chiunque abbia, più o meno, la mia età ricorderà con un sorriso il “Manuale delle Giovani Marmotte”. A chi è più giovane sarà necessario far sapere che i manuali - visto che in Italia a cura di Mondadori ne sono usciti sei - erano piccole enciclopedie in cui i personaggi Disney spiegavano ai ragazzi come stare a contatto con la natura e cavarsela da soli. Qui, Quo, Qua indossavano un buffo cappello di pelo alla David Crocket e, diretti dal Gran Mogol, che per la verità era un po’ antipatico, andavano per boschi e si ritrovavano in situazioni difficili prontamente risolte grazie all’infallibile manuale, fino all’immancabile conclusione con l’ambitissima medaglia al merito. Si poteva apprendere come costruire aquiloni, mongolfiere e bussole, come fare nodi, come funzionavano l’alfabeto morse o i segnali di fumo, quali erano i nomi delle tribù indiane e come risalire da un’orma all’animale che l’aveva lasciata.
Ma i tempi sono cambiati, i manuali sono finiti a prendere polvere in qualche cantina e la Mondadori, dopo un paio di tentativi di ristampa, ha interrotto le pubblicazioni.
Sembra che i giovani anche oggi siano ancora attratti dalla vita all’aria aperta, solo che come potrete vedere nel filmato, paiono poco interessati al montaggio di aquiloni, e più attenti alle impronte umane che alle orme di animali. Il manuale però ricopre ancora un ruolo fondamentale, anche il compendio delle conoscenze indispensabili in un volume pare cosa ardua: il manuale del Kalashnikov ha dimensioni davvero importanti e quello della pistola elettrica Teaser non è da meno.
In ogni caso, se volete accelerare i tempi, potete chiedere lumi a Shawn Newberry, un ragazzo americano che andava a scuola indossando sotto la camicia un giubbotto antiproiettile: quando gli sono state chieste spiegazioni, ha risposto che aveva i suoi buoni motivi. A casa di Shawn, gli agenti hanno trovato tre fucili Kalashnikov, una pistola elettrica Taser, un elmetto tattico e oltre duemila proiettili. Il padre di Shawn ha negato che il figlio avesse intenzioni "aggressive". Ha comprato le armi, ha aggiunto, perché voleva divertirsi con gli amici.
Michael Moore, nel famoso film s’interrogava su due cose: come fosse stata possibile la strage di Columbine e da dove venisse la propensione dei suoi connazionali per la violenza. Se potessi parlare con lui, avrei modo di fargli notare che la strage nel liceo di Columbine non è un caso isolato, visto che da allora questi episodi si ripetono con regolare cadenza. Quanto al suo non trovare una risposta alla propensione alla violenza, potrei spiegargli che la violenza nasce dall’ignoranza, dalla mancanza di educazione e di cultura. La realtà degli Stati Uniti sta tutta in quell’affermazione: “ voleva semplicemente divertirsi con gli amici”. Assurda fino ad un certo punto: quando i mitragliatori a ripetizione sono impilati di fronte ai panini per gli hamburger, difficile ricordarsi che non è tutto un gioco.
Scendo in cantina a cercare il Manuale.
Ma i tempi sono cambiati, i manuali sono finiti a prendere polvere in qualche cantina e la Mondadori, dopo un paio di tentativi di ristampa, ha interrotto le pubblicazioni.
Sembra che i giovani anche oggi siano ancora attratti dalla vita all’aria aperta, solo che come potrete vedere nel filmato, paiono poco interessati al montaggio di aquiloni, e più attenti alle impronte umane che alle orme di animali. Il manuale però ricopre ancora un ruolo fondamentale, anche il compendio delle conoscenze indispensabili in un volume pare cosa ardua: il manuale del Kalashnikov ha dimensioni davvero importanti e quello della pistola elettrica Teaser non è da meno.
In ogni caso, se volete accelerare i tempi, potete chiedere lumi a Shawn Newberry, un ragazzo americano che andava a scuola indossando sotto la camicia un giubbotto antiproiettile: quando gli sono state chieste spiegazioni, ha risposto che aveva i suoi buoni motivi. A casa di Shawn, gli agenti hanno trovato tre fucili Kalashnikov, una pistola elettrica Taser, un elmetto tattico e oltre duemila proiettili. Il padre di Shawn ha negato che il figlio avesse intenzioni "aggressive". Ha comprato le armi, ha aggiunto, perché voleva divertirsi con gli amici.
Michael Moore, nel famoso film s’interrogava su due cose: come fosse stata possibile la strage di Columbine e da dove venisse la propensione dei suoi connazionali per la violenza. Se potessi parlare con lui, avrei modo di fargli notare che la strage nel liceo di Columbine non è un caso isolato, visto che da allora questi episodi si ripetono con regolare cadenza. Quanto al suo non trovare una risposta alla propensione alla violenza, potrei spiegargli che la violenza nasce dall’ignoranza, dalla mancanza di educazione e di cultura. La realtà degli Stati Uniti sta tutta in quell’affermazione: “ voleva semplicemente divertirsi con gli amici”. Assurda fino ad un certo punto: quando i mitragliatori a ripetizione sono impilati di fronte ai panini per gli hamburger, difficile ricordarsi che non è tutto un gioco.
