trecentomila morti
uomini, donne, soprattutto bambini.
venticinquemila di questi rapiti
un milione di sfollati
una guerra durata quasi vent’anni
e il totale silenzio dei media: che dite, forse i numeri non erano degni di nota o il silenzio è derivato dalla commozione che il giornalista, uomo ancor prima che cronista, ha provato di fronte a questa immane violenza?
Io che sono cinico, rompo la congiura e provo a darvi un’idea di quel che è successo in Uganda.
Vent’anni fa LRA (Lord's Resistance Army, Esercito di Resistenza del Signore), movimento fondato da Joseph Kony, un folle che vuole instaurare un teocrazia basata sulle antiche scritture e sui dettami delle tavole di Mosè, inizia ad insanguinare il nord del paese. Ben presto si vede abbandonato da buona parte dei seguaci che si rendono conto come neanche un briciolo di lucidità sia rimasto nella sua follia, e le cose avrebbero potuto finire nel giro di qualche mese. Ma LRA comincia ad attaccare i villaggi isolati, uccidere la popolazione adulta e arruolare forzatamente i nuovi orfani. Se il bambino tenta la fuga, quel che è rimasto del suo villaggio viene raso al suolo. Se pensa alla fuga, lo si obbliga a commettere atrocità verso membri del villaggio in modo che da quel momento sia visto come nemico e non abbia la possibilità di tornare sui suoi passi.
I bambini soldato rappresentano il novanta per cento di quest’improbabile esercito sono destinati a combattere le forze governative e localizzare le mine antiuomo. Le bambine iniziavano come sguattere, per poi diventare schiave sessuali dei comandati e ritrovarsi, infettate dall’AIDS, alle prese con gravidanze indesiderate.
"Un ragazzo cercò di scappare dai ribelli, ma lo presero... Le sue mani erano legate e loro ci chiesero di ucciderlo. Mi sentii male. Lo conoscevo da prima. Venivamo dallo stesso villaggio. Rifiutai di ucciderlo e mi dissero che mi avrebbero sparato. Mi puntarono contro un fucile, così dovetti farlo. IL ragazzo mi chiese: "Perché lo fai?". Risposi che non avevo scelta. Dopo che lo uccidemmo, ci fecero bagnare le braccia nel suo sangue. Dissero che dovevamo farlo, così non avremmo più tentato di scappare. Ancora sogno quel ragazzo del mio villaggio che ho ucciso. Lo vedo nei miei sogni e lui mi parla e dice che l’ho ucciso per niente. E io piango"
Susan, 16 anni, rapita dall’LRA, intervista dell’Human Right Watch, maggio 1997
Per vincere la paura dei bambini oltre ai rituali di morte venivano usate droghe in abbondanza, e soprattutto venivano terrorizzati in continuazione. Ucciso un bambino che aveva tentato la fuga, gli altri furono costretti a portarsi dietro il cadavere in putrefazione per giorni. Oltre quaranta furono incatenati e buttati nel fiume Moroto per misurarne la profondità: tutti annegati. Molti bambini dei villaggi per sottrarsi ai rapimenti percorrono al calar del sole fino a dieci chilometri per cercare rifugio nelle città: un chiesa, una stazione o una semplice veranda, sono considerati rifugi sicuri. Fanno gruppo, vincono la paura e i loro canti spezzano il silenzio della notte. Quarantamila pendolari della morte, secondo un rapporto UNICEF, che continuano il loro moto fino ad esaurimento delle forze.
"Sono arrivati di mattino presto e hanno dato fuoco alla mia casa. Si sono portati via i miei due figli più grandi", racconta piangendo l'aggressione del Lord's Resistance Army (LRA) al villaggio. I ribelli le hanno lasciato i due bambini più piccoli, ma "è solo questione di tempo prima che mi portino via anche i piccoli." Poche settimane prima dell'attacco suo marito era incappato in un'imboscata del LRA ed era stato ucciso.
Adesso Ruth vive con i due figli rimasti in un campo profughi nel Nord dell'Uganda.
