Dobbiamo dire grazie a due persone: al GUP Francesco Gianfrotta e a:
(23/02/08) stamattina leggevo con piacere le parole di Carlo Federico Grosso, mio vecchio docente di diritto penale, che supportava col suo autorevole parere l’imputazione di omicidio doloso per le vergognose morti della Thyssen.
Accantonando le sofisticate disquisizioni sul dolo eventuale, mi trovo concorde nel ritenere che chi ha prospettato la possibilità di una morte e non sia in alcun modo intervenuto, non se la possa cavare con un’imputazione colposa. E sul fatto che alla Thyssen si fosse ben consci di quanto avrebbe potuto accadere, non mi sembra possano esserci dubbi, visto il rovinoso incendio che aveva preceduto il fuoco assassino di dicembre, e il fatto che le assicurazioni Axa avessero elevato la franchigia da trenta a ben cento milioni facendo riferimento proprio ai rischi e alle carenze di sicurezze della linea 5.
Ora il problema sarà vedere se la Procura troverà il coraggio d’imboccare la strada impervia dell’omicidio doloso o preferirà le comode autostrade del colposo… comode, ma non necessariamente rapide visto che il processo per il vecchio incendio, dopo le risibili condanne in primo grado, è arrivato sul baratro della prescrizione.
Se avrà il coraggio di cui stiamo parlando, e che anche il professor Grosso mi pare caldeggiare, avremo il primo segnale concreto del fatto che qualcuno si sia deciso ad affrontare il problema delle morti bianche, che dopo i fatti di Torino sono diventate nere di fuoco e delle vicende storiche che si legano al nome che campeggia sulla fabbrica. Voglio vedere chi avrà ancora l’ardire di gingillarsi con le norme di sicurezza, di procrastinare, quando sul piatto della bilancia della giustizia vedrà appoggiati diversi anni di carcere invece che qualche spicciolo allungato sottobanco dai signori che impongono di ottimizzare i profitti.
Qualcuno potrebbe trovare questa linea di condotta molto dura e parlare di giustizialismo. Io preferisco parlare di giustizia, e trovo che la vera durezza sia nelle vergognose proposte che, per anticipare la chiusura dello stabilimento, l’azienda a fatto ai lavoratori che stanno ancora piangendo i colleghi deceduti e pregando per l’unico sopravvissuto. E mi auguro che per individuare le responsabilità non ci si accontenti dei capri espiatori, ma si abbia l’ardire di puntare direttamente ai vertici dell’azienda.
Resto in attesa di vedere se in Procura troveranno un briciolo di coraggio, forse leggendo negli atti dell’immenso coraggio che hanno avuto degli uomini nel tentare di sottrarre alle fiamme i propri compagni, a costo della loro stessa vita.
grazie professor Grosso!
Accantonando le sofisticate disquisizioni sul dolo eventuale, mi trovo concorde nel ritenere che chi ha prospettato la possibilità di una morte e non sia in alcun modo intervenuto, non se la possa cavare con un’imputazione colposa. E sul fatto che alla Thyssen si fosse ben consci di quanto avrebbe potuto accadere, non mi sembra possano esserci dubbi, visto il rovinoso incendio che aveva preceduto il fuoco assassino di dicembre, e il fatto che le assicurazioni Axa avessero elevato la franchigia da trenta a ben cento milioni facendo riferimento proprio ai rischi e alle carenze di sicurezze della linea 5.
Ora il problema sarà vedere se la Procura troverà il coraggio d’imboccare la strada impervia dell’omicidio doloso o preferirà le comode autostrade del colposo… comode, ma non necessariamente rapide visto che il processo per il vecchio incendio, dopo le risibili condanne in primo grado, è arrivato sul baratro della prescrizione.
Se avrà il coraggio di cui stiamo parlando, e che anche il professor Grosso mi pare caldeggiare, avremo il primo segnale concreto del fatto che qualcuno si sia deciso ad affrontare il problema delle morti bianche, che dopo i fatti di Torino sono diventate nere di fuoco e delle vicende storiche che si legano al nome che campeggia sulla fabbrica. Voglio vedere chi avrà ancora l’ardire di gingillarsi con le norme di sicurezza, di procrastinare, quando sul piatto della bilancia della giustizia vedrà appoggiati diversi anni di carcere invece che qualche spicciolo allungato sottobanco dai signori che impongono di ottimizzare i profitti.
Qualcuno potrebbe trovare questa linea di condotta molto dura e parlare di giustizialismo. Io preferisco parlare di giustizia, e trovo che la vera durezza sia nelle vergognose proposte che, per anticipare la chiusura dello stabilimento, l’azienda a fatto ai lavoratori che stanno ancora piangendo i colleghi deceduti e pregando per l’unico sopravvissuto. E mi auguro che per individuare le responsabilità non ci si accontenti dei capri espiatori, ma si abbia l’ardire di puntare direttamente ai vertici dell’azienda.
Resto in attesa di vedere se in Procura troveranno un briciolo di coraggio, forse leggendo negli atti dell’immenso coraggio che hanno avuto degli uomini nel tentare di sottrarre alle fiamme i propri compagni, a costo della loro stessa vita.
grazie professor Grosso!
