generazione di fenomeni



credo che molti abbiano avuto modo di leggere la notizia che a Pieve di Soligo, in due istituti scolastici, si sono tenute le elezioni per proclamare il sindaco dei ragazzi. E che le stesse sono state annullate per brogli, in quanto il ragazzo risultato vincitore aveva promesso ai compagni, in cambio dei voti, soldi, merendine e ricariche telefoniche. Molti dei bambini, dieci undic’anni, avevano accettato la proposta, inficiando il risultato delle elezioni che verranno ripetute la prossima settimana.
Potremmo liquidare il tutto con un sorriso, pensando a quanti soldi potremmo risparmiare se alle prossime elezioni amministrative il voto fosse condizionato da qualche “Fiesta” o da qualche “Tronky”. Potremmo anche invitare gli insegnanti ad essere più chiari nell’assegnare i compiti ai ragazzi: ormai le ricerche si fanno in internet, e può anche capitare che quella su Achille, invece del Pelide eroe greco, restituisca come risultato quello dell’italico Lauro, altrettanto mitico inventore del voto di scambio, con la storia della scarpa sinistra prima delle elezioni e la destra dopo.
Oppure potremmo rifletterci sopra, e chiederci come a dieci anni sia possibile trovare un candidato di tal fatta e un buon numero di elettori alla sua altezza. E qualche considerazione seria potrebbe anche saltar fuori.
Da sempre i bambini sognano di diventare ragazzi, e questi di diventare adulti, ma bisogna riconoscere che negli ultimi anni i primi a voler fare dell’infanzia un “Bignami” sono proprio molti genitori. Se frequentate ambienti sportivi, avrete visto con quanta ostinazione troppi padri si diano all’allevamento del campioncino, con metodi e modi che ricordano in peggio quelli della ex-DDR. Altri preferiscono instradarli su precoci percorsi intellettuali che invogliano la Disney ad un edizione a fumetti dell’ “Ulisse” di James Joyce. E se nel percorso formativo spunta casualmente la politica, già m’immagino il genitore che risponde al figlio con un sorrisino smaliziato: “ Ma vuoi proprio sapere come si fa a diventare sindaco? “.
Ora, resto in attesa delle smentite da parte degli interessati, dell’articolo di Attivissimo che ci dica che trattasi di ennesima bufala e dell’intervento di un personaggio che dopo aver ricordato agli astanti che anche lui è stato ragazzo e, nel tentativo di sottrarre futuri lupetti ai Boys Scout, specie adesso che Casini si è comportato così male, parli dell’ennesima congiura delle toghe rosse contro i suoi futuri elettori.
Ai protagonisti della vicenda non mi resta molto da dire, tranne che rinnovare l’invito a riprendersi la propria adolescenza e a macchiarsi i jeans con il fango di una scampagnata… per quello della politica c’è ancora tempo.A chi mi legge, invece, voglio proporre una scommessa: a quanto mi date il nome del sindaco di Pieve tra una ventina d’anni?

22 commenti:

Anonimo ha detto...

I "valori" (???) di cui è intrisa l'Italia di inizio millennio (ma anche della fine del secolo scorso) purtroppo danno i loro "buoni" frutti

Come dici tu, potremmo liquidare il tutto con un sorriso...graffiante, però.

Mister X di Comicomix

peppa ha detto...

insomma un sistema malato sin dalla base...dalla radice....siamo mesi bene!!!!ah serva Italia....

Daniele Aprile ha detto...

Io quando qualche giorno fa ho letto la news ero sicuro che quel bambino fosse in realtà un uomo molto basso di nome Silvio scambiato per studente.
Un battuta che però cela un fondo di verità...
Fra 20 anni sarà sindaco di sicuro tanto non credo che possa cambiare più nulla nel nostro bel paese.

riccardo gavioso ha detto...

@ comicomix: caro amico, giovani italiani crescono :)

che merendina preferisci per il voto?

una buona giornata

riccardo gavioso ha detto...

@ prescia: già non sopporto i piccoli geni in generale, figurati in casi come questi

un commento vale due merendine: "Fiesta" e "Mars" possono andare?

una buona giornata

riccardo gavioso ha detto...

avevamo bisogno del genio di Daniele che ci suggerisse la "legittima suspicione" sulla statura del "bambino": merendine ai bambini e pasta ai pensionati.
Per i blogger il caviale può andare?

grande Daniele!

Tanuccio ha detto...