Scendo in cantina a cercare il Manuale.
11 commenti:
sai quella vecchia storia che arriviamo vent'anni dopo gli americani... non ci voglio nemmeno pensare. In effetti, conoscere il passato è presupposto per costruire un futuro diverso: forse è per questo che in tanti si agitano per scopare sotto il tappeto tutti gli orrori che sono successi.
Avrai letto di come stamattina i nostri prodi giornalisti stiano dando spazio a quelli che dicono che la giustizia argentina è rallentata dalla ricerca dei colpevoli degli assassinii della dittatura... e dire che se proprio gli interessa la lentezza della giustizia, mica devono attraversare mezzo mondo!
Un abbraccio anche a te.
La violenza è la risposta semplificatoria alla cieca e irrazionale paura per tutto ciò che è altro da noi, che non riusciamo a comprendere.
Sarebbe buffo (se non fosse tragico, purtroppo) che nel paese che ha messo in costituzione il diritto alla felicità e che ha nel suo Dna la contaminazione con gli "altri" ci sia stata questa regressione.
I valori "positivi" dei padri americani, progressivamente caricaturati nella grottesca faccia di certa America imperialista (non tutto è perduto, spero) di oggi
Un caro saluto
Mister X di Comicomix
Ottimo richiamo, il tuo. Un'analisi corretta ed equilibrata. Il problema è che mi è veramente difficile addomesticare la penna quando sente che sono riusciti ad arrivare alle sterilizzazioni di massa, e che da noi la cosa non sembra aver suscitato particolare scalpore.
Auguro agli americani di tornare alle vette che giustamente hai ricordato, ma è importante che comprendano che oggi sono finiti sotto il livello del mare.
Un caro saluto anche a te.
Io ho letto anche il Manuale di Nonna Papera... ;-)
Non sono una censuratrice però credo che un po' di riordine a media e videogiochi forse sia necessario: è vero, io ho visto tutti i primi cartoni animati dei robots e non per questo sono una distruggitrice però nel contempo avevo spazi e tempi per giocare con i miei coetanei e stare con i miei genitori... oggi vedo bambini che non vanno ancora alle elementari con i gamepad sempre in mano a sparare a tutti, parcheggiati davanti alla tv a vedere di tutto e mai insieme ai bambini della loro età o con adulti che GIOCHINO con loro... è molto triste e preoccupante!
Lisa
è un argomento davvero molto complesso: non vedo un rapporto immediato tra il gioco e la perdita del senso della realtà, ma quando diventa ossessione tutto è possibile. C'è poi da dire che anche in fatto di giochi il cattivo gusto sta raggiungendo livelli notevoli. Il problema sono comunque gli adulti: il costume da piccolo kamikaze arabo che era in prima pagina ieri, mica il bambino se lo sarà fatto da solo... e non credo neppure lo abbia pensato da solo!
Ho voluto scrivere di corsa e non mi sono espressa bene: credo che se tutto il giorno, tutti i giorni , sei immerso in una non realtà come quella virtuale della tv e dei videogames infine quella diverrà la tua realtà.... se tutto il giorno giochi ad essere il più bravo ad eliminare alla fine ti sembrarà normale eliminare.... sarà sicuramente più facile costruire un fucile vero che non il modellino di un aeroplanino.... non so se sono riuscita a spiegarmi... è un concetto che ho in mente ma non sono brava ad esprimerlo
ti sei spiegata benissimo: hai ragione, e il problema è la misura. Nessuno di noi giocando ai cowboys è diventato George Bush da grande, ma i videogichi tentono ad essere ossessivi e a ingenerare una perdita del senso della realtà: giorni fa in giappone, mi sembra sia morto un ragazzo per non staccarsi dal gioco, a questo punto tutto diventa possibile.
Ignoranza, frustrazione, disoccupazione, complessi d'inferiorità e problemi d'identità. E forse un passo di più dopo troppo tv e giochi video violenti. Se si aggiuntasse a tutti questi la facilità negli Stati uniti d'ottenere fucili tra cui i kalashnikov , si avrebbe già una situazione esplosiva.
In Europa non abbiamo la stessa tradizione di arme da fuoco. Non è anche facile a compararsi un kalashnikov. Ma lo stesso fenomeno esiste. I giovani che gironzolano con i cani pericoli per esempio, non lo fanno per l'amore degli animali né per l'amore dell'umanità
mi fa piacere che la tua osservazione sia partita con il termine ignoranza.
Mi spaventa di più il genitore che la butta sul ridere, che il figlio che si crede rambo: o forse sono solo due aspetti della stessa realtà.
Sì, beninteso ci sono anche i loro genitori. Quelli che si dimettono delle tutte proprie responsabilità e non sono mai capaci a dare esempi positivi. O quelli che si detestano, seminando l'odio ed una futura senza gran speranza. Tali genitori si li trovano da ogni parte sfortunatamente
le responsabilità dei genitori sono innegabili, ma perchè certe cose capitano sempre negli Stati Uniti... L'economia più avanzata del mondo è anche la più violenta. Il dio denaro è una divinità Maya? ...vuole sacrifici di sangue?
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