mi scuso coi lettori: non è una gran notizia…


due clochard morti di freddo, obbiettivamente non è una gran notizia e me ne scuso coi lettori.
Si sa, sono gente che muore… di freddo, o del fuoco appiccato da qualcuno che tenta di dare una mano al destino… e forse sono gente già morta.
Per materasso hanno il marmo, e se va bene un po’ di cartone. Hanno sempre una busta di plastica in mano e una bottiglia di vino nell’altra. Ma non sono soli, sono sempre accompagnati dalla paura e dalla diffidenza di chi li guarda e volge subito gli occhi.
Paura di scoprire che sono stati uomini come noi. Colleghi di qualcuno… un tempo, amici di qualcuno… un tempo, parenti di qualcuno… un tempo. Non amiamo sentire le loro storie, col rischio di scoprire che quello che è successo a loro potrebbe succedere anche a noi… d’altra parte noi siamo nel bel mezzo della battaglia, e nel bel mezzo della battaglia non è bello vedersi intorno i disertori… i disertori si fucilano, o li si lascia morire di stenti e di freddo.
Abiti sporchi e improbabili, che vestono storie plausibili… fin troppo plausibili: un licenziamento, un divorzio, un fallimento… economico, personale. Cose che potrebbero capitare a ciascuno di noi… no, signore, non mi riferivo a lei…
E’ possibile offrirgli un thermos di caffè bollente, è possibile fare due chiacchiere con loro, ma non aiutarli: hanno perso tutto, non gli resta che la loro libertà. Foss’anche quella di morire di stenti, difficile che la gettino via.
Conoscono le stelle, e con esse il destino.
Sono soli e se ne andranno senza disturbare molto.
Il loro numero aumenta, e diminuisce la loro visibilità. Ogni tanto fanno comodo, per ripulirci la coscienza e il portafoglio dagli spiccioli. Ogni tanto ci servono a riempire i palinsesti televisivi… poi una ripulita e via…
Il freddo è il nemico che li tortura e li uccide, ma sanno che senza i giorni più rigidi, difficilmente qualcuno si ricorderà e scriverà di loro.

Anche quest’articolo troverà pochi commenti, e non per cattiva volontà: su queste cose viene in mente poco da dire.

Se volete ascoltarli, vi lascio il
link alle loro storie e alle loro parole.

49 commenti:

Unknown ha detto...

Quando scrivi che abbiam paura di riscoprirci come loro, in loro, in linea di principio sì, ma credo anche che se essi hanno deciso il gran salto per l'invisibilità, in quel momento sono stati consapevoli di tutto, compresa la diffidenza e la solitudine; del resto, un tempo anch'essi sono stati uomini e donne "normali". Molto probabilmente, la gente normale e/o la società che li ha aiutati al gran salto, dànno loro fastidio ma l'inverno e la loro morte fanno parte di una poetica ormai classica. Come dici tu, è soltanto un problema delle nostre coscienze. A loro, la nostra coscienza, non so se interessi più!
Ciao!

Anonimo ha detto...

Io non credo a quelli che dicono che è stata una scelta di vita...sicuramente c'è sempre un disagio di base.
Il problema è che sono loro i primi a non considerare più importante la dignità dell'uomo, di se stessi, e se ogni tanto qualcuno si lava la coscienza dando loro qualcosa da mangiare ne approfittano, ma molto difficilmente si riesce a creare un vero rapporto di fiducia, anche mettendoci tutta la buona volontà perchè la maggior parte dei barboni sono fondamentalmente diffidenti ed egoisti.
Detto questo non può che far dispiacere il pensiero di uomini e donne che muoiono al freddo, da soli, senza nessuno che li piangerà più di tanto...

Mr.Segnalatore ha detto...

Un giorno mi sono fermato a scambiare due parole con un Signore senza fissa dimora...più che il dialogo, basato sulle tante persone che lo ignoravano, mi ricordo i suoi occhi...c'era molto da leggere in quegli occhi...
Saluti.

