“La Storia della Colonna Infame” narra dell'intentato processo a Milano durante la terribile peste del 1630 contro due presunti untori, ritenuti responsabili del contagio pestilenziale tramite misteriose sostanze, in seguito ad un'accusa - infondata - da parte di una "donnicciola" del popolo, Caterina Rosa.
Il processo, svoltosi storicamente nell'estate del 1630, decretò sia la condanna capitale di due innocenti, Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora, sia la distruzione della casa di quest'ultimo. Come monito, venne eretta sulle macerie dell'abitazione del Mora la "colonna infame", che dà il nome alla vicenda.
Con questa tragica vicenda, Manzoni vuole affrontare il rapporto tra le responsabilità del singolo e le credenze e convinzioni personali o collettive del tempo. Tramite un'analisi storica e giuridica, l'autore cerca di sottolineare l'errore commesso dai giudici e l'abuso del loro potere, che calpestò ogni forma di buonsenso e di pietà umana spinti da una convinzione del tutto infondata e da una paura legata alla tremenda condizione del tempo provocata dall'epidemia di peste.
Il processo, svoltosi storicamente nell'estate del 1630, decretò sia la condanna capitale di due innocenti, Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora, sia la distruzione della casa di quest'ultimo. Come monito, venne eretta sulle macerie dell'abitazione del Mora la "colonna infame", che dà il nome alla vicenda.
Con questa tragica vicenda, Manzoni vuole affrontare il rapporto tra le responsabilità del singolo e le credenze e convinzioni personali o collettive del tempo. Tramite un'analisi storica e giuridica, l'autore cerca di sottolineare l'errore commesso dai giudici e l'abuso del loro potere, che calpestò ogni forma di buonsenso e di pietà umana spinti da una convinzione del tutto infondata e da una paura legata alla tremenda condizione del tempo provocata dall'epidemia di peste.
(nel caso non abbiate notato singolari coincidenze con recenti vicende del nostro paese, provate a sostituire la parola “peste” con “recessione economica”)
2 commenti:
Se si sostiuisse la parola “peste” con “recessione economica”, non si farebbe nemmeno caso alla data 1630. Non fosse altro che non mi pare abbiamo fatto grossi progressi da allora. Manzoni potrebbe scrivere una vicenda di oggi, senza le difficoltà di quasi 400 anni trascorsi (inutilmente?)
@ crocco1830: il sogno del viaggio nel tempo sembra ormai realtà... peccato che ci stiamo muovendo nella direzione sbagliata ;)
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