il sergente Santos Cardona, tristemente noto al mondo per essere stato il torturatore cinofilo di Abu Ghraib, è morto in Afghanistan dove, radiato dall’esercito si era recato in veste di contractor. La sua compagna ci fa sapere che era in quella martoriata terra folgorato dal pentimento sulla strada della Corte Marziale, e noi potremmo anche mollare il guinzaglio al nostro cinismo e gingillarci di vocabolario con termini come espiare e spirare.
Ma sarebbe sbagliato.
Cardona ha pagato con la vita il prezzo della sua triste ed emblematica storia, mentre quelli che hanno allestito il teatrino dove il nostro “eroe” ha recitato la sua squallida parte, si godono una lauta pensione crogiolandosi al sole di qualche ranch di lusso, avendo rinunciato ad un tour mondiale di conferenze e alla pregevole collezione di scarpe che ne sarebbe derivata.
Ma si sa, gli uomini sono piccoli o sono grandi, ed è proprio di quelli piccoli l’accontentarsi di meschine nemesi raccattate dal cestone delle offerte della Storia.
E credo che agli Italiani convenga provare ad essere grandi: di uomini piccoli ne abbiamo fin sopra i cappelli (sì, con due “p”).
Ma sarebbe sbagliato.
Cardona ha pagato con la vita il prezzo della sua triste ed emblematica storia, mentre quelli che hanno allestito il teatrino dove il nostro “eroe” ha recitato la sua squallida parte, si godono una lauta pensione crogiolandosi al sole di qualche ranch di lusso, avendo rinunciato ad un tour mondiale di conferenze e alla pregevole collezione di scarpe che ne sarebbe derivata.
Ma si sa, gli uomini sono piccoli o sono grandi, ed è proprio di quelli piccoli l’accontentarsi di meschine nemesi raccattate dal cestone delle offerte della Storia.
E credo che agli Italiani convenga provare ad essere grandi: di uomini piccoli ne abbiamo fin sopra i cappelli (sì, con due “p”).