Da qualche mese sono iniziati i negoziati di pace tra governo e ribelli. Superata la difficoltà rappresentata dai processi pendenti al Tribunale dell’Aja con la promessa che i crimini saranno giudicati da un tribunale locale, la trattativa si è di nuovo arenata e non si può escludere una ripresa delle ostilità.
Possiamo anche chiudere qui… con tutte le volte che avete sentito parlare di questa storia…
uomini, donne, soprattutto bambini.
venticinquemila di questi rapiti
un milione di sfollati
una guerra durata quasi vent’anni
e il totale silenzio dei media: che dite, forse i numeri non erano degni di nota o il silenzio è derivato dalla commozione che il giornalista, uomo ancor prima che cronista, ha provato di fronte a questa immane violenza?
Io che sono cinico, rompo la congiura e provo a darvi un’idea di quel che è successo in Uganda.
Vent’anni fa LRA (Lord's Resistance Army, Esercito di Resistenza del Signore), movimento fondato da Joseph Kony, un folle che vuole instaurare un teocrazia basata sulle antiche scritture e sui dettami delle tavole di Mosè, inizia ad insanguinare il nord del paese. Ben presto si vede abbandonato da buona parte dei seguaci che si rendono conto come neanche un briciolo di lucidità sia rimasto nella sua follia, e le cose avrebbero potuto finire nel giro di qualche mese. Ma LRA comincia ad attaccare i villaggi isolati, uccidere la popolazione adulta e arruolare forzatamente i nuovi orfani. Se il bambino tenta la fuga, quel che è rimasto del suo villaggio viene raso al suolo. Se pensa alla fuga, lo si obbliga a commettere atrocità verso membri del villaggio in modo che da quel momento sia visto come nemico e non abbia la possibilità di tornare sui suoi passi.
I bambini soldato rappresentano il novanta per cento di quest’improbabile esercito sono destinati a combattere le forze governative e localizzare le mine antiuomo. Le bambine iniziavano come sguattere, per poi diventare schiave sessuali dei comandati e ritrovarsi, infettate dall’AIDS, alle prese con gravidanze indesiderate.
"Un ragazzo cercò di scappare dai ribelli, ma lo presero... Le sue mani erano legate e loro ci chiesero di ucciderlo. Mi sentii male. Lo conoscevo da prima. Venivamo dallo stesso villaggio. Rifiutai di ucciderlo e mi dissero che mi avrebbero sparato. Mi puntarono contro un fucile, così dovetti farlo. IL ragazzo mi chiese: "Perché lo fai?". Risposi che non avevo scelta. Dopo che lo uccidemmo, ci fecero bagnare le braccia nel suo sangue. Dissero che dovevamo farlo, così non avremmo più tentato di scappare. Ancora sogno quel ragazzo del mio villaggio che ho ucciso. Lo vedo nei miei sogni e lui mi parla e dice che l’ho ucciso per niente. E io piango"
Susan, 16 anni, rapita dall’LRA, intervista dell’Human Right Watch, maggio 1997
Per vincere la paura dei bambini oltre ai rituali di morte venivano usate droghe in abbondanza, e soprattutto venivano terrorizzati in continuazione. Ucciso un bambino che aveva tentato la fuga, gli altri furono costretti a portarsi dietro il cadavere in putrefazione per giorni. Oltre quaranta furono incatenati e buttati nel fiume Moroto per misurarne la profondità: tutti annegati. Molti bambini dei villaggi per sottrarsi ai rapimenti percorrono al calar del sole fino a dieci chilometri per cercare rifugio nelle città: un chiesa, una stazione o una semplice veranda, sono considerati rifugi sicuri. Fanno gruppo, vincono la paura e i loro canti spezzano il silenzio della notte. Quarantamila pendolari della morte, secondo un rapporto UNICEF, che continuano il loro moto fino ad esaurimento delle forze.