20 commenti:
Reputo importante e giustissimo il rinvio a giudizio per omicidio volontario,lancio una provocazione,sebbene la morte di tante giovani vite ha toccato tutti quanti,non vorrei che la giusta severità sia dovuta al particolare che la proprietà sia tedesca,non mi pare che esista un uguale metodo a carico degli imprenditori nostrani,a capo di tutti l'attuale presidente della Confindustria,nelle industrie di sua proprietà è morto un lavoratore ed uno è rimasto ferito gravemente recentemente,come non pensare alla strage del molino di Fossano,anche in quel drammatico incidente morirono altri lavoratori,insieme al migliaio di morti e più ogni anno nel nostro paese.
Un saluto,Kenzo
Friend of Freedom
Innanzitutto mi unisco ai ringraziamenti. Speriamo serva a qualcosa, perchè troppi intoccabili vengono rinviati a giudizio e poi si "scappottano" grazie a inutili cavilli legali.
Adoro il popolo tedesco, ho sempre avuto una grande ammirazione per le capacità teutoniche!
Se a iniziare a pagare (giustamente, dopo giusto processo e ogni ragionevole dubbio) saranno degli imprenditori stranieri, ben venga.
Purtropppo in Italia vige la legge del "precedente giuridico".
Se provato e fissato, sarà interessante poi vedere gli imprenditori italiani farsela addosso...
Almeno tra il primo grado e l'appello.
Non mi sembra di chiedere molto.
La logica del profitto che cosata vite umane ha rotto!
Non è così che possiamo pensare di risolvere il sensibile problema della sovrappopolazione del globo....
Non per essere bastian cuntrari, ma se invece della Thyssen fosse stata un'azienda italiana, tu credi che l'avrebbero rinviata a giudizio con la stessa motivazione? Io ho i miei forti dubbi. E ancora dobbiamo vedere come finisce, dato che i padroni non hanno, storicamente, mai pagtao.
Ho accolto la notizia con gioia e spero che ammuffiscano in galera, sbaracchino tutto anche qui a Terni (dov'è un'eternità che la gente muore in quel maledetto altoforno), non sopporto la vista dell'immenso capannone blu e verde che si staglia verso il cielo, la collina di rifiuti, le polveri sottili, i disastri quando esplodono le tubature alla cascata gettando nel panico i negozianti, Thyssen per me è sinonimo di male.
Gli incidenti sul lavoro sono sempre delle tragedie, certo se la giustizia ci mette la sua... c'è la possibilità che con delle leggi e delle condanne ad hoc il fenomeno che sta prendendo una dimensione sconvolgente si potrebbe ridimensionare.
e allora solo
grazie
Finalmente una sentenza degna di questo nome...
Una decisione importante e giusta.
@ kenzo: è un'ottima provocazione. Credo anch'io che la severità mostrata abbia tre ragioni: l'ottimo lavoro di Guariniello, il grande spazio mediatico giustamente trovato da questa tragedia, e, come correttamente osservi, il fatto che non si andassero a ledere gli interessi di qualche amico del padrone.
ti ringrazio e ricambio il saluto
@ vocalizzorotante: sicuramente a qualcuno ha iniziato a dormire preoccupato. Gli intoccabili ci sono, ma da oggi hanno capito che col magistrato sbagliato il loro status corre qualche rischio.
@ riverinflood: concordo con entrambe le tue osservazioni. Però un tabù giuridico è stato superato e un precedente creato.
@ flo: in quanto a Thyssen come sinonimo di male:
http://lapennachegraffia.blogspot.com/2007/12/il-mio-regalo-di-natale-alla-famiglia.html
@ giovanni greco: sicuramente può fare di più un rinvio a giudizio per omicidio volontario, che un milione di tavole rotonde o commissioni d'inchiesta.
@ zefirina: per il momento il grazie è sentito e va a chi si è adoperato bene e con rara celerità... sperando di non dover rimpiangere queste parole in Corte d'Assise.
@ franca: purtroppo la giustizia nelle aule di giustizia siamo costretti a considerarla un'eccezione.
@ stellavale: giusta per i molti parenti che affollavano il tribunale, importante per tutti noi.
Questa e' una bella vittoria morale, pero' penso a chi sta governando in Italia, da che parte sta e quanto consideri la legge. Mi viene pure in mente quello che la consulta ha fatto per permettere l'ampliamento della base americana di Vicenza, le tante leggi porcata, i moltissimi decreti, ecc.
Ho quindi i miei dubbi che anche in questo caso la giustizia prevalga.
Sì, io francamente non me l'aspettavo proprio.
Se sarà di condanna per l'ad Espenhahn, sarà una sentenza indubbiamente storica.
p.s. il dolo eventuale..... aaaaaarghhh! (sfogo di uno studente :D )
Ric, rammento un tuo bellissimo post (si era "sotto" Olimpiadi...) in cui citavi Brecht: “Beato il paese che non ha bisogno di eroi”. Ammettevi, allora, che non ti faceva piacere utilizzare quella frase, "frusta come un vecchio paio di jeans".
Ma se oggi la impiego io, per il GUP Francesco Gianfrotta e per il professor Grosso, non ti dispiace, vero?
Buona giornata, amico.
Aggiungete ai miei scettici commenti quelli dell'avvocato difensore Gilberto Pagani (processo abusi scuola Diaz) sul sito di Piero Ricca
http://www.pieroricca.org/
Parole terribili che incriminano la giustizia italiana!
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