le orche assassine (seconda parte)



Ora siamo diventati ragazzi e adoriamo la NIKE. Lo slogan di Nike "JUST DO IT!", "FALLO E BASTA" è anche il rapporto di lavoro che vige nelle fabbriche Nike in Indonesia e negli altri paesi dell'estremo oriente. Nelle fabbriche Nike vigono le più dure condizioni di lavoro. Nike fa finta di niente dicendo che gli stabilimenti in questione non sono suoi, ma fabbriche alle quali subappalta i lavori. Ma ormai a questi giochi di scatole cinesi non crede più nessuno e le associazioni dei consumatori americane hanno portato in tribunale Nike per le menzogne che sta raccontando. "Eh si, siamo capitalisti... e se ci capita di guadagnare qualche spicciolo, beh non dobbiamo chiedere scusa a nessuno". E' questa l'isterica risposta di Nike alle campagne di boicottaggio, contro questa multi dello sportswear, che chiedono la fine della produzione in fabbriche senza diritti sindacali, ed anche della fine dello sfruttamento dei bambini come operai Nike.

Altra cosa di cui i ragazzi non possono fare a meno è la COCACOLA. Dal 1989 ad oggi il sindacato colombiano Sinaltrainal ha subito decine di sequestri, torture, minacce di morte, sfollamenti forzati, montature giudiziarie. Tra tutti i sindacalisti assassinati nel mondo, l’80% viene assassinato in Colombia. Tra il 1991 ed il 2003 in Colombia ne sono stati assassinati dai paramilitari 2000. La CocaCola Company è accusata di essere responsabile di questa campagna repressiva attuata per mezzo degli “ squadroni della morte “ dei paramilitari colombiani. In Colombia, nelle imprese imbottigliatrici della Cocacola, un lavoratore dipendente sindacalizzato al quale viene applicato il contratto nazionale, guadagna circa 360 dollari al mese. Un lavoratore precario, non sindacalizzabile, viene pagato 80 dollari al mese per 12 ore di lavoro al giorno. Parte di questi soldi vengono dati ai responsabili dei paramilitari come tassa per l’assunzione. Negli ultimi due anni la Coca-Cola ha chiuso in Colombia 11 impianti su 16 e oggi il 94% dei lavoratori sono terziarizzati, precari e non sindacalizzabili.

Diventati adulti e alle prese con problemi energetici, ci accoglierà a braccia aperte la ESSO. La Esso, o Exon-Mobil è la più grande multinazionale mondiale e l’ottavo sistema economico del pianeta. Da sola è in grado di superare le economie di quasi tutti i paesi industrializzati e di ridicolizzare quelle dei restanti. Principale artefice dell’elezione di Bush alla presidenza degli Stati Uniti ha preteso che sull’altro piatto della bilancia venissero messi gli accordi di Kyoto sul clima, in attesa di farne carta straccia. Naturalmente le pressioni per l’intervento in Iraq sono state incessanti, visto che i costi saranno sopportati dall’intero paese e gli immensi benefici andranno interamente nelle tasche degli azionisti, fatti salvi quelli investiti per la campagna elettorale di George W.
Altro fatto curioso, se girerete il web, noterete come la maggior parte dei link che riportano le responsabilità della Esso e invitano a boicottarla sono stati prontamente disattivati.

E concludiamo in nostro excursus con l’anglo-olandese SHELL e i suoi sanguinari affari con la dittatura militare Nigeriana. Dopo essersi distinta per l’appoggio al regime di apartheid Sudafricano, negli ultimi decenni la Shell ha spremuto duecento miliardi di sterline dalle terre del delta del Niger. Gli Ogoni non ne hanno vista una, ma in cambio hanno visto l’allagamento delle loro terre coltivabili e sono stati ricoperti dalla fuliggine proveniente dai pozzi di petrolio. Quando si sono ribellati la Shell ha fatto intervenire i militari nigeriani che hanno ucciso centinaia di persone. Ken Saro Wiwa, leader tribale degli Ogoni, prima di essere impiccato ha detto: “ dalla mia cella imploro la comunità internazionale degli uomini e delle donne di buon senso, di fare pressione sul governo nigeriano, affinchè la Shell fermi questa carneficina, questo genocidio “.