Mr.Segnalatore

riccardo gavioso ha detto...

@ riverinflood: io credo che l'emarginazione non sia mai una scelta, e al massimo sia un'evenienza. E poi siamo così sicuri che paghino solo le loro colpe...

un saluto

Anonimo ha detto...

Non é mai una scelta,ma bensí un evento,la loro colpa é solo la mancanza di volontá,quella di rimettersi in gioco,di lottare per qualcosa,ma se lo chiedi a loro,come ho fatto io, ti rispondono che non hanno niente per cui lottare, una volta ho aiutato uno,gli ho trovato un lavoretto e un posto dove dormire, mi ha lasciato una lettera con scritto MI DISPIACE, TI RINGRAZIO,MA LASCIAMI NEL MIO MONDO IL VOSTRO NON LO VOGLIAMO PIÚ

Anonimo ha detto...

Sospetto che una fetta di questi disagiati lo sia per scelta, per mancanza di volontà ad affrontare le amarezze che la vita continuamente impone.

Non solo a loro, anche a me. Solo che io sono più disposto ad impegnarmi.

Ma forse mi sbaglio...

riccardo gavioso ha detto...

@ pibua: non sono scelte, sono solo persone che hanno pagato i propri errori a un prezzo molto più caro di altri.

un saluto

GattaNera ha detto...

E' vero... abbiamo paura di scoprire che sono uomini o donne come noi, che hanno avuto una vita "normale" sinchè in un preciso momento si è spezzato qualcosa ed hanno perso la capacità di continuare come semplicemente era il giorno prima.
Non credo che si possa parlare di scelta volontaria anche se quasi nessuno è disposto a tornare sui suoi passi... ma allora mi vien da chiedermi quanto male siano stati per rischiare di morire di freddo e stenti pur di non tornare indietro?

Paola

Lisa72 ha detto...

Carissimo, penso che questo sia un argomento difficle da trattare: ho ascoltato o letto storie di persone che non hanno più voluto "reinserirsi", che si sono rifiutate di dormire al chiuso, storie di persone che mai avrebbero cambiato quella vita e persone che avrebbo voluto cambiarla subito...
Mi trovo in difetto, nel caldo di casa mia, con persone che amo e che mi amano...
Non posso e non voglio giudicare e sono incapace, ritengo, anche solo di poter capire....
Penso che forse qualcuno, qualcosa, prima di questa svolta avrebbe potuto intervenire, ma una volta presa la decisione non credo si torni più indietro...
Un abbraccio (ci rileggiamo lunedì... vado da parenti per il fine settimana), Lisa

Anonimo ha detto...

:-(

Sono altri, credo, che dovrebbero chiedere scusa...
C.

zefirina ha detto...

ho conosciuto tanto tampo fa un ragazzo che aveva fatto questa scelta contro la sua famiglia, addiritura dormiva sotto il colonnato del palazzo di famiglia, finchè il nonno non fece metere dei cancelli, lo chiamavano il principe, un bellissimo ragazzo, ho capito poi che principe lo era effettivamente, non ha rinnegato la sua scelta anzi ha reso una strada peggiore: è morto di overdose, nessuno dei soi familiari ha voluto o saputo ascoltare il suo grido di dolore, nessuno ha potuto curare il suo disagio, nemmeno i suoi amici che l'avevano conosciuto in tempi migliori.

E' facile parlare di forza di volontà... non tutti siamo in grado di averla, sono stufa di chi cita questa parola: aiuto, bisogna invece aiutare chi si vuole fare aiutare e anche chi non vuole, è forse più difficile ma n on impossibile

zefirina ha detto...

p.s. io dovrei stare attenta alla linea, ma non so resistere alla cioccolata, non sempre e allora???? sono per questo un mollusco????
ok la mia forza di volontà vacilla a volte

riccardo gavioso ha detto...

