
Nel nostro salotto offriamo un caffè a scrittori emergenti o esordienti. Facciamo accomodare lettori in cerca di alternative all'editoria tradizionale. Ma i posti migliori, quelli vicino al caminetto, sono riservati per le persone che credono come noi che la penna sia la più nobile delle armi bianche. Accomodatevi... quanto zucchero?
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iodio, ionio? …no, stronzio!

che bello vivere in un paese finalmente attento ai temi dell’ecologia e sensibile alle politiche ambientali.
Grazie alla lungimiranza della nostra classe politica potremo finalmente vedere il verde tornare a lussureggiare e a rimpossessarsi degli spazi per anni inopinatamente sottrattogli. Ancora qualche giorno di pazienza e anche per il giudice Clementina Forleo, come già accaduto al collega De Magistris, si prospetta un trasferimento d’ufficio per “incompatibilità ambientale”.
In effetti, era ora di finirla con i pubblici ministeri che inquinano.
Era ora di dire basta ai magistrati che infangano l’immagine di specchiata moralità di integerrimi uomini politici spingendosi ad adombrare interessi lontani da quelli dei cittadini che accudiscono con tanta dedizione. Basta a chi tenta di inquinare le falde acquifere dei bacini elettorali di ministri che della giustizia hanno fatto la loro missione oltre che il loro dicastero. Basta a chi costruisce castelli di accuse, magari fondate, ma in violazione delle più elementari norme di edilizia. Basta a chi getta cemento sulle legittime aspettative di poter gestire fondi della comunità nell’interesse della propria comunità o di quella più piccola rappresentata da se stessi e dalla propria famiglia.
Ma soprattutto è giunta l’ ora di fermare chi ha avuto l’ardire di presentarsi in televisione a lavare panni sporchi, quando si sa bene che i panni sporchi si devono lavare senza detersivo e soprattutto in famiglia.
Ringraziamo, quindi, i supremi organi della magistratura per la doverosa opera di pulizia interna cui si sono dedicati, e per averla intrapresa in questi mesi autunnali senza procrastinarla ai canonici mesi primaverili.
Grazie!
Non sentite quest’aria nuova che si respira nel paese… iodio, ionio? …no, stronzio!
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Rosy Bindi: cronaca di una morte Annunziata

Spero che a qualcun altro domenica sia capitato di vedere su raitre Rosy Bindi intervistata da Lucia Annunziata sul caso Mastella-DeMagistris: lo spettacolo indubbiamente valeva il biglietto.
La Bindi si è accomodata di fronte alla giornalista, e immaginando che le cose potessero mettersi male, ha assunto un’espressione fiera e impavida, come rediviva Pulzella d’Orleans pronta alla battaglia.
Le conferme dei suoi timori non sono tardate ad arrivare, e l’Annunziata, dopo una breve introduzione, ha tirato il suo affondo chiedendole se stesse dalla parte di Mastella o di De Magistris. La Bindi non è parsa scossa, e ha tentato un diversivo in politichese su ruoli e mansioni di ministri e magistratura, ma l’Annuziata l’ha subito incalzata riportandola all’ovile della domanda di partenza. La Bindi, stretta in angolo, non s’è persa d’animo, e serrata la mascella, come novello San Pietro ha ribadito per ben tre volte che stava con Mastella, ma anche con De Magistris, riportando alla mente di tutti un Crozza che imitava il vincitore delle recenti primarie, e facendo una discreta pubblicità al mio articolo sull’ossimoro ancora fresco di stampa, e per la quale ovviamente ringrazio.
L’Annunziata decide d’infierire sul cadavere politico e sottolinea la triplice affermazione della Bindi. Questa, ormai con un’espressione che più che la pulzella ci ricordava un Fieramosca sconfitto in battaglia, e sempre in attesa che il gallo si decidesse a cantare, per altre tre volte ci fa sapere che lei, in realtà, non sta né con Mastella né con De Magistris. L’Annunziata concede al vinto l’onore delle armi, e conduce la conversazione verso pelaghi più tranquilli, temendo per l’incolumità fisica dell’intervistata che iniziava a dimostrare una preoccupante fissità dello sguardo.
Una breve considerazione su quanto avvenuto: la Bindi, che doveva arginare lo strapotere del Ualter e rappresentare la novità delle primarie e del nascente PD, mi sembra nuova come la stampa ingiallita di una cittadella fortificata… tanto per restare in tema; inoltre temo si sopravvaluti, se ha pensato di poter rimediare una figura passabile partendo da certi presupposti.
