Spero che a qualcun altro domenica sia capitato di vedere su raitre Rosy Bindi intervistata da Lucia Annunziata sul caso Mastella-DeMagistris: lo spettacolo indubbiamente valeva il biglietto.
La Bindi si è accomodata di fronte alla giornalista, e immaginando che le cose potessero mettersi male, ha assunto un’espressione fiera e impavida, come rediviva Pulzella d’Orleans pronta alla battaglia.
Le conferme dei suoi timori non sono tardate ad arrivare, e l’Annunziata, dopo una breve introduzione, ha tirato il suo affondo chiedendole se stesse dalla parte di Mastella o di De Magistris. La Bindi non è parsa scossa, e ha tentato un diversivo in politichese su ruoli e mansioni di ministri e magistratura, ma l’Annuziata l’ha subito incalzata riportandola all’ovile della domanda di partenza. La Bindi, stretta in angolo, non s’è persa d’animo, e serrata la mascella, come novello San Pietro ha ribadito per ben tre volte che stava con Mastella, ma anche con De Magistris, riportando alla mente di tutti un Crozza che imitava il vincitore delle recenti primarie, e facendo una discreta pubblicità al mio articolo sull’ossimoro ancora fresco di stampa, e per la quale ovviamente ringrazio.
L’Annunziata decide d’infierire sul cadavere politico e sottolinea la triplice affermazione della Bindi. Questa, ormai con un’espressione che più che la pulzella ci ricordava un Fieramosca sconfitto in battaglia, e sempre in attesa che il gallo si decidesse a cantare, per altre tre volte ci fa sapere che lei, in realtà, non sta né con Mastella né con De Magistris. L’Annunziata concede al vinto l’onore delle armi, e conduce la conversazione verso pelaghi più tranquilli, temendo per l’incolumità fisica dell’intervistata che iniziava a dimostrare una preoccupante fissità dello sguardo.
Una breve considerazione su quanto avvenuto: la Bindi, che doveva arginare lo strapotere del Ualter e rappresentare la novità delle primarie e del nascente PD, mi sembra nuova come la stampa ingiallita di una cittadella fortificata… tanto per restare in tema; inoltre temo si sopravvaluti, se ha pensato di poter rimediare una figura passabile partendo da certi presupposti.
Quali presupposti?
Questi: un giudice conduce una scomoda indagine che vede coinvolti il primo ministro e quello della giustizia su brutte storie di fondi sottratti alla collettività, e il ministro della giustizia prova a scippargli l’inchiesta. Fallito il tentativo, lo reitera sostenendo che il giudice che ha resistito allo scippo ormai non è più in grado di giudicare serenamente, e il procuratore generale ammette serenamente che la serenità è andata a farsi benedire, e toglie l’inchiesta al sostituto per avocarla a sé.
Quindi, nel caso aveste un giudice che da anni vi sta alle calcagna come nemmeno un rottweiler sa fare, ormai liberarsene è un gioco da ragazzi: scoprite dove posteggia la macchina e rigategliela. Poi presentate un’istanza al procuratore capo sostenendo che il magistrato è mosso da spirito di vendetta e non è più in grado di giudicare con imparzialità.Il meccanismo, ovviamente, è reiterabile fino al prossimo indulto!
La Bindi si è accomodata di fronte alla giornalista, e immaginando che le cose potessero mettersi male, ha assunto un’espressione fiera e impavida, come rediviva Pulzella d’Orleans pronta alla battaglia.
Le conferme dei suoi timori non sono tardate ad arrivare, e l’Annunziata, dopo una breve introduzione, ha tirato il suo affondo chiedendole se stesse dalla parte di Mastella o di De Magistris. La Bindi non è parsa scossa, e ha tentato un diversivo in politichese su ruoli e mansioni di ministri e magistratura, ma l’Annuziata l’ha subito incalzata riportandola all’ovile della domanda di partenza. La Bindi, stretta in angolo, non s’è persa d’animo, e serrata la mascella, come novello San Pietro ha ribadito per ben tre volte che stava con Mastella, ma anche con De Magistris, riportando alla mente di tutti un Crozza che imitava il vincitore delle recenti primarie, e facendo una discreta pubblicità al mio articolo sull’ossimoro ancora fresco di stampa, e per la quale ovviamente ringrazio.
