volete far davvero arrabbiare quelli di Confindustria? …rigategli le Mercedes!



Senza voler in alcun modo mettere in dubbio la preparazione di chi mi legge, credo che fino a ieri in Italia ben pochi sapessero cos’è la “ class action “. Oggi è sulla bocca di tutti, non solo perché è una delle novità della finanziaria che al Senato ha faticosamente evitato tutte le spallate, ma anche per la reazione isterica che ha manifestato la Confindustria appena appreso che la legge era passata.Ma cos’è la “class action”? Vediamo di farci aiutare da Wikipedia: "Un'azione collettiva, comunemente chiamata “class action” dal nome originale inglese, è un'azione legale condotta da uno o più soggetti che richiedono il risarcimento del danno non solo a loro nome, ma per tutta la classe, ovvero per tutti coloro che hanno subito il medesimo illecito. L'azione collettiva è il modo migliore con cui i semplici cittadini possano tutelarsi dai torti delle grandi aziende, in quanto la sentenza favorevole avrà effetto per tutti i soggetti che si trovino nell'identica situazione “.Qualche esempio potrà rendere l’idea: se un’azienda farmaceutica commercializza per anni un farmaco nocivo, negli Stati Uniti avvocati e medici si mettono in moto per documentare il danno patito da migliaia di soggetti. In seguito unificano le varie azioni legali, e arrivano a un patteggiamento che prevede un congruo risarcimento a favore dei danneggiati. Quindi il cittadino, senza spendere una lira per intentare un’azione legale che, viste le potenzialità dell’avversario, avrebbe poche possibilità di riuscita, è in grado di ricevere un risarcimento che, anche detratta la quota spettante all’avvocato, copre l’ottanta per cento dell’entità del danno subito. Molto raramente si arriva al giudizio, visto che le aziende preferiscono non aggravare una situazione critica con ingenti spese legali. Naturalmente in America spesso le cose prendono una piega curiosa, e gli avvocati che seguono le class action girano in lungo e in largo il paese con lussuosi jet privati, si servono di spot televisivi per setacciare i danneggiati e acquisiscono dai loro colleghi locali le richieste di risarcimento che questi hanno in mano.L’inserimento nel nostro sistema giuridico di un mezzo così efficace, possibilmente depurato degli elementi folkloristici di cui sopra, potrebbe essere prezioso strumento a disposizione del consumatore, che, visti tempi e costi della giustizia italiana, rimane totalmente in balia dei soggetti economicamente più potenti, con buona pace della democrazia.


Tutto bene? …non proprio, anche se le rimostranze di Confindustria potrebbero suggerire il contrario. Anzitutto bisognerà esaminare attentamente la normativa sotto il profilo giuridico, e vedere quali saranno le interpretazioni che ne darà la giurisprudenza. Poi bisogna ricordare che, a differenza del sistema americano, non è prevista la sentenza punitiva, cioè la possibilità di condannare l’azienda a un risarcimento superiore al danno procurato, proprio per eludere che questa ci provi ugualmente. Ma soprattutto in un paese che è maestro nella commedia delle parti, possiamo escludere che Confindustria batta i piedi e strepiti per avvalorare la portata di un istituto giuridico, dopo aver ricevuto ampie assicurazioni che strada facendo questo perderà le caratteristiche di innovativa tutela del consumatore e di freno alle scorrettezze commerciali delle aziende più forti.
Io non lo escludo… e a pensare male certamente si fa peccato, ma nel nostro paese quasi sempre s’azzecca.

8 commenti:

Lisa72 ha detto...

" a pensare male certamente si fa peccato, ma nel nostro paese quasi sempre s’azzecca" e dei cittadini in realtà non si occupa seriamente nessuno...
Anche perchè leggevo oggi che la "nostra" class-action ha regole molte strane come postato oggi da bala79
Un abbarccio e buon fine settima, Lisa

Anonimo ha detto...

Fare arrabbiare Confindustria è comunque facile. Basta introdurre qualcosa che somigli vagamente ad un provvedimento che stimoli la concorrenza e sia contro oligopoli e monopoli. Infatti non si arrabbiano mai ;-)
La class action? vedremo, ma non è escluso che riusciranno a compiere la solita operazione gattopardesca.

UN sorriso industrioso
Mister X di COmicomix

riccardo gavioso ha detto...

grazie della preziosa segnalazione. Mi sa che in questo paese a pensare male, oltre ad azzeccarci, non si fa più nemmeno peccato.

Se mai vedi LucaLuca, puoi spiegargli che nei paesi in cui funziona, tipo Stati Uniti, la percentuale delle azioni che vanno in giudizio è inferiore all' 1%. Le altre vengono risolte in conciliazione in tempi molto rapidi.

ricambio l'abbraccio e il buon fine settimana

riccardo gavioso ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

tutti vogliono le riforme poi quando arrivano tutti le criticano
che paese straordinario è il paese dell'incontrario

riccardo gavioso ha detto...

io ho anche firmato la petizione per la "class action", ma essendo laureato in giurisprudenza ti posso assicurare che hanno messo su una legge peggio di quella sui "giudici di pace".

Gli interessi in ballo erano troppo grossi (le compagnie telefoniche avrebbero addirittura dovuto rinunciare ai sottotitoli nelle pubblicità). In ogni caso, come altre volte, spero di sbagliarmi.

un saluto

Linea Gotica ha detto...

ma quelle 280 milioni di firme che dicono di avere raccolte, non potrebbero usarle per abolire Confindustria?

riccardo gavioso ha detto...

mica male come idea, anche se con 280 bilioni di euro vedo aumentare le possibilità di farcela

un saluto

Creative Commons License Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

disclaimer

questo sito viene aggiornato alla sanfasò, quindi senza alcuna periodicità, e non rappresenta una testata giornalistica, nè ci terrebbe a rappresentarla. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001.
Dei commenti postati risponderanno i loro autori, davanti a Dio sicuramente, davanti agli uomini se non hanno un buon avvocato. In ogni caso, non il sottoscritto.
Le immagini presenti sulla Penna che graffia sono state in larga parte prese da Internet e valutate di pubblico dominio. Se gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno che da segnalarmelo e provvederò prontamente alla loro rimozione... quella degli autori, ovviamente!