Le ultime tre citazioni sono per la farmaceutica GLAXO, la cui lotta per la difesa di brevetti a scapito di produttori generici di farmaci salvavita uccide, o meglio lascia uccidere dall’AIDS, circa tre milioni di persone l’anno; alla multinazionale del tabacco BAT, distintasi nel promuovere su larga scala il contrabbando di sigarette per aggirare la riduzioni dei margini che deriva dalla tassazione diretta delle stesse; per terminare con la nostrana BENETTON, che al di là della sua connotazione progressiva non ha rinunciato allo sfruttamento dei bambini in Turchia, pur per interposta persona, e a gestire i suoi enormi investimenti in Patagonia a scapito delle popolazioni aborigene locali, che parevano più interessate a tenersi le loro terre che a variare il loro look e sposare il verde finto-ecologista che da sempre distingue il gruppo.

Siamo giunti alla fine, e abbiamo dato nome e cognome a una sola morte, che sarebbe ben poca cosa di fronte a milioni di altre, se non fosse per la sua brutale ferocia. Ma ricordiamoci che Ken Saro Wiwa si rivolgeva a noi, prima di salire sul patibolo per aver difeso il suo popolo, e ricordiamoci che, pur tra le migliaia di marchi che rendono oltremodo complessa la cernita, possiamo scegliere prima di buttare qualcosa nel carrello della spesa.

Ora scusate se vi lascio, ma umile pesciolino come molti di voi in quest’oceano, ho imparato a percepire quanto una grossa massa d’acqua inizia a muoversi…

6 commenti:

riccardo gavioso ha detto...

Cara Lisa, se ti può consolare anch'io uso parecchi di questi marchi e il boicottaggio non è semplice. Non impedirò a mio figlio di acquistare un bigmac, ma gli spiegherò perchè dietro la sua facciata da zio simpatico si celi un'altra realtà. Quelle del petrolio sono sette sorelle, e ha poco senso trattare male una per uscire a cena con una delle altre. E' comunque già molto avergli opacizzato la vernice con cui hanno pitturato i loro marchi. Hai ragione sul fatto che, più che il singolo, dovrebbero intervenire i governi: come per il turismo sessuale dovrebbero essere perseguiti dal paese d'appartenenza anche se fanno i loro porci comodi dall'altro capo del mondo. Ma spesso i governi sono stati eletti con l'appoggio decisivo di questi colossi, e molti autori hanno prefigurato un futuro in cui prenderanno le redini in prima persona. E' un oceano pericoloso, ma noi pesciolini continuimo a nuotare veloci...

Anonimo ha detto...

Ti ho già scritto cosa penso nel tuo blog, nella "prima puntata"...Orche assassine, è il titolo migliore che si possa trovare per descriverle. Praticamente Perfetto.

Un sorriso pesciolino

Anonimo ha detto...

Apprezzo l'impegno, Riccardo, ma credo sia un po' come tentare di spostare le montagne soffiandoci contro. Però, se a soffiare siamo in tanti...

riccardo gavioso ha detto...

Quello che puntualizzi è indiscutibile, ma devo dire che dopo diversi anni le azioni di boicottaggio, specie in alcuni paesi, sembrano iniziare a dare i loro frutti: i nostri amici, di fronte a cali di fatturato che gli esperti di marketing imputavano proprio a boicottaggi e informazione indipendente, hanno preferito indossare il vello dell'agnello. Sotto naturalmente sono rimasti lupi, ma ormai fanno a gara ad inventarsi iniziative filantropiche volte a creargli buona stampa.

in ogni caso:
" ci siamo seduti dalla parte del torto, in attesa che la Storia ci desse ragione "

Anonimo ha detto...

Ciao e complimenti per l'articolo.
Nel mio piccolo cerco di evitare gli acquisti da certe "aziende". Non ho mai posseduto un capo Nike e posso farne tranquillamente a meno.
Solo la conoscenza di "certe cose" può portare la gente ad una scelta oculata.

Ps: scusa l'osservazione: ma leggere bianco su nero non ti da fastidio agli occhi? A me si incrociano :)

riccardo gavioso ha detto...

infatti credo sia importante conoscere i misfatti compiuti per interposta persona, e conseguentemente appannare l'immagine di certe aziende. Certo non è facile orintarsi fra migliaia di marchi e di partecipazioni commerciali.
Probabilmente hai ragione sulla grafica, ma il blog è nato così e ci sono affezzionato... farò qualche esperimento.
grazie e a presto

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