Finché si insegna alle nuove generezione che conta solo la vittoria, io di questo non mi stupirei...

fihanna ha detto...

e questo punto darei la voce al giovane "eroe"...
noi grandi abbrancati a sparare i nostri commenti,giudizi e condanne?..
vorrei leggere i blogs dei ragazzini 12-enni; a imparare noi stessi da loro.

riccardo gavioso ha detto...

@ lupo sordo: caro amico, infatti non mi stupisco. Il rischio di una società ipercompetitiva è quello di avere un esaltato e novantanove depressi.

un saluto

riccardo gavioso ha detto...

@ lisa: sei stata molto brava a centrare il problema: società ipercompetitiva e dell'immagine... e se non vinci? Ho un caro amico che gioca a calcio in serie a. Quando le cose giravano male lo aspettavamo all'uscita dello stadio e cercavamo di consolarlo, avresti dovuto vedere con che durezza lo rimproverava suo padre... non mi crederesti!

un abbraccio

riccardo gavioso ha detto...

@ hanna: sarebbe molto interessante sapere cosa ne pensano loro. Ho un figlio quasi di quell'età, e farò l'esperimento, ma credo che l'attenzione si debba centrare sui commenti di Lisa e di Lupo sordo

una buona serata

riccardo gavioso ha detto...

@ davide: temo che la reazione sia stata una risata. Resta da vedere se prima d'aver suggerito o dopo aver appreso.

ciao, e scusa per il ritardo

Anonimo ha detto...

Ahime con orrore mi trovo a constatare che l'attuale parlamento è davvero rappresentate del popolo italiano. Tristezza.

riccardo gavioso ha detto...

non posso che condividere la tristezza: i ragazzi tra bullismo, pasticche, e ora anche voto di scambio, sembrano pagare un malessere generale.

Anonimo ha detto...

hai ragione riccardo, ieri mentre ero in macchina per i miei consueti chilometri ho sentito questa notizia e la prima domanda che mi sono fatto è cosa abbiamo comunicato ai nostri figli? mi devo ricredere o è solo un caso? devo sorridere veramente?

riccardo gavioso ha detto...

piccoli geni non mi sono mai andati a genio... in certi casi poi.
E' pur vero che con le prospettive d'occupazione che ci sono è meglio darsi da fare fin da piccoli.

Meglio metterla sul ridere, perchè a voler essere seri salta fuori l'ottima domanda che hai posto.

un saluto

Anonimo ha detto...

Bellissimo articolo!
cavolo...oggi che sono di furia e ho giusto il tempo per lasciare 2 parole, state scrivendo tutti cose stratosferiche!!!!!!!
Non è giusto!!!!!!! :-))))
Guarda che ti mando la Brambilla a casa (però non farti ammaliare eh...)
Un abbraccio Sara

riccardo gavioso ha detto...

credo fisicamente di essere in grado di resistere, è sotto il profilo intellettuale che potrei farmi circuire :)

domandina birichina: ma se il capo va in giro a dar via la pasta, non è che lei va in giro a dar via la gno... gli gnocchi?

dopo aver scritto quest'idiozia, se non mi saluti più posso capire...

grazie, e un abbraccio

fihanna ha detto...

il senso del mio commento era questo appunto: "vogliamo vedere cosa dicono nostri figli su di noi, che cosa li abbiamo trasmesso"...
qui c'è da fare il punto di coscienza: siamo NOI ch'abbiamo impartito certi esempi...
che c'è da stupirsi e chi condannare?

riccardo gavioso ha detto...

Cara Hanna,

sono convinto anch'io che per capire chi siamo possiamo specchiarci nei nostri figli. Magari individualmente ci possono essere delle eccezioni, ma dal punto di vista generazionale il riflesso non ha distorsioni

una buona giornata

Anonimo ha detto...

Circa un anno fa mi trovavo a casa di amici per una festicciola.C'era il figlio dei padroni di casa,un ragazzino molto vivace di 11 anni che saltellava da una parte all'altra della casa ingurgitando continuamente pasticcini e disturbando tutti gridando per attrarre l'attenzione generale.Ad un certo punto la mamma lo sgridò ad alta voce e fra lo stupore generale il bambino rispose :NON ROMPERE I COGLIONI,BRUTTA TROIA.Gelo nella sala,ma la mamma pronta: avete visto come è sveglio mio figlio!!Dopo un attimo di perplessità, grandi risate e la festa continuò nell'indifferenza generale.

riccardo gavioso ha detto...

"grandi risate e la festa continuò nell'indifferenza generale". Non posso risponderti, perchè la risposta è nella tua ultima frase. Sono episodi simili a quelli cui ho assitito anch'io, e i genitori avevano delle enormi carenze educative, ma se tutti ridono difficile che possano rendersene conto.

grazie della visita

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