accolgo volentieri l’appello di un’amica che mi chiede di offrire visibilità a “Maschileplurale”, un associazione che mira al rispetto della donna e al miglioramento dell’uomo.
Abbiamo appreso che, nella nostra civilissima Europa, la prima causa di mortalità e invalidità femminile per le donne dai 16 ai 44 anni è la violenza da parte di partner, mariti, fidanzati o padri. E quando un fenomeno assume dimensioni così rilevanti, non si può negare che, a radici “culturali” che affondano nel passato, si deve necessariamente accompagnare un ecositema in grado di garantirgli sopravvivenza nel presente.
Dal sito, ho scelto queste parole di Marco Deriu che mi paiono in grado di stimolare una profonda riflessione maschile sul modo di relazionarci e rapportarci col sesso opposto… nella speranza che inizi ad essere, per l’appunto, un po’ meno“opposto”:
“Credo che oggi come oggi gli uomini commettano violenza soprattutto perché non accettano la differenza, ovvero non accettano l’alterità della propria compagna. Non accettano che la donna che hanno di fronte non sia semplicemente una continuazione, un riflesso del proprio desiderio o dei propri bisogni. Non accettano che essa possa scegliere in base al proprio desiderio e che questo non coincida con il loro o con la loro idea di relazione. In questo scacco – e nel conseguente senso di “impotenza” verso l’autonomia e la libertà femminile - emerge tutta la dipendenza, la fragilità e l’insicurezza nascosta degli uomini. Poiché tutti questi aspetti sono ancora intollerabili per molti uomini, li si nega ancora una volta tramite la violenza. Si potrebbe dire che molti uomini preferiscono cancellare l’alterità piuttosto che riconoscerla e accettare così la propria parzialità, la propria vulnerabilità, la propria impotenza. In questo senso questa nuova forma di violenza maschile sulle donne rappresenta un tentativo di cancellare la differenza e non l’uguaglianza.
Ciò che è difficile per gli uomini oggi non è riconoscere che le donne hanno pari dignità o valore degli uomini. Ciò che è difficile è stare di fronte ad una donna ed accettare che essa è altro da noi. Ebbene io credo che la relazione vera e propria può nascere solo nel momento in cui ogni uomo riconosce che la donna che ha di fronte non è una sua proiezione o un suo oggetto e che essa può differire da lui in tante cose, nel bene e nel male. Solo a quel punto può cominciare una relazione ed uno scambio reale e nonviolento. Dunque accettare la libertà di differire della donna, accettare la propria parzialità e limitatezza e accettare una relazione reale sono tre aspetti intimamente connessi. Da questo punto di vista, questa violenza, in un modo o nell’altro, ci interroga tutti. Non si tratta di prendere le distanze da una violenza che sta fuori di noi, che appartiene “agli altri”, agli “uomini violenti”, ma piuttosto di fare realmente i conti con una possibilità che è inscritta nella cultura comune. La violenza, il delitto sono soltanto una delle possibili conclusioni. Il dato comune a tutti, non è l’episodio conclusivo della violenza, ma ciò che la precede: la concezione della coppia, dell’amore, della relazione. Ciò che ci sembra normale perché non si manifesta nella forma della violenza esplicita e del crimine, ma che probabilmente è invece all’origine del problema.
Quello che noi uomini possiamo fare è cominciare a parlare delle nostre modalità relazionali, di come siamo nelle relazioni, di come costruiamo le relazioni, di come le neghiamo, di come ne abbiamo paura. Dobbiamo chiederci in che misura siamo riusciti ad accogliere la libertà e il libero desiderio delle donne nelle nostre relazioni e nel nostro modo di amare.”
29 commenti:
come ho già detto alla tua amica, avevo linkato da un pezzo questo associazione...mio fratello Massimo fa parte della redazione, attuano sempre delle belle iniziative
come sempre,centri sempre il punto della questione.la paura dell'altro è in realtà la paura di se stessi,di nn poter avere il controllo,sugli altri,ma anche sulle proprie emozioni.c'è poi chi si fa vittima,e chi carnefice,ma alla base c'è sempre la paura.e l'incapacità di gestirla.e la mancanza di fiducia. in sè stessi.
Un post straordinario, ma non mi stupisco di questo.
Io amo le donne (senza facili battute, vi prego) perchè le considero un'univarso di intelligenza, saggezza, capacità che troppo spesso tendiamo a nascondore sotto streotipi assurdi e medioevali
Un sorriso in a
Carlo, con tanto affetto e stima e un pizzico di malinconia..
Grazie , di cuore..
@ lisa72: ti ringrazio di cuore, ma il merito va a chi mi ha segnalato l'iniziativa e all'autore dell'ottimo pezzo... io mi sono limitato al cappello.
Il tuo commento merita la cornice: prima esseri umani, poi (e molto poi) tutte le altre cose... e forse per ultime sesso e nazionalità.
ricambio l'abbraccio con affetto
@ zefirina: i miei complimenti a tuo fratello: mi è parso davvero un ottimo sito ricco di testi molto interessanti.
@ rudyguevara: la paura purtroppo blocca la mente, ma non fa altrettanto col braccio. Viviamo una spasmodica ricerca di sicurezza, e finiamo spesso per trovarci alle prese col terrore... mah...
