
sono solo un mattone.
Un mattone che fa parte di un muro molto lungo.
Non so quanti siamo. La funzione è il ricordo, e dovremmo essere trentamila.
Non sono carico di storia come le pietre che compongono il selciato di una piazza nel centro della città. Ma conosco la storia.
La storia di questa terra di cui sono fatto, la storia che ci siamo lasciati alle spalle.
La storia che ha trasformato queste donne.
E le donne arrivano.
I capelli sono bianchi, nascosti da panuelos. Una volta fasce dello stesso colore. Ora foulard, ora un simbolo.
Sono poche e faticano ad arrivare.
Mi guardano e si appoggiano a me, vinte dal ricordo o da una vecchiaia che è arrivata presto.
Sono poche e vecchie le madri di Plaza de Majo.
Piegate dalla storia e mai vinte dalla storia. Ora piegate dagli anni.
Hanno occhi freddi le madri di Plaza de Majo. Freddi e asciutti.
Induriti da una battaglia durata per anni, e resi sterili dagli anni.
Quasi vecchi anche i loro figli e le loro figlie.
Se avessero vissuto quella vita che gli è stata rubata.
Straziata.
Gettata viva da un aeroplano in un fiume.
Il ventri squarciati perché non tornassero a galla.
I voli della morte.
Non riesco a capire, sono solo un muro. Un muro che sostiene le madri di Plaza de Majo.
Avessi la parola, non saprei cosa dire loro. Il tempo e la storia le hanno lasciate indietro, ormai liberate anche dagli aguzzini. Sole con i loro ricordi e coi ricordi che non hanno mai avuto.
Il tempo se le prenderà, e rimarrò io a tener viva la memoria.
Almeno fin che il tempo non cancellerà anche me.
34 commenti:
Struggente.
Ti lascia dentro la sensazioni del ruolo prezioso della memoria, della testimonianza, in questi tempi troppo veloci in cui la storia viene trattata da cronaca e la cronaca..lasciamo perdere, sennò graffio io.
Mi hai fatto ritornare in mente un fumetto straordinario, l'Eternauta di Hector Oesterheld e Solano Lopez
Stupendo.
Struggente.
Ti lascia dentro la sensazioni del ruolo prezioso della memoria, della testimonianza, in questi tempi troppo veloci in cui la storia viene trattata da cronaca e la cronaca..lasciamo perdere, sennò graffio io.
Mi hai fatto ritornare in mente un fumetto straordinario, l'Eternauta di Hector Oesterheld e Solano Lopez
Stupendo.
Bravo! Che altro dire? ;-)
ma sei pure un poeta??? Bellissimo il post di oggi e non è poi tanto vero che non graffia ;)
@ comicomix: caro amico, come vedi (anzi come vedo io dai NO pronti ad arrivare) la memoria da fastidio. Saluto il generale Videla e lo invito a votare no anche al mio precedente articolo che non ne ha ancora presi, e non sia mai detto.
ti ringrazio molto, e vado a curiosare i tuoi preziosi link... Spero vada meglio? ...un saluto
Sono le rare occasioni in cui mi dispiace di non avere 10 account "alternativi" per votare 10 volte una notizia. :-(
Il generale Videla lo ricordo, tronfio e con una faccia che preferisco non definire, durante la finale dei mondiali del 1978.
Mi viene ancora la rabbia, a ripensarci.
Curiosa nei link, se non conosci l'Eternauta te lo consiglio vivamente.
Una storia profetica (in tutti i sensi, Hector Oesterheld è uno dei desaparecidi) sul valore della giustizia, della libertà, degli affetti.
Quello, insomma, che ci rende uomini e che le dittature ci rubano.
Un sorriso mattutino
Mister X di Comicomix
Va un po' meglio, grazie.
@ pibua: io posso solo dire grazie!
@ lisa72: cara amica, quanto hai ragione: memoria breve e molto selettiva...
un abbraccio
@ danielemd: grazie! ...ma è solo prosa, con qualche "a capo" un po' particolare.
La memoria... a volte penso che lo spazio che abbiamo a disposizione per i ricordi non sia illimitato e che per questo dobbiamo fare molta attenzione per non riempirlo di inutili sciocchezze...
Grazie per questo tuo contributo per una "buona memoria"...
Paola
in questo caso un muro che non divide ma accomuna, l'altra sera su rai tre c'era un processo dove parlavano le madri dei desaparecidos, anzi dei bambini sottratti alle vere madri e dati in adozione a ricche famiglie argentine
inquietante
Davvero un post intenso. io vorrei anche ricordare quelle che in una mia poesia chiamai "Las Abuelas de la libertad" ossia le nonne di plaza de mayo che videro portarsi via figlie e nipoti e che hanno lottato per sapere la verità e conoscere quale fine abbiano fatto le loro persone care.
Mi colpi un docuementario dove alcune di loro raccontavano come , i veri nemici, venivano a portar via i loro figli come se nemici veri, invecem fossero queste famiglie indifese.
Bravo Riccardo ad avaer ricordato questo mattone di un muro che non dobbiamo dimenticare mai.
@ paola: davvero una bellissima riflessione!
...grazie a te.
appena ho un secondo, ti aggiungo al mio blogroll
@ zefirina: dopo tanti anni casi umani come quelli sono drammatici, e sembra che molti rifiutino d'incontrare le famiglie d'origine.
un caro saluto
@ daniele: la memoria purtroppo degenera fisologicamente, ecco il senso di passarla, salvarla, e se possibile salvaguardarla.