@ pibua: credo che la loro figura sia un monito a come funziona la nostra società... o più esattamente o come non dovrebbe funzionare.

un caro saluto

riccardo gavioso ha detto...

@ mrsegnalatore: hai ragione, è davvero incredibile l'espressività dei loro visi e dei loro occhi... quasi un dono del destino in cambio di quello che si è preso.

un caro saluto

riccardo gavioso ha detto...

@ doc63: come dicevo da altra parte, il fatto che non afferrino la nostra mano non significa che non apprezzino il fatto che gliel'abbiamo tesa. E il fatto di provare ad aiutarli resta un grande gesto.

un caro saluto

riccardo gavioso ha detto...

@ cristian: pensa a quanti soccombono i maniera diversa. Magari cedendo alla depressione o coinvolgendo con violenza gli altri nel proprio fallimento.

grazie della visita

riccardo gavioso ha detto...

@ gattanera: ti ringrazio per aver posto la domanda cui nessuno dovrebbe sottrarsi. Quanto erano ridotti alla disperazione, per scegliere di farsi torturare quotidianamente dagli stenti?

grazie della visita

riccardo gavioso ha detto...

@ lisa72: difficile che scelgano di tornare indietro, finchè non avranno la prova che si sia davvero pronti a riaccoglierli.

un abbraccio, e un buon fine settimana

riccardo gavioso ha detto...

@ comicomix: ti ringrazio, e come detto credo che di un grazie dobbiamo sentirci in debito verso i molti che si occupano di loro e che hanno costruito adirittura un blog per farci sentire il loro lamento.

un caro saluto, e ancora bravissimi per il post di oggi!

riccardo gavioso ha detto...

@ zefirina: spesso la forza di volontà non basta, e la cosa vale per ognuno di noi, come giustamente ricordi. Se poi, a questa, si unisce la mancanza di affetto da parte degli altri o un sensazione di inutilità...

un caro saluto

Anonimo ha detto...

Non dovrebbero esistere morti di serie A o di serie B.

Purtroppo tutti quanti tendiamo a pensare che le disgrazie capitino sempre agli altri, ma gli altri potremmo essere anche noi.

Provo molta pena per coloro che hanno perso tutto, purtroppo anche la dignità.

Bel post!

Ciao
Antonio

riccardo gavioso ha detto...

@ antonio: in una società che ci vuole vincenti, rimane solo un angolino per i perdenti.

un grazie e un saluto

Anonimo ha detto...

Certo che dobbiamo avere un pensiero per loro! Ma inevitabilmente vien fatto di pensare che avevano già scelto il loro destino. Anche le famiglie che li hanno presto dimenticati, o non aiutati, o non sopportati nelle loro stranezze di vita precedente. Forse sono solo persone disperate, che hanno perso tutto, od anche, persone un po' vili che di fronte a delle responsabilità non hanno saputo farsene carico.
Alcuni di questi sono genitori che hanno abbandonato moglie e figli dopo gravi dissesti famigliari, ed allora vien fatto di pensare " come se la saranno cavata loro a casa?" Le storie dietro alle spalle di queste persone sono tante, e tanto misteriose. Meritano pietà e soccorso, perche non si deve mai chiedere a chi chiede, il perchè, come fanno le asociazioni di volontariato che offrono pasti caldi a tutti, ed un giaciglio per la notte a chi si presenta. Qualche volta penso, che se anche mi presentassi io, volontariamente non farebbero domande e mi offrirebbero aiuto. Anche a queste persone io penso, con grande gratitudine e lungimiranza.
Potrei parlare per delle ore ,ma mi rendo conto che sarebbe eccessivo.
Ti invio cari saluti.
Valeria

riccardo gavioso ha detto...

ti ringrazio per questo doveroso tributo a chi prova ad aiutarli e spesso condivide i loro disagi e le loro notti.

