credo che nessuno che conosce quello che ho scritto possa tacciarmi di antisemitismo. Nel mio blog ci sono decine di articoli spesi in memoria delle vittime della Shoah, e in difesa di quella memoria da proditori attacchi di revisionisti e negazionisti. In virtù di questo, sento il dovere di tornare a parlare del Salone del Libro che si terrà nella mia città, e affrontare la questione del boicottaggio.
Lo faccio iniziando con un “se”.
Se, come purtroppo è probabile, tra circa un mese la pallina delle elezioni andrà a infilarsi nel vasetto di vetro dove nuota un bel pesciolino nero, come pesce rosso non potrò che continuare ad usare la mia unica arma, che come ben sapete è una penna, per lottare, con tutte le mie forze e la mie modeste capacità, contro il governo di questo paese e i suoi lugubri rappresentanti. Ora, se un paese organizzasse una Fiera del Libro e come ospiti d’onore invitasse gli scrittori italiani, resterei alquanto deluso dal fatto di essere messo sullo stesso piano di lacchè come Bruno Vespa o di un agiografo del bagonghi come Emilio Fede, e in quanto tale boicottato. Boicottare i miei scritti come segno di riprovazione per il governo Berlusconi, sarebbe, fatte salve le debite proporzioni, come boicottare Aleksandr Solzenicyn, per stigmatizzare le purghe dell’Unione Sovietica ai tempi di Stalin… in poche parole, il danno e la beffa.
Ma… e qui si deve continuare con un “ma”.
Ma, si diceva, se la Fiera in questione facesse riferimento come ospite, non agli scrittori che hanno il mio stesso passaporto, ma allo Stato che lo ha rilasciato, consentendo magari a un Ciarrapico, improvvido ministro della cultura, di sfilare, pavoneggiarsi e fare la ruota dei fasci nascosti a fatica sotto le penne di rappresentanza, sarei il primo, come scrittore a sentire il dovere di chiamarmi fuori, e trovarmi nella curiosa condizione di un autore che boicotta e censura se medesimo.
Quindi…
Quindi, se il Salone di Torino continuerà a far riferimento allo Stato d’Israele, ben venga il boicottaggio di un paese che da anni si è reso colpevole di macroscopiche violazioni dei diritti umani, e che pare molto più orientato a far uscire dai propri confini bombe poco intelligenti e morte, piuttosto che pace, tolleranza, libri e cultura.
28 commenti:
Non amo i boicottaggi..proprio per le ragioni che tu adduci.
Ma non mi paiciiono gli stati che, per difendere la sicurezza dei loro cittadini (cosa questa che comprendo) attaccano con violenza senza giustificazione gente inerme.
In quella terra disgraziata non ci sono, ormai, solo ragioni e solo torti da una parte.
Ma di gente inerme che muore, siano essi passanti israeliani dentro un autobus o (molti di più, purtroppo) bambini che vivono nella striscia di Gaza NON NE POSSO PIU' VEDERE!!!!
Un caro saluto,
Carlo
Hai perfettamente ragione, riccarco.
In questo caso il boicottaggio è il segnale ad un Paese, che si ostina a voler soffocare la dignità di un'altro popolo.
Quoto interamente Carlo di Comicomix.
Onestamente le colpe oramai sono equamente distribuite.
E gli innocenti da entrambe le parti pagano il prezzo.
@ comicomix: o sogno un domani diverso, un Salone del Libro che inviti come ospiti d'onore scrittori Palestinesi e Israeliani... seduti allo stesso tavolo! Sognare non costa nulla... o forse costa un numero impressionante di morti :(
un caro saluto a te
@ crocco1830: per me come scrittore, sia pur modesto, è un tema difficile e doloroso... dovrei partecipare, non so se parteciperò...
ti ringrazio di cuore
@ daniele: ...e la cultura dovrebbe provare a spezzare questo circolo mortale, ma non è così.
Pessimo quando chi si occupa di cultura non riesce a comprendere le sfumature del linguaggio, che diventano quelle della politica... il linguaggio è fatto di sfumature!
Mi trovi d'accordissimo.
bisogna vedere quali scrittori israeliani invita.....se invita lecchini del governo,è un conto,se si tratta di scrittori liberi e pensanti,beh la faccenda cambia,secondo me!come te,anch'io auspicherei un invito congiunto agli scrittori palestinesi.....
Sinceramente non sono d'accordo con Daniele Verzetti qando dice che le colpe sono equamente distribuite.