Se mi lasci il link alla tua poesia, l'inserisco volentieri.
una buona serata
Ellas danzan con los desaparecidos
Danzan con los muertos
Danzan con amores invisibles
Con silenciosa anustia
Danzan con sus padres
Con sus hijos
Con sus esposos
Ellas danzan solas
Danzan solas
Loro ballano con gli scomparsi
Loro ballano con i morti
Loro ballano con amori invisibili
Loro ballano con silenziosa angustia
Ballano con i loro padri
Ballano con i loro figli
Ballano con i loro sposi
Loro ballano sole
Ballano sole
molto bella... donde?
un caro saluto
They Dance Alone" di Sting
dall'album "Nada como el sol" del 1988
(come eravamo giovani allora...)
Purtroppo, pochi convivono con la memoria.
Molti l'accantonano per far spazio alla frenesia di un nuovo spesso vuoto ed inutile.
Molti la cancellano quale ostacolo ad una vita lontana dalla realtà sociale in cui vivono.
parole molto belle... e qualcuno prova a cancellarla per poter riscrivere sulla lavagna.
Caro Riccardo hai toccato un argomento (come tutti gli altri che tocchi tra l'altro)che mi sta molto a cuore. La memoria si cancella quando non c'è nessuno più a testimoniare. E le madri dei desaparecidos sono ingoiate dal tempo, fagocitate da questo mondo insensibile che ingoia tutto e dimentica.
Parecchi anni fa ho conosciuto una coppia di argentini, lui musicista jazz che erano fuorusciti dal loro paese, mi hanno fatto partecipe dell'orrore della dittatura e del massacro della loro generazione. So che si trasferirono in Italia ma non credo che abbiano dimenticato il terrore e l'orrore che hanno provato per se stessi e per gli amici e i parenti arrestati e scomparsi.
Mi chiedo com'è possibile che conoscendo una simile verità si possa relegarla in un angolino della memoria e si possa convivere bene con una società che tende a ripetere gli obbrobri gia commessi. La conoscenza dovrebbe stimolare i nostri anticorpi contro il virus della sopraffazione e non diventare l'alimento principale della nostra sclerosi. Avete mai pensato nella recente storia del mondo il valore simbolico e a volte atroce di un muro?
Come dice Carlo i sorrisi a volte sono impossibili.
e c'è anche chi si deve fare carico di una doppia memoria:
[www.peacereporter.net]
e per ogni muro che si abbatte, spesso ne sorge un altro: ogni riferimento alla palestina è ovviamente voluto.
grazie, e un caro saluto
Non è male la questione legata ai nostri governi e a quella della chiesa di fronte al dramma dei desaparecidos.
La signora Jarach sta lanciando un bel sasso....
Grazie per l'approfondimento. Ricevo anch'io peacereporter, ma non ho mai il tempo di leggerlo.
Caro amico, ormai abbiamo raggiunto una sintonia perfetta. E' sufficiente che io valuti la possibilità di affrontare un argomento per ritrovarlo ottimamente articolato sul tuo blog:) Colgo altresì occasione per segnalare che sabato prossimo alle 23,40 su rai 3 va in onda una puntata dedicata alle madri Plaza de Majo.
Un caro saluto
bisognerà studiare più attentamente questo fenomeno :) e grazie mille della segnalazione
un caro saluto anche a te
Notte fonda, ma per chi è interessato, il problema non esiste.
La fornace "della memoria" è sempre in azione, a getto continuo in ogni parte del globo, sforna mattoni per ricordare mille x mille x mille persone che ,causa l'ingordigia e bramosità degli eventi in continuo movimento dopo pochi attimi i più scordano cosa,come,perchè è successo e che cosa rimane a ricordare la lora storia finita così tragicamente.
davvero molto bella l'espressione "fornace della memoria": unomini traformati in cenere, uomini trasformati in mattoni.
Un amica nel blog mi ricorda le vicende di quei bambini, figli di desaparecidos, strappati alle madri e affidati a ricche famiglie argentine. Dovrebbero essere circa cinquecento, e grazie alla mappatura del DNA, una settantina sono stati identificati.
Si ,alcuni sono stati identificati, ma sembra che non vogliano conoscere le loro origini , le nonne e la madre naturale.
Dovrebbero essere di circa trent'anni, e sono stati adottati da famiglie facoltose. Chissà mai che un giorno , uno di quei ragazzi si scopra un pò più di sensibilità e provi a cercare le proprie origini.
certamente non sono storie facili, ma un po' più di sensibilità non guasterebbe.
un saluto
Sai Ricccardo,
più che una riflessione sulla memoria, il tuo articolo mi ha suscitato una riflessione su quanto gli "oggetti, le "cose" a volte parlino e dicano molto più degli esseri umani...
In apparenza freddi e neutri, in realtà pronti a raccontarti storie di gioia e dolore, di vita e di morte.
Il problema è che chi deve ascoltare è umano, e non sempre gli uomini hanno le orecchie aperte (o forse sarebbe meglio dire...il cuore?)
Un abbraccio Sara :-)
sarà forse per quello che ad alcuni oggetti siamo affezionati come fossero persone.
ricambio il tuo abbraccio :)
Quanti i fatti di cui dobbiamo tenere viva la memoria fino a quando non sapremo la verità e con essa avremo finalmente giustizia!
@ franca: sembra che in Argentina qualcosa si stia muovendo. Purtroppo rimestare nel dolore spesso ne produce di nuovo. Vedi le storie dei bambini affidati alle famiglie, che non vogliono neppure conoscere quelle d'origine...
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