L’Annunziata decide d’infierire sul cadavere politico e sottolinea la triplice affermazione della Bindi. Questa, ormai con un’espressione che più che la pulzella ci ricordava un Fieramosca sconfitto in battaglia, e sempre in attesa che il gallo si decidesse a cantare, per altre tre volte ci fa sapere che lei, in realtà, non sta né con Mastella né con De Magistris. L’Annunziata concede al vinto l’onore delle armi, e conduce la conversazione verso pelaghi più tranquilli, temendo per l’incolumità fisica dell’intervistata che iniziava a dimostrare una preoccupante fissità dello sguardo.
Una breve considerazione su quanto avvenuto: la Bindi, che doveva arginare lo strapotere del Ualter e rappresentare la novità delle primarie e del nascente PD, mi sembra nuova come la stampa ingiallita di una cittadella fortificata… tanto per restare in tema; inoltre temo si sopravvaluti, se ha pensato di poter rimediare una figura passabile partendo da certi presupposti.
Quali presupposti?
Questi: un giudice conduce una scomoda indagine che vede coinvolti il primo ministro e quello della giustizia su brutte storie di fondi sottratti alla collettività, e il ministro della giustizia prova a scippargli l’inchiesta. Fallito il tentativo, lo reitera sostenendo che il giudice che ha resistito allo scippo ormai non è più in grado di giudicare serenamente, e il procuratore generale ammette serenamente che la serenità è andata a farsi benedire, e toglie l’inchiesta al sostituto per avocarla a sé.
Quindi, nel caso aveste un giudice che da anni vi sta alle calcagna come nemmeno un rottweiler sa fare, ormai liberarsene è un gioco da ragazzi: scoprite dove posteggia la macchina e rigategliela. Poi presentate un’istanza al procuratore capo sostenendo che il magistrato è mosso da spirito di vendetta e non è più in grado di giudicare con imparzialità.Il meccanismo, ovviamente, è reiterabile fino al prossimo indulto!
10 commenti:
Mastella incarna un modo di far politica che non mi piace. De Magistris indaghi, e scopra la verità.
Un sorriso dalla parte degli onesti
Mister X di Comicomix
Mi sono ìperso' lo spettacolo...
Ma la tua telecronaca è sicuramente più esaustiva...
Ciao Roberto,
troppo bbbuono! ma le espressioni della Bindi meritavano davvero
per comicomix
se continua così chiederò la nazionalità dal Burkina- Faso, che per inciso significa "terra delle persone oneste"
un sorriso schierato... dalla parte giusta, si spera
Sempre dalla parte giusta, o almeno da quella che considero tale.
Un sorriso combattente
Mister X di Comicomix
l'altro giorno leggevo che un politico indiano è stato buttato giù dal balcone dalle scimmie... provassimo con i gorilla a cacciarne un paio giù dagli scranni? :)
per carità, Lisa,
e poi come glielo andiamo a spiegare alla protezione animali...
Buona giornata anche a te
Non ho potuto vedere l'intervista in Tv, ma me l'hai fatta immaginare perfettamente.
Certo che come riesce a metterli in crisi l'Annunziata, (ricordo ancora la fuga di Berlusconi)
Quasi quasi, le potremmo far passare "per le armi" (dell'intervista) tutti i senatori e deputati, sullo stile "30 minuti di assedio, se non crolli, passi il turno".
Alla fine "ne resterà solo uno" (non so chi... ma spero non resti neppure quello)
e potremo riprovare con una classe politica totalmente nuova...
Come?? ah si.... troppo bello per essere vero?
:-)
Stefano, che piacere risentirti...
In effetti l'Annunziata è un po' fortina per uno come me che predilige un giornalismo riflessivo ed equilibrato... :)))
d'altra parte ho fatto l'Alpino, e il motto del mio battaglione era: " Pietà l'è morta!"
la Annunziata oggi con Fini in trasmissione ha affermato che "20.000 (ventimila!) stranieri da espellere solo a Roma non mi sembrano tali da parlare di emergenza o da giustificare interventi straordinari..." . Ma lo sa la Annunziata quanti sono 20mila? e per giunta solo a Roma!
ma questa pseudogiornalista dove vive si sente sicura? va a fare la spesa con il tram? non ne possiamo più di questo permissivismo e di questo garantismo verso persone -italiane e straniere- che disturbano continuamente la società civile.
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