@ comicomix: ti ringrazio di cuore, ma tutto il merito va all'autore del brano riportato. Verso le donne nutro i tuoi gli stessi sentimenti, e, senza piaggeria, devo dire che anche in questa piccola comunità spiccano per le doti che hai ricordato.
un saluto, a te con affetto, a Uolter con molta delusione, se ce l'hai ancora a tiro di microfono ;)
@ sbirillina: grazie a te per l'ottimo spunto
quoto Lisa e aggiungo, grazie...
come dicevo ho fatto davvero poco... il dato sulla mortalità non è certo nuovo, ma è a tal punto inconcepibile, che diventa nuovo ogni volta che lo si rilegge.
grazie a te
per qualcuno considerarle al pari della macchina sarebbe un grosso passo avanti
touché :)
Per un "vecchio" "paritarista" (neologismo di cui sono 1 dei primi sostenitori, anche secondo Google [www.google.it]),
oltre che egalitarista, come me, queste sono sante parole.
Cari saluti,
Mikelo
caro amico, complimenti per la primogenitura, ma io spero che il termine finisca presto di essere neologismo, trovare a pieno titolo ospitalità nel Devoto-Oli, per poi scomparire del tutto.
un saluto a te
Ottimo spunto per una "revisione" delle proprie posizioni.
Questo post dovrebbe essere letto da molti maschi perchè le considerazioni di Marco Deriu hanno una caratteristica speciale, non sembrano maschili.
Concordo anch'io, l'uomo non si indispettisce per la parità della donna, ma sopratutto per la diversità, ed è proprio questa che lo destabilizza e lo rende insicuro.
Vero che il mondo dovrebbe essere visto senza una differenziazione di genere, ma poi nella realtà il genere conta moltissimo sopratutto perchè le diversità tra persone non vengono considerate ed accettate.
Per ritornare a quello che ha detto Lisa, non vi pare che se mancano alcuni amici di OKNO viene a mancare la verve e sembra di essere al Festival di Sanremo (molte apparizioni di poca sostanza)?
Un saluto da martedì di una settimana pesante
Ross
anch'io spero che le parole di Marco siano lette, e soprattutto comprese, da molti uomini.
Per il resto, sei troppo generosa :)
un saluto da un martedì sabbatico di una settimana altrettanto pesante
Non cambierà mai nulla, nemmeno tra cento anni, perchè fa parte del DNA.maschile questo atteggiamento di superiorità maschile sulla donna.
Anche tra gli uomini più intelligenti e progressisti, ci sarà almeno una volta nella vita che rivolgendosi alla propria donna gli potrà scappare. "tu taci cosa vuoi mai capire"
Dopo questa frase non c'è più rimedio cari maschietti, inoltre, per il fatto che la donna è creatrice e continuatrice di vita, cosa che a loro non potrò mai accadere, c'è pure un senso d'icompiutezza nella loro onnipotenza. La donna è nata per seconda e questo sembra un destino irrinunciabile agli occhi di "tutti" i maschi, anche da chi non lo ammette". Personalmente io diffiderei di più di chi cerca di comprendere rendendosi servile in certe situazioni, che chi, quando è il momento della competizione puo chiedere: allora dimmi, secondo te cosa faresti in questa situazione?.
Già molto, secondo il mio parere, che ci fosse un effettivo riconoscimento all'intelligenza ed intraprendenza femminile e, con rispetto quando fosse necessario saperlo riconoscere.
valeria
cara amica, più che DNA io credo sia triste retaggio culturale... la tua frase mi scappa spesso, e non ne faccio certo un vanto, ma ti posso assicurare che è dispensata indipendentemente dai cromosomi dell'interlocutore.
Bellissimo questo post,che mi ha posto alcune riflessioni che vorrei sottoporre.
Passi per il passato,(l'altroieri non certo ieri)ma oggi,mi spiace dirlo perchè sono donna,non è anche forse colpa della donna stessa che non ha rotto con le tradizioni,con i vecchi schemi?
Quale esempio può dare ad un figlio/a se accetta la violenza,sia fisica che psicologica dal marito in nome della salvaguardia del matrimonio,dell'amore e non rispetta prima di tutto se stessa?
La donna "moderna" ha superato la dipendenza economica (non tutte )ma la sudditanza psicologica a quale stadio è?
le tue riflessioni meriterebbero pagine, e non poche righe.
Difficile liberarsi da condizionamenti che iniziano col primo dono che riceviamo e e vengono "rivettati" quotidianamente da tutto quel che ci circonda... media e pubblicità, in primis.
per il resto, grazie ovviamente
con l'arrivo in europa di tutti sti islamici la condizione della donna non può che peggiorare !
cmq la tv italiota ci mette ben del suo a ribadirci che la donna è solo un oggetto che deve sculettare mezza nuda in tv ! che tristezza
cab
il problema è che appena arrivati possono facilmente rendersi conto che se loro sono spesso fermi a una visione medievale,noi siamo ancora molto lontani dal rinascimento. Diamo un occhiata alle pubblicità: non dovrebbe essere difficile capire il punto in cui siamo...
sottoscrivo la tristezza
grazie!!!
Marisa
grazie a te!!! :)
bello un post molto in... ;-)
adesso sono curioso... ;)
Fatta l'analisi, quali sono gli strumenti operativi?
@ franca: sicuramente fare tutto il possibile per favorire una cultura che spazzi via i retaggi di una medievale, ancora ben radicata al di là del ceto.
Nessun lassismo da parte di organi di polizia e magistratura: ad incominciare da quei comportamenti che precedono il dramma e spesso lo trasformano nella cronaca di una morte annunciata.
scusa per il ritardo, ma mi era sfuggito
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