Quali presupposti?
Questi: un giudice conduce una scomoda indagine che vede coinvolti il primo ministro e quello della giustizia su brutte storie di fondi sottratti alla collettività, e il ministro della giustizia prova a scippargli l’inchiesta. Fallito il tentativo, lo reitera sostenendo che il giudice che ha resistito allo scippo ormai non è più in grado di giudicare serenamente, e il procuratore generale ammette serenamente che la serenità è andata a farsi benedire, e toglie l’inchiesta al sostituto per avocarla a sé.
Quindi, nel caso aveste un giudice che da anni vi sta alle calcagna come nemmeno un rottweiler sa fare, ormai liberarsene è un gioco da ragazzi: scoprite dove posteggia la macchina e rigategliela. Poi presentate un’istanza al procuratore capo sostenendo che il magistrato è mosso da spirito di vendetta e non è più in grado di giudicare con imparzialità.Il meccanismo, ovviamente, è reiterabile fino al prossimo indulto!
La Bindi si è accomodata di fronte alla giornalista, e immaginando che le cose potessero mettersi male, ha assunto un’espressione fiera e impavida, come rediviva Pulzella d’Orleans pronta alla battaglia.
Le conferme dei suoi timori non sono tardate ad arrivare, e l’Annunziata, dopo una breve introduzione, ha tirato il suo affondo chiedendole se stesse dalla parte di Mastella o di De Magistris. La Bindi non è parsa scossa, e ha tentato un diversivo in politichese su ruoli e mansioni di ministri e magistratura, ma l’Annuziata l’ha subito incalzata riportandola all’ovile della domanda di partenza. La Bindi, stretta in angolo, non s’è persa d’animo, e serrata la mascella, come novello San Pietro ha ribadito per ben tre volte che stava con Mastella, ma anche con De Magistris, riportando alla mente di tutti un Crozza che imitava il vincitore delle recenti primarie, e facendo una discreta pubblicità al mio articolo sull’ossimoro ancora fresco di stampa, e per la quale ovviamente ringrazio.
L’Annunziata decide d’infierire sul cadavere politico e sottolinea la triplice affermazione della Bindi. Questa, ormai con un’espressione che più che la pulzella ci ricordava un Fieramosca sconfitto in battaglia, e sempre in attesa che il gallo si decidesse a cantare, per altre tre volte ci fa sapere che lei, in realtà, non sta né con Mastella né con De Magistris. L’Annunziata concede al vinto l’onore delle armi, e conduce la conversazione verso pelaghi più tranquilli, temendo per l’incolumità fisica dell’intervistata che iniziava a dimostrare una preoccupante fissità dello sguardo.
Una breve considerazione su quanto avvenuto: la Bindi, che doveva arginare lo strapotere del Ualter e rappresentare la novità delle primarie e del nascente PD, mi sembra nuova come la stampa ingiallita di una cittadella fortificata… tanto per restare in tema; inoltre temo si sopravvaluti, se ha pensato di poter rimediare una figura passabile partendo da certi presupposti.
Quali presupposti?
Questi: un giudice conduce una scomoda indagine che vede coinvolti il primo ministro e quello della giustizia su brutte storie di fondi sottratti alla collettività, e il ministro della giustizia prova a scippargli l’inchiesta. Fallito il tentativo, lo reitera sostenendo che il giudice che ha resistito allo scippo ormai non è più in grado di giudicare serenamente, e il procuratore generale ammette serenamente che la serenità è andata a farsi benedire, e toglie l’inchiesta al sostituto per avocarla a sé.
Quindi, nel caso aveste un giudice che da anni vi sta alle calcagna come nemmeno un rottweiler sa fare, ormai liberarsene è un gioco da ragazzi: scoprite dove posteggia la macchina e rigategliela. Poi presentate un’istanza al procuratore capo sostenendo che il magistrato è mosso da spirito di vendetta e non è più in grado di giudicare con imparzialità.Il meccanismo, ovviamente, è reiterabile fino al prossimo indulto!
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Dei commenti postati risponderanno i loro autori, davanti a Dio sicuramente, davanti agli uomini se non hanno un buon avvocato. In ogni caso, non il sottoscritto.
Le immagini presenti sulla Penna che graffia sono state in larga parte prese da Internet e valutate di pubblico dominio. Se gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarmelo e provvederò prontamente alla loro rimozione... quella degli autori, ovviamente!
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