le tasse occulte degli italiani: l'autovelox



Molti di voi stanno per farmi notare che con una pressione fiscale a 44 %, andare a scovare altre tasse sia cosa crudele e da evitare. Concordo, ma la mia intenzione è quella di offrirvi un quadro il più possibile veritiero dell’italica situazione, quindi procedo:

L’autovelox è quel simpatico apparecchietto simile a un robottino di guerre stellari venuto male, che abbiamo imparato a conoscere e ammirare ai lati delle strade che percorriamo ogni giorno. Il suo debutto risale a una ventina di anni fa, e fu un debutto che ci ha lasciato ricordi splendidi e giocosi. Come non ricordare con quale raffinato senso dell’umorismo venne inizialmente impiegato nelle prime corsie telepass e nelle prove di velocità dei rallies, multando dal primo all’ultimo concorrente… quanta poesia… quanta fantasia. E il fascino di quelle foto: l’uomo comune immortalato mentre svolge le sue mansioni quotidiane. Realismo allo stato puro, non le cederei per un’intera collezione Alinari.
Ma come sempre accade, il denaro rovina le cose più belle e nobili, e della poesia dei primi tempi è rimasto ben poco. Ormai divenuto grigio strumento contabile delle amministrazioni locali, il nostro autovelox ha perso buona parte del suo fascino, ma ha contribuito al risanamento del paese. Per le città è diventato una consistente voce di bilancio, per i comuni di medie dimensioni la prima voce di bilancio e per quelli di piccole dimensioni pressochè l’unica voce di bilancio. Piccoli paesini, strategicamente piazzati su statali ad alto traffico, potrebbero ormai tranquillamente permettersi lussi degni degli sceicchi, ma preferiscono restare nell’ombra: il luccichio delle panchine d’oro potrebbe distrarre l’automobilista e fargli alzare il piede.
Naturalmente, col passare del tempo si è cercato di ottimizzare i profitti. Ed ecco sorgere gigantesche strutture sui raccordi cittadini, che costano mezzo milione di euro, ma nel giro di un anno ne fatturano il doppio: naturalmente a cadere nella ragnatela sono esclusivamente automobilisti provenienti da fuori, e il tutto si è quindi trasformato nell’equivalente della gabella di passaggio medievale così ben rappresentata in un film con Benigni e Troisi. Queste multinazionali dell’autovelox naturalmente sono piazzate su strade a tre o quattro corsie, di tipo autostradale, dove imperano velocità di cinquanta o settanta chilometri l’ora, che se rispettate, sono in grado di farvi piallare dal TIR che avete alle spalle, come solo una massaia emiliana sa fare con la pasta sfoglia.
A Torino ne stanno costruendo uno molto innovativo che dovrebbe monitorarvi per un lungo tratto di strada e incarnare i peggiori incubi di George Orwell: costo previsto un milione di euro, fatturato previsto… perché porre limiti alla divina provvidenza!
Sento un brusio di fondo: attaccare e irridere un prezioso strumento di sicurezza stradale… Allora sul prezioso possiamo ampiamente concordare, sulla sicurezza stradale non ci siamo proprio.
Avete mai visto un autovelox piazzato al centro di un paese o di fronte ad una scuola, dove una velocità elevata costituisce reale fattore di rischio? …non l’avete visto perchè la stragrande maggioranza degli automobilisti non sono creature assetate di sangue uscite da un romanzo di Stephen King, e quindi non farebbe buoni affari. Ma non l’avete nemmeno visto piazzato verso le ultime case del paese, dove avrebbe ancora un senso, bensì nascosto dietro il muretto dell’ultima fabbrica abbandonata, preferibilmente una trentina di metri prima del cartello di fine divieto. Naturalmente quando il Comune deve affrontare qualche spesa straordinaria, si passa alla viabilità creativa e il divieto viene abbassato a trenta chilometri l’ora, con conseguente aumento di fatturato e recupero dell’inflazione.
Altro notevole esempio di creatività è stato cambiare le regole in corso d’opera. Inizialmente se il proprietario del mezzo non comunicava i dati di chi era alla guida al momento dell’infrazione si vedeva decurtare i punti/patente relativi. Un bel giorno sono state cambiate le regole, e chi non ha comunicato, disposto a farsi scalare magari un paio di punti, si è vista recapitare una seconda sanzione raddoppiata, riuscendo per una decina di chilometri oltre il limite a pagare quasi cinquecento euro.
Pagare e tacere? Considerarla una tassa, come da premessa, e rassegnarsi?
Ricordo solo che nel comune torinese di Venaria, dove erano state piazzate simpatiche telecamere ai semafori per registrare infrazioni, che grazie a un funzionamento disinvolto avevano caricato di multe per qualche migliaio di euro le famiglie del posto, si è spontaneamente avviata una sommossa popolare, con tanto di assedio del Comune, che si è conclusa solo quando il sindaco ha promesso lo stralcio delle contravvenzioni e la revisione della regolazione dei simpatici giocattolini.
Vedete un po’ voi…

7 commenti:

riccardo gavioso ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

giorni fa è venuto a casa mia un riscuotitore a intimarmi di pagare una multa di 400 euro e passa per un eccesso di velocità (con la panda!)... ma come?... ma dove?... infatti, io non ne sapevo niente, ma che mi ci hanno scattato la foto, pare... mi sono informato un po' in giro e ho saputo che questo comune se l'è trovato davvero il suo tesoretto!... infatti in molti si sono visti arrivare tra capo e collo una salatissima contravvenzione tanto che fra non molto, questo paesello diventerà il più ricco d'Italia... "Paghi?" mi ha detto l'esattore, e io "Pago 'sta m..." e che mi pozzon fare? :)

riccardo gavioso ha detto...

se ti può consolare stanno perseguitando un portatore di handicap perchè il suo mezzo viaggia a 9 km/ora

riccardo gavioso ha detto...

solo per segnalare che a Torino, un eroe della lotta contro gli autovelox fu il tale che trovatolo prima di una curva e con gli addetti nascosti oltre per non farsi vedere, se lo carico nel bagagliaio e ripartì nella direzione da cui era venuto. Se mai questa persona mi leggesse, e mi inviasse una foto, sarà posta in bell'evidenza sul mio sito.

Anonimo ha detto...

L'idea che i comuni speculino sulle multe non e' nuova.
Di solito sono prudente e fino ad ora non mi sono mai trovato una multa per eccesso di velocita' pero' sto notando un certo proliferare di cartelli con limiti assurdi: 30 km/ora in una strada di campagna; 50 km/ora su di una statale, in una zona priva di abitazioni e di vie laterali.
Mi chiedo se i comuni possano d'iniziativa mettere un cartello con limiti piu' bassi di quelli previsti dal codice oppure se detti cartelli debbano essere autorizzati che so, dalla provincia o dalla regione.
Nel primo caso sarebbe una situazione vergognosa, come dice rickgav, una gabella.
Nel secondo caso non so... forse associazione a delinquere?

riccardo gavioso ha detto...

ti ringrazio per il commento.
Ribadisco comunque la mia domanda: avete mai visto un autovelox piazzato in un punto realmente pericoloso? L'avete mai visto a centro di un paese o davanti ad una scuola? Prima di una curva pericolosa?

Anonimo ha detto...

Da me ne hanno messo uno in uscita dalla città e in discesa..... Per rimanere a 50km/h devi frenare e mettere la seconda anche con il 126

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