tortura? …perché no …ma solo in subappalto!


un paio di notizie interessanti degli ultimi giorni hanno faticato a trovare la giusta eco mediatica, finendo per rimbalzare contro il muro di gomma delle primarie del pidi, ed essere relegate nelle ultime pagine dei nostri quotidiani. Io che non sono particolarmente attratto dai plebisciti bulgari, vorrei, nel mio piccolo, ridare loro il giusto peso.
Il primo ministro danese, tale Anders Fogh Rasmussen, nessuna parentela, sembra, col protagonista del “ Giro del mondo in ottanta giorni “, ha tenuto a farci sapere che: “ Il suo paese è contrario alla tortura, ma che le informazioni ottenute dal suo uso sono una grande risorsa. “ Ora, io credo che se il ministro avesse il suo fido Passepartout, questo, oltre che occuparsi dei bagagli, potrebbe fargli notare che la tortura fattura benissimo di suo, senza bisogno che qualcuno le faccia pubblicità, e che le informazioni ottenute con tale metodo, oltre che riportarci ai tempi del castello di Elsinore, hanno la curiosa prerogativa di non brillare di adamantina attendibilità.
Il discorso potrebbe avere uno svolgimento più articolato, ma so bene che il lunedì avete poco tempo e vi devo ancora parlare di un paio di cose.
Quasi in contemporanea, infatti, un altro ministro, questa volta tedesco, ha proposto di utilizzare i bambini come esca per mascherare i negozianti che vendono alcolici o sigarette ai minori. Ora so che vi aspettate che la mia penna vada a pescare inchiostro negli ultimi giorni dell’assedio di Berlino, ma io e la mia penna non siamo così perfidi, e sorvoliamo. Ringraziamo invece quel brillante giornalista di Repubblica, che una volta tanto ha fatto onore alla categoria andando a ritrovare il nome del bambino che, nel pieno delirio delle purghe staliniste, diventò eroe nazionale per aver denunciato addirittura i propri genitori.
Epoche diverse e situazioni diverse? …mah, si inizia col pizzicagnolo, si passa per la portineria e capace che si risale fino al pianerottolo di casa…
E per concludere parliamo di Al Gore.
Cosa c’entra?
Il novello Nobel per la pace rientra solo incidentalmente nel nostro discorso: il riconoscimento dei saggi di Oslo pare avere spazzato gli ultimi dubbi sul riscaldamento del globo, e io non intendo certo metterlo in dubbio. Ma ci terrei a tranquillizzare Al: nonostante l’effetto serra, al nord deve fare già un bel freddo, se anche i politici si sono dati ai superalcolici per contrastarlo.

3 commenti:

riccardo gavioso ha detto...

credo che anche qualcun altro dovrebbe riflettere prima di parlare... specie se di mestiere fa il ministro

Anonimo ha detto...

Good post.

riccardo gavioso ha detto...

@ valerie: thank you very much :)

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