Visualizzazione post con etichetta Reggia di Venaria. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Reggia di Venaria. Mostra tutti i post

piemontese falso e cortese


Piemontesi e lombardi, per quanto limitrofi, son diversi. Non c’è niente da fare.

Se un lombardo è razzista e s’imbatte in un extracomunitario, bofonchia :“cibo per tonni”; se la stessa cosa capita a un piemontese, scrive una bella lettera a “Specchio dei Tempi” iniziandola con l’affermazione: “ Pur non essendo razzista…”. Se il primo legge questo mio articolo sbotta: “Te se propri un pirla!”, il secondo alza un sopracciglio e dice: “ma Lei diceeee…” (“Lei” rigorosamente maiuscolo).

«Mi sono presentata alla biglietteria della Reggia di Venaria, storica residenza di Casa Savoia e mi ha colpito non poco notare — ha scritto una visitatrice torinese — che fosse presidiata da due donne islamiche, una addirittura con il velo in testa (n.d.r. la prima era calabrese, ma è possibile che esistano anche calabresi musulmane, naturalmente). Non sarebbe più corretto che il personale indossasse abiti d'epoca dei Savoia? Quella presenza, invece, era decontestualizzata, fuori posto».
(n.d.r. prego notare il “non poco” e il “presidiata”, oltre, naturalmente, al “decontestualizzata” che rappresenta un capolavoro degno di essere esposto tra i tesori della Reggia insieme ai sottaceti di colui che la signora sarebbe stata commossa “non poco” dal trovare a presidiare “casa sua”).

Fabrizio Del Noce, ex direttore di RAI1 e ora presidente del consorzio che amministra la Reggia (poi non si dica che il riciclaggio avviene solo verso la Campania) ci invita a rispettare l’opinione della signora e nega che contro la ragazza marocchina si faccia del razzismo spicciolo. Ma i compagni di lavoro di Yamna raccontano di diversi episodi: “Torna a casa tua”; “Quel velo è una provocazione, sono tutti terroristi” e lamentele quotidiane. “Spesso capita che qualcuno, per non acquistare il biglietto da Yamna, cambi fila”. E reagiscono indossando a loro volta il velo per protesta, coinvolgendo tutto il personale, una settantina di persone.

Conclusioni.

Sostanzialmente due: nonostante il Regno fosse di Piemonte e di Sardegna, il nostro è paese molto severo coi veli indossati in Piemonte, e molto indulgente con quelli non indossati in Sardegna. E se la madre dei cretini è sempre gravida, una volta sgravatasi trova sempre qualcuno che tende una mano soccorrevole ai suoi manufatti… tipo la signora Rodotà che, sempre con squisita cortesia piemontese, tiene a ricordare ai colleghi solidali che il velo non è simbolo religioso, ma pietra d’angolo della sottomissione ai maschi di casa: voglio solo sperare che la Rodotà non ci regali un altro prezioso editoriale per spiegarci che quella di capodanno è stata una pietra miliare della storia dell’emancipazione femminile.

Se poi qualcuno avesse ancora dei dubbi sul perché le prossime elezioni che vincerà la sinistra minimo saranno planetarie…
Creative Commons License Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

disclaimer

questo sito viene aggiornato alla sanfasò, quindi senza alcuna periodicità, e non rappresenta una testata giornalistica, nè ci terrebbe a rappresentarla. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001.
Dei commenti postati risponderanno i loro autori, davanti a Dio sicuramente, davanti agli uomini se non hanno un buon avvocato. In ogni caso, non il sottoscritto.
Le immagini presenti sulla Penna che graffia sono state in larga parte prese da Internet e valutate di pubblico dominio. Se gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarmelo e provvederò prontamente alla loro rimozione... quella degli autori, ovviamente!