qualche anno fa, il grande Dino Buzzati ci raccontava di una casa costruita in quella che allora era la periferia di Milano. Gli appartamenti erano dotati di tutti i confort e i prezzi erano incredibilmente convenienti, tanto che tutti si chiedevano quale fosse il difetto occulto della costruzione. Quelli che l’andarono ad abitare rimasero stupiti: si aspettavano di scoprire che qualcosa non andava, e finirono per constatare che tutto funzionava a meraviglia.
Ma la notte della vigilia, con orrore, si resero conto che la casa era assolutamente impermeabile all’atmosfera natalizia e che quello era il difetto che avevano a lungo cercato.
Purtroppo ci sono altre case come quella di via Ventilabro.
Case in cui dolori passati o recenti si sono addossati a porte e finestre per impedire all’atmosfera natalizia di penetrare. Case in altri continenti in cui il Natale non è ospite atteso, e case in cui il Natale busserà con discrezione, povero e autentico, come povero e autentico era il luogo che lo ha generato. E case in cui chi dovrebbe portare il Natale, sfonderà la porta con un calcio, e in mimetica e con le armi spianate, sarà ben poco credibile come ambasciatore di pace e fratellanza.
Ma ci sono altre case senza Natale, semplicemente perché il Natale non andrà a bussare alle loro porte.
Il Natale non busserà alla porta di una grande casa bianca, tanto da esserla per antonomasia. Attraverserà il giardino, si ricorderà che qualche mese prima su quel prato per tradizione è stato graziato un tacchino, mentre appena più in là della stessa magnanimità non vi è traccia quando si tratta di salvare migliaia di uomini da morte o da orrende mutilazioni, e tornerà sui suoi passi.
Sorvolerà senza fermarsi anche Rio de Janieiro, non riuscendo a comprendere come gli stessi uomini che hanno eretto quell’enorme Cristo Redentore abbiano intriso del sangue di parecchi ninos i gradini di quella piccola chiesa che la statua pare fissare con muto atto d’accusa.
Il Natale si terrà alla larga anche dalla Birmania. Il suo messaggio di pace potrebbe essere ben compreso dai tanti che hanno fatto della spiritualità la propria vita, ma suonerebbe come una provocazione nei palazzi di chi sta ammassando oro nero e rubini.
Sempre di fretta e senza fermarsi passerà davanti alle sfavillanti vetrine di Hermes, di Vuitton e di Cartier: quelle non sono case, quelle sono maisons.
E giunto in Italia preferirà ignorare le dimore di molti individui. Sa che gli orchi abitano le caverne, e che dalle case che frequentano qualsiasi gioia è stata strappata dalle radici.
Ma si terrà lontano anche da sei case della mia città. Non riuscirebbe a vincere l’imbarazzo davanti a chi ha perso i propri cari, divorati dal fuoco, mentre cercavano di concludere la dodicesima ora di straordinario per rendere più lieto il Natale della propria moglie e dei propri figli.
(l'immagine è quella di Mr. Scrooge)