una banale questione di accenti


"Gentile dottor Giorgio Tino,siamo preoccupati per Lei. Da mesi Le scriviamo dalle pagine del Secolo XIX e da questo blog, ma Lei non ci risponde.Per favore, batta un colpo, altrimenti saremo costretti a presentare una denuncia per scomparsa. Dovremo andare a "Chi l'ha visto?".In fondo non Le chiediamo molto. Vorremmo soltanto sapere se ha notizie dei 98 miliardi di euro (sì, miliardi, quelli con nove zeri) che, tra tasse non riscosse e multe non pagate, le società concessionarie di slot machine devono allo Stato.Secondo la Corte dei Conti e una commissione d'inchiesta presieduta dal sottosegretario Alfiero Grandi, questo tesoro che appartiene a noi cittadini sarebbe finito anche a società vicine a Cosa Nostra e ai partiti politici (An prima di tutti). I magistrati e la commissione sostengono che i Monopoli da Lei diretti avrebbero gravi responsabilità in questo "disguido". Non solo: la Corte dei Conti ha avviato una procedura per ottenere la restituzione dei soldi dalle società interessate.E anche a Lei potrebbero essere richiesti 1,2 miliardi di euro.Noi ci siamo limitati a riportare le parole della commissione e della Corte dei Conti. In un Paese civile Lei avrebbe da mesi risposto alle nostre domande.O si sarebbe dimesso. Invece tace e resta al Suo posto. Ma tace anche il vice-ministro Vincenzo Visco che da mesi ha sulla sua scrivania una copia della relazione di Grandi.Forse sperate che presto o tardi ci stancheremo di scriverVi. Invece no, abbiamo il diritto di sapere dove sono finiti i nostri soldi. E continueremo a scrivervi (ufficiostampa@aams.it) finché non ci darete una risposta. O non ce la darà responsabilmente il presidente Prodi. Cordiali saluti." Marco Menduni e Ferruccio Sansa (giornalisti del Secolo XIX)

Tutto un equivoco per una banale questione di accenti: erano convinti di giocare con i soldi del Monopoli...

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