davanti a Malta come occupazione femminile… che loro si siano dimenticati di contare La Valletta?


penultimi in Europa e appena prima di Malta, fatichiamo ad avere una donna che lavora su due e scendendo verso il Sud arriviamo a una su tre. E non cerchiamo alibi culturali: la verità è che non si fa assolutamente nulla per favorire l’occupazione femminile, e che norme e regole del mercato del lavoro paiono create ad arte per penalizzarla ulteriormente. Quanto al meridione, la poca occupazione femminile s’inserisce in un contesto generale, ma nonostante questo riesce a farsi notare.
Ora qualcuno si lamenta che gli europarlamentari sono strapagati e servono a poco: accantonando il fatto che gli strapagati sono quelli che parlano la lingua che sto usando in questo momento, bisogna riconoscere che talvolta sono in grado di giungere a conclusioni lapalissianamete geniali. Hanno scoperto, qualche anno fa, che favorire l’occupazione femminile è in grado di portare benessere in famiglia e arricchire la società – suvvia, chiudete quella bocca -, poi sono arrivati a concludere che il sistema per favorirla sia rappresentato da una serie di iniziative sociali che aiuti la donna nella possibilità di gestire lavoro, famiglia e figli senza rimanere stritolata da questo macchinario polivalente – richiudete quella bocca, vi prego –
Ora mi chiederete cosa abbiano fatto: per ora poco o nulla. Probabilmente stanno ancora riprendendosi dalla fatica che gli è costata la presa d’atto della situazione, e dallo scoprire che nel nostro paese una donna, anche azzeccando un gratta e vinci occupazionale, intasca un quarto in meno dei propri equivalenti virili, e le sue possibilità di carriera, specie per i posti che contano, non sono dissimili dal quelle del cammello di destreggiarsi con la famosa cruna dell’ago.
Credo che qualche esempio possa esservi d’aiuto: il sistema bancario può vantare il quaranta per cento di personale femminile… stessa percentuale per i dirigenti? …venti …dieci …cinque …uno …zero,36% contro il quattro dei colleghi maschi. Lo zero diventa assoluto per quanto riguarda i consigli d’amministrazione in oltre il 70% dei casi.
Lo spazio è tiranno, e dopo aver ammirato la prontezza con cui i nostri amministratori hanno tradotto nei fatti i dettami costituzionali per quanto riguarda la discriminazione sessuale, invito le malcapitate, visto l’imminenza delle consultazioni elettorali e relativi balletti sulle quote rosa, di osservare con cura quali partiti offrano reale spazio alle donne, e quali abbiano in programma di reclamarne uno maggiore e migliore per queste nei luoghi di lavoro. Le invito anche a rendere noto a chi di dovere, che in Finlandia esistono le quote azzurre, e in Danimarca l’occupazione femminile si avvicina all’ottanta per cento.Avendo iniziato proprio con Malta, è con essa che vorrei concludere: in un quadro a tinte così fosche, brilla una professione saldamente nelle mani delle donne… La Valletta, appunto.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

il discorso è ancora più lungo se,come mi raccontava la mia au pair finlandese, indipendentemente dal sesso, ad ogni studente fuori sede, lo stato assegna un sussidio di 400 € mensili. Qui sono poco meno del salario di un ricercatore...

riccardo gavioso ha detto...

cara amica, per avere un sitema politico e sociale come il loro sarei anche disposto a prendermi le loro temperature medie :)

ma volevo sapere, la situazione italiana vi fa arrabbiare o prevale lo sconforto?

una buona giornata

Anonimo ha detto...

io ho tre figlie femmine e non vedo per loro un futuro migliore del mio, perchè non vedo all'orizzonte nessuno, a destra come a sinistra, che abbia veramente intenzione di migliorare questa situazione. Se questo è sconforto, decidilo tu...

riccardo gavioso ha detto...

i dati che ho riportato lasciano intendere che può avvicinarsi moltissimo ad un pragmatico realismo... purtroppo!

Anonimo ha detto...

Il quadro è talmente desolante e difficile che ho sempre nutrito una profonda ammirazione per tutte le donne che sono riuscite a ritagliarsi una posizione nel mondo del lavoro. Io, per esempio, non ci sono riuscita, ma questa è un'altra storia.

A te, Riccardo. va un sincero complimento per aver avuto il pensiero di affrontare questo argomento dimenticato un po' da tutti.
E, come al solito, in maniera brillante.

