa che ben si addice agli imbecilli, meno ai selvaggi. Mi giocherei qualcosa sul fatto che se avessi la possibilità di pettinare le loro belle famiglie come le frange di un tappeto, non mi sfuggirebbe il nodo di un qualche parente più o meno prossimo che si diletti di turismo sessuale, magari infantile, proprio nei paesi da cui sono arrivati gli studenti che con la loro presenza sporcano gli immacolati grembiulini dei loro pargoletti.
Purtroppo il mondo è pieno di muri… e di imbecilli.
E il termine “xenofobia” teniamolo buono per qualcosa di più serio.