un caro saluto

Anonimo ha detto...

una puntura di spillo al cuore

riccardo gavioso ha detto...

a volte il cuore si addormenta e una puntura di spillo può anche essere utile...

grazie, e un caro saluto

Anonimo ha detto...

scusa se ti contraddico. è una gran notizia.una notizia che dovrebbe far riflettere. dovrebbe fare riflettere chi, à la responsabilità di provvedere, ai bisogni del popolo che loro governano. dovrebbe far riflettere chi è la causa di tutto questo con i loro imbrogli, con il loro strozzinaggio,ecc ecc. Forse questi poveretti come tu dici anno perso la libertà. forse ma secondo me anno conservato la loro dignità. Si la dignità di rompersi ma di non piegarsi.Queste sono notizie da diffondere non certe s.......e.

riccardo gavioso ha detto...

non sono mai stato così felice di essere contraddetto, e condivido tutto di quello che hai scritto.

grazie, e un saluto

Anonimo ha detto...

molte di queste persone hanno problemi di malattia mentale e rifiutano qualsiasi aiuto. Sappiamo che non si può curare nessuno per costrizione a meno che la persona non commetta atti violenti o pericolosi per se o per gli altri e anche in questi casi dopo un breve periodo di "cure", se non c'è collaborazione da parte del malato, la situazione torna quella che era.
Fanno parte di una società che purtroppo non è in grado di risolvere ma solo di alleviare i problemi che queste persone vivono.
È grazie all'interessamento di molti operatori che si prodigano senza riflettori puntati che la situazione è meno drammatica di quello che potrebbe essere.
Questo post dimostra la tua grande sensibilità nei confronti di problemi reali che però, credo e non volermene, non offre soluzioni pratiche o utili a risolverli.
Ciao

riccardo gavioso ha detto...

in effetti, la difficoltà d'intervenire era la mia conclusione.
Ma credo che se riesco a portare qualcuno sul bolg cui hanno affidato i loro pensieri, sia una cosa, magari non utile, ma buona. Se mio figlio, dopo aver letto questo post, riuscisse a superare la sua diffidenza sarebbe un'altra buona cosa...

un saluto

Anonimo ha detto...

Scusami, hai ragione
Ritenevo, illudendomi, che il rispetto per le persone a prescindere dalle condizioni sociali fosse scontato.
Ciao

Anonimo ha detto...

grazie Rick ,sono queste osservazioni che aiutano a maturare;conoscere e non nascondere a se stessi i gravi
problemi che quotidianamente altri si trovano quali il freddo,il cibo,un riparo per la notte; ed tutto questo se ogni persona si fa' un piccolo esame di se stesso troverà che i più cercano di voltarsi da una altra parte e aumentare la velocità dei passi.

riccardo gavioso ha detto...

credo sia istintivo, come fare un passo indietro sull'orlo di uno strapionbo, ma dobbiamo sforzarci di farlo nella loro direzione.

un caro saluto

Anonimo ha detto...

Niente scuse, è proprio così è la nostra precarietà e fragilità che ci porta considerare chi ha fato i soldi e non chi ha avuto un destino avverso. Dove sono i colleghi? i parenti? i figli? gli amici?
Forse bastano un pò di coccole per ridargli il coraggio la forza, rompere la disperazione.
Io non me la prendo con chi ne ha paura, ma con chi, un tempo, ne ha condiviso le gioie

riccardo gavioso ha detto...

giustissima osservazione: dove sono?
Credo che il dovere di tutti sia invece quello di tendere una mano, e anche se molti non l'afferreranno, non vorrà dire che quel gesto non gli abbia fatto un minimo di bene.

un caro saluto

riccardo gavioso ha detto...

risponde molto bene Brecht quando dice che così i rapporti fra gli uomini non migliorano, ma la neve dedicata a lui cade sul marciapiede.
E' la società che deve essere più umana. Poi noi dobbiamo fare quello che possiamo, ma l'emarginazione nasce dalla società
cia Rick
e sempre gazie

Anonimo ha detto...

hai ragione...:((

riccardo gavioso ha detto...

ma ho avuto torto a pronosticare pochi commenti, e questo mi fa piacere.

grazie e un saluto

Anonimo ha detto...