Un carissimo saluto.

riccardo gavioso ha detto...

come vedi le difficoltà sono oggettive e non soggettive, e dimenticare quest'argomento, oltre che un torto, significa un enorme danno collettivo senza distinzione di sesso.

un grazie, e una buona giornata

Anonimo ha detto...

per prima cosa,le donne devono credere in sè stesse,e nelle altre donne.nel mio piccolo,ho sempre votato delle donne,anche che nn conoscevo,quando era possibile esprimere preferenze.la legge elettorale vigente nn consente di scegliere,purtroppo.è anche dalla famiglia che deve partire l'evoluzione della donna,troppo spesso tutte le respondsabilità sono a loro affidate.le donne si devono ribellare a questo stato di cose,così anche gli omini cominceranno a "sporcarsi"le mani!!!!!!!!!naturalmente,le isitituzioni devono fare di più,saranno antipatiche le quote rosa,ma se in italia nn si arrivaerà a farle approvare,nn cambierà nulla,perchè tutti i partiti parlano parlano,ma poi nn le candidano,e anche quando danno a loro dei ministeri,sono sempre i meno importanti(salvo rari casi).bravo riccardo,sei un uomo sensibile,nn poteva essere altrimenti,essendo dei gemelli!(sono di parte,l'ammetto).ti linko anche io tra i blog amici.

Alberto ha detto...

Vi ricordate "Il codice da Vinci"? Lo so, romanzo e film sono stati un tormentone, però qual era il segreto che la chiesa voleva nascondere? Era la prova dell'inganno con cui aveva tolto il potere alle donne nel periodo paleocristiano.

Sbirillina ha detto...

Non servono molte parole per commentare questo articolo...un sentito grazie Riccardo

Franca ha detto...

Grazie per la tua sensibilità a queste problematiche.
In una cosa però non sono totalmente d'accordo e cioè le quote rosa in politica.
Cerco di spiegare perchè attingendo alla realtà che conosco.
Le donne che fanno politica sono molto meno degli uomini proprio per le ragioni che hai spiegato tu.
In RC sono circa il 25% dei tesserati.
Se s'impone per legge una quota "rosa" del 50% va a finire che per entrare nei limiti vengano candidati "brodo e acini".
Questo potrebbe portare alla presenza di persone impreparate al ruolo che dovranno svolgere con conseguente nocumento per tutte le altre.
E' vero che gente impreparata ce n'è (tanta) anche in campo maschile, ma alle donne l'errore non sarebbe perdonato!
Una cultura cultura diversa non si impone per legge, ma cambiare si può!

riccardo gavioso ha detto...

@ simona: credo anch'io che le donne debbano ribellarsi, e che sia il modo migliore per dimostrare di credere in se stesse... certo che contro l'ottusità governante non sarà facile.

quanto a link e segni, direi: un ottimo Gemellaggio :)

riccardo gavioso ha detto...

@ alberto: poi per farsi perdonare le ha bruciate sul rogo... spero non mi perdonerà questo articolo :)

una buona serata

riccardo gavioso ha detto...

@ franca: non facendo politica, non ho una grande conoscenza del problema quote, ma mi sembra che usare il tuo sistema di calcolo potrebbe essere un modo accettabile. Certo sarebbe meglio arrivarci senza quote...

una buona serata

riccardo gavioso ha detto...

@ sbirillina: era un articolo assolutamente dovuto. Grazie a te, e una buona serata

zefirina ha detto...

e pensare che non hanno mai "pensato" ad aprire un asilo nido, nemmeno quando è stato proprosto di farlo assieme al senato, tanto con quello che guadagnate vi potete pagare le babysitter!!!!!
lavoro da quando ho 19 anni e ho fatto la prima figlia a 23, è stato un sussegguirsi di asili privati, perchè in quelli comunali non me la prendevano, baby sitter imprbabili, perchè anche le nonne lavoravano, e io prima ero dipendente in una ditta privata con orari impossibili, io stessa sono stta messa al nido a 4 mesi, essre una mamma che lavora non è mai mai stato facile
per contro nemmeno una mamma che studia, valentina non è riuscita a mettere lorenzo all'asilo pubblico perchè seppur vero che non aveva reddito però non lavorava, per fortuna in questo caso la bisnonna era andata in pensione!!!
ditemi come avrebbero fatto a frequentare l'università altrimenti??? ricade tutto e sempre sulle famiglie di origine se si è così fortunati ad averle, e ad averle mediamente benestanti

riccardo gavioso ha detto...

@ zefirina: ti ringrazio per la tua testimonianza, un conto sono le statistiche, altro come queste si traducano nella vita di tutti noi. Anch'io sono stato fortunato, ma per quelli che non lo sono è davvero dura.

un saluto notturno

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