"Sono arrivati di mattino presto e hanno dato fuoco alla mia casa. Si sono portati via i miei due figli più grandi", racconta piangendo l'aggressione del Lord's Resistance Army (LRA) al villaggio. I ribelli le hanno lasciato i due bambini più piccoli, ma "è solo questione di tempo prima che mi portino via anche i piccoli." Poche settimane prima dell'attacco suo marito era incappato in un'imboscata del LRA ed era stato ucciso.
Adesso Ruth vive con i due figli rimasti in un campo profughi nel Nord dell'Uganda.
Da qualche mese sono iniziati i negoziati di pace tra governo e ribelli. Superata la difficoltà rappresentata dai processi pendenti al Tribunale dell’Aja con la promessa che i crimini saranno giudicati da un tribunale locale, la trattativa si è di nuovo arenata e non si può escludere una ripresa delle ostilità.
Possiamo anche chiudere qui… con tutte le volte che avete sentito parlare di questa storia…
21 commenti:
Perchè le guerre africane sono sempre dimenticate?
@ lisa72: i bambini valgono molto in quanto capaci d'influenzare gli acquisti dei genitori. Purtroppo in Africa, per ovvi motivi, il marketing latita.
un abbraccio a tutti voi
@ franca: forse perchè di una certa mentalità coloniale siamo stati capaci di far ammenda solo a parole?
Sono con te.
mpressiona come certe storie possano scorrere silenziose per anni dietro le nostre spalle, e voglio ringraziare quei pochi giornalisti coraggiosi che ci hanno dato e ci danno della reale informazione. In questo caso:
[www.peacereporter.net]
e una buona domenica a te
Una situazione che ha passato ogni limite , povera Africa
un continente spogliato per secoli e violentato ai giorni nostri... Africa: la nostra vergogna!
Anche io lo dico sempre : l'africa è la vergogna dell'occidente e ora stà arrivando pure l'islam ..
Per questo dovremmo sostenere il gruppo "Africa" su OKNOtizie di Pierinux, per cercare di far aumentare l'attenzione dell'Italia su questo Continente.
Post duro, ma efficace che rientra nel solco delle grandi battaglie per i diritti umani di RickGav.
Buona Domenica,
Mikelo
giusto richiamo, Pierinux fa moltissimo per l'Africa e merita tutta la nostra ammirazione. Non avevo notato il gruppo, e mi riprometto di seguirlo con attenzione.
buona domenica anche a te e grazie!
hai fatto bene, colpisci ancora più duro se puoi.
la foto dice davvero tutto, sarà difficile dimenticarla :(
ma,caro Rick,senza voler offendere o incolpare espressamente nessuno, perchè non sono giudice ,il S.Padre,il mio Presidente,i vari pretendenti al trono di Premier italiano,la massa di leader politici,le grandi testate giornalistiche e il cittadino italiano dove vive,cosa legge,che cosa ne pensa di tutto quello che succede in Africa,gli interessa solo "il grande fratello.l'isola dei .....,tric e trac ,la vita in diretta...e solo in Iraq o Afganistan si uccide ??
che dirti, caro amico, ormai le prove sono talmente tante che temo di doverti rispondere un tristissimo "sì"
trecentomila morti. Uomini, donne, soprattutto bambini
Non sono brava come papà a dire forte e chiaro quello che penso, mi si confondono le parole leggendo certe cose. Il tuo articolo mi ha tanto commosso.
:-(
JollyViola di Comicomix
un abbraccio a te e un saluto al papà... entrambi col cuore e un grazie per la tua grande sensibilità :)
che cose terribili succedono intorno a noi
@ isabelgeen: e in un ovattato silenzio di morte :(
Non direi Post duro, MA POST REALE inutile nascondere la testa nella sabbia, quando la tiri fuori non é cambiato nulla :(
i conflitti in cui vengono impiegati bambini soldato sono più di una ventina e non solo in Africa. Con l'aiuto di qualche valido giornalista proviamo a far diventare la sabbia rovente...
sarebbe veramente ora svegliare i dormienti capi di stato!
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