E' incredibile. Non ho molto tempo da dedicare ai miei post, per cui devo spesso effettuare delle scelte. Oggi ero indeciso se parlare di questa storia (di ordinaria miseria) o di quella dei bambini della discarica di manila. Infine la dichiarazione di Napolitano sull'emergenza rifiuti mi ha convinto a trattare la seconda. Ma sono contento che sia andata così: hai raccontato tutto molto meglio di quanto io avrei mai potuto o saputo fare.
Un caro saluto

riccardo gavioso ha detto...

ti ringrazio molto, del resto abbiamo già visto che una certa telepatia telematica si è instaurata tra di noi

un caro saluto

Anonimo ha detto...

Sono riuscita a leggere solo ora il tuo scritto.
Hai ragione è la classica non notizia :-)
E visto che ognuno di noi scrive per farsi leggere, per far ascoltare la sua voce..perchè si dovrebbe parlarne e scriverne?
E invece persone come te hanno questo coraggio, parlando e scrivendo anche di non notizie che non fanno clamore ma toccano il cuore facendoci riflettere.
Un caro saluto,
Sara

riccardo gavioso ha detto...

è grazie a chi ha la vostra sensibilità che una non notizia può diventare notizia...

un caro saluto anche a te

Franca ha detto...

Io non credo che sia stata una scelta volontaria per nessuno.
Grazie per averci fatto pensare

riccardo gavioso ha detto...

@ franca: concordo pienamente, come ho provato a sottolineare negli altri commenti.

grazie a te, come sempre

Sbirillina ha detto...

Quando scrivi che un tempo sono stati uomini "normali" mi chiedo con quale metro riusciamo a misurare la normalità dell'uomo. E' una normalità che ci ha imposto la società che è stata costruita in funzione del benessere materiale che diventa per certi aspetti e per certe persone benessere mentale, ma solo perchè all'interno di loro regna il vuoto. Non dobbiamo prenderci il diritto di giudicarli come persone incapaci di far parte del mondo che noi riteniamo "normale" è probabile che sia più normale il suo, fatto di assoluta libertà di essere ciò che vogliono essere. Noi molto spesso non siamo capaci di essere quello che vorremmo, impersoniamo un modello che ci è stato imposto, in sostanza credo che nell'osservarli bisogna ignorare la loro essenza ma cogliere quella che sta dentro noi e valutare quanto siamo disposti a fare o dare a queste persone indipendentemente dalla loro volontà di ricevere.

riccardo gavioso ha detto...

@ sbirillina: mi merito la tirata d'orecchi sul termine "normale"... a volte, per esprimere un concetto, capita di cadere in queste trappole. E sottoscrivo la tua esortazione a dare, senza domandarsi quanto loro siano in grado di ricevere.

una buona serata

Sbirillina ha detto...

Perdonami non era mia intenzione riprendere nessuno, io parlo sempre in generale.. il concetto che esprimevi l'avevo compreso, mi sono soffermata sulla parola "normale" per far capire quanto siamo ancorati a degli stereotipi sociali che riteniamo corretti e non sempre lo sono.

riccardo gavioso ha detto...

@ sbirillina: non devi assolutamente scusarti. Ero sincero: fino a quando non ho letto il tuo commento, non mi ero reso conto di aver usato quel termine. E siccome la penna è molto critica per natura, adesso le tocca una giusta autocritica.

un ululato notturno

Sbirillina ha detto...

Da buona montanara vissuta tra lupi volpi aquile ecc ecc l'ululato notturno non poteva esser miglior saluto....

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