Diverso è dire che la situazione in quell'angolo del mondo è sempre stata fatalmente ingarbugliata e problematica, e che errori storici e politic si sono andati a sommare inesorabilmente. Ma questo non significa che non ci sia una parte oppressa ed una parte che opprime, rappresentata da un'entità statale e nazionale ben precisa, come ha giustamente evidenziato Riccardo.
Audrey
Sono estremamente d'acordo con quanto scrivi. Il boicottaggio della fiera del libro non è per quello che scrivono gli scrittori, almeno non è al centro dell'iniziativa. Il boicottaggio è a quello che rappresenta lo stato di Israele.
Sono per il boicottaggio.
@ riverinflood: grazie davvero... mi hanno sorpreso i molti consensi su un argomento che ritenevo difficile
@ rudyguevara: il primo post sull'argomento sosteneva la tesi che esponi nel commento, ma poi ho dovuto prendere atto che ospite d'onore era lo Stato d'Israele e non i suoi scrittori... ecco perchè di un'inversione di rotta.
un saluto nottivago
@ audrey: credo che ci siano precise responsabilità politiche e un'analisi davvero troppo complessa, ma, di fronte a tanta sofferenza, la mia ammirazione andrà a chi sarà capace a dire basta.
@ gelo polare: boicottare i libri è triste per chi li ama, ma di fronte a certe tragedie credo occorra un segnale molto forte.
grazie della visita
grazie rick, sul problema non so aiutarti, ma ho letto volentieri, come sempre!!
ti ringrazio molto... ottimo il richiamo al suicidio dell'operaio!
io penso che la Fiera del Libro di Torino avrebbe dovuto ospitare le voci del paese che è abitato sia da Israele che dalla Palestina, la questione avrebbe creato una linea di discussione tra le due fazioni che poteva avvenire a livello culturale e intellettuale molto avanzato, non nascondendosi dietro ai paraventi, riconoscendo uno Stato a sfavore dell'altro.
Neanche un salone del Libro riesce a suggerire una pacifica convivenza di idee e sentimenti. Così com'è congegnato, merita la riprovazione, anche a me non piace boicottare, ma se la cosa è ingiusta e evidente che non può essere considerata e va inoltre denunciata.
Grazie rick Ross
cara amica, mi fa piacere vedere che ci troviamo sulla stessa linea: se la cultura non ha la capacità di volare più alto della politica, si strappi le ali!
grazie a te
Sono d'accordo con quanto scrivi, anch'io dovrei venire alla Fiera, ma per le ragioni di politica Estera di cui parli, nonche' per ragioni ambientaliste, non so se verro' (i trasporti incidono negativamente sull'economia e sull'ecologia, come sottolinea un professore universitario in un articolo che ho postato qui: [oknotizie.alice.it]).
Per il resto che cos'e' l'iniziativa 25 aprile, 100 bloggers?
Mikelo
un'iniziativa che ho trovato sul blog di un'amica e si propone di celebrare con un post la ricorrenza del 25 aprile. Se clicchi sulla fascetta puoi scoprire i dettagli.
un saluto, Riccardo
non ho molto da commentare sul tuo post,chiaro e lucido come sempre, e come sempre, condivido. Ma dimmi, dovresti essere al salone con Lulù... o altro? e questa iniziativa che dice Michele?
in effetti volevo fare un salto da Lulu, e da un altro paio di editori, ma sono molto in dubbio...
per il resto basta cliccare sulla fascetta
grazie come sempre, e un saluto
Favorevole al boicottaggio, senza alcun dubbio!!
Liby
non so che dire perchè amo molto gli scrittori israeliani come Grossman, Yehoushua, Oz, palestinesi non credo di conoscerne, ma mi viene tristezza al pensiero che in un festival di libri scoppi la guerra invece che la pace
ho questo pensiero magico che i libri possano cambiare il mondo, alcuni...
E infatti il boicottaggio non è contro gli scrittori ebrei ma nei confronti di un stato che invoca per i palestinesi "una shoah più grande"...
@ liby: si è appena aperto Parigi, e noto che qualche scrittore israeliano è dalla nostra parte... una piccola, ma significativa conferma.
buon fine settimana
@ zefirina: figurati se come modesto scrittore non condivido le tue speranze, ma ci vuole più attenzione con le parole... specie in un Salone del Libro.
buon fine settimana
@ franca: parole vergognose quelle del vice-ministro, che confermano a tutti noi di essere nel giusto.
buon fine settimana
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