la “ Nutella dei ricchi “ e la “ Nutella dei poveri ": ovvero, se la vita di 5 milioni di bambini non interessa, saltate pure a un altro articolo…


La Nutella, come una generosa “ mami “ di colore, ha svezzato diverse generazioni d’italiani. Li ha accompagnati a scuola, nelle prime gite in montagna, nelle prime feste all’aperto. Il suo barattolo è assurto ad icona dell’infanzia e dell’ adolescenza di tutti noi, fino al momento in cui nella maturità si è dichiarato sconfitto di fronte a diete ed esami del colesterolo, lasciandoci a fissare con rimpianto i nostri figli che tuffano il cucchiaio nella suadente crema marrone. In sua presenza, come per magia, le labbra si schiudono, mosse dalla golosità, o per dispensarle un sorriso che, come una “ madleine “ sa di “ Tempo perduto “. In ogni caso l’elegia della Nutella l’ha già cantata Moretti, e io come cantore mi sento inadeguato.
Piuttosto ci terrei a farvi sapere che oltre alla Nutella che chiameremo “ dei ricchi “ esiste anche una Nutella “dei poveri “. Quella dei poveri è di un colore giallastro che rende il confronto improponibile, e il suo nome, RUFT, acronimo inglese di cibo terapeutico pronto per l’uso, sarebbe sicuramente bocciato da tutti gli esperti di marketing. Il RUTF, però, contiene tutti gli elementi nutrizionali, le vitamine e i minerali indispensabili ad un bambino per crescere. Si presenta come una crema densa a base di latte in polvere, zucchero e olii vegetali, ed è confezionato in porzioni mono-dose che lo rendono particolarmente facile da trasportare, distribuire e conservare anche nei climi più caldi. E’ di facile produzione, e questa può avvenire direttamente nei paesi decimati dalla piaga della malnutrizione. I medici sottolineano che già dopo un paio di settimane di assunzione del prodotto, si riscontrano dei miglioramenti incredibili del quadro clinico dei piccoli, che ben presto possono essere dichiarati fuori pericolo.
La malnutrizione in Africa e in Asia interessa circa 20 milioni di bambini, e di questi 5 milioni l’anno muoiono per patologie ad essa direttamente legate: tanto per dare un’idea, è come se un paese come il nostro si risvegliasse una mattina improvvisamente privato di tutta la popolazione al di sotto dei dieci anni.
Nelle zone dove il RUTF è arrivato, si possono vedere le madri che raggiungono i punti di distribuzione e ripartono verso casa, reggendo in equilibrio sulla testa, con la solita invidiabile grazia, quattro o cinque barattoli, a seconda del numero dei figli. Ma solo il tre per cento, quest’anno avrà la possibilità di aver salva la vita grazie al RUTF, e l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, con il prezioso aiuto di Medici Senza Frontiere, ha dato il via in questi giorni ad una massiccia campagna d’informazione atta a reperire i 750 milioni di euro necessari a fornire la “ Nutella dei poveri “ a tutti i bambini che ne abbiano bisogno.Credo sia nostro dovere contribuire, ma soprattutto credo sia nostro dovere far sapere ai nostri figli che oltre alla “ Nutella dei ricchi “ esiste la “ Nutella dei poveri “. Li aiuterà a riflettere sulla nostra e sulla loro condizione, sperando che le loro considerazioni non li faranno tornare un giorno a chiederci conto di come sia stato possibile condannare cinque milioni di bambini che si sarebbero potuti salvare con una cifra che equivale a un millesimo di quanto speso ogni anno in armamenti, o raffronto più stringente, di quanto allegramente bruciato da noi italiani in uno dei tanti ponti che costellano il nostro calendario.

26 commenti:

Anonimo ha detto...

Articoli così non si saltano mai.

Un sorriso che sorride poco
Mister X di Comicomix

Lisa72 ha detto...

(perdonami il commento volgare a paragone del tuo bello e ben scritto post!)" mi fa un po' schifo pensare che qualcuno proponga l'assegno ai parlamentari per avvicinare le famiglie quando con la stessa cifra si potrebbero salvare milioni di bambini!"
Mi sembra che ci sia un'immensa cecità ripsetto alle cose prioritarie: mi chiedo se chi è chiamato agestire la res publica per conto di tutti non venga ammaliato da qualche incantesimo che lo distrae dal reale compito per farlo perdere in un gioco per il potere!
Non è tanto lo spendere per avere o per vivere bene ma è lo spreco il problema: a tavola non nego quasi mai il dolce ai miei figli se me lo chiedono ma solo e soltanto se prima hanno mangiato tutto quello che dovevano mangiare! Quello che gli ripeto sempre non è che loro non possono o non devono mangiare perchè ci sono dei bambini che non hanno cibo e che muoiono ma che il cibo non si deve sciupare e che se metti qualcosa nel piatto lo devi finire. Secondo me, e forse sbaglio, questo si chiama rispetto e questo insegna loro che non dobbiamo morire tutti di fame ma dobbiamo fare in modo di non "sputare in faccia" a chi muore e, allo stesso tempo, ricordarsi di aiutarli.
Complimenti per il post!
Un saluto, Lisa

riccardo gavioso ha detto...

Grazie Mister X, ti ho rsposto dall'altra parte :)

riccardo gavioso ha detto...

Ciao Lisa e grazie della visita,

vedi c'è una parola, tra quelle molto belle che hai scritto, che è in grado di catalizzare il problema: " priorita' "
Quale dovrebbe essere la priorità di ogni razza, umana o animale che sia? ...la difesa di se stessa, e in particolare quella dei propri cuccioli.
Tutto questo si è perso, e la vita che ci mettono sotto il naso ha cancellato anche i pochi istinti nobili che possiedevamo.
Quanto al piatto, faccio lo stesso con mio figlio, come hanno fatto mio padre e mia madre con me. E mi fa piacere sapere di non essere il solo.

Anonimo ha detto...

Vorrei sapere come posso contribuire per far arrivare il RUFT a questi bambini?
FORSE SE TUTTI COMPRASSERO 1 NUTELLA DI MENO PER DEL RUFT, QUANTE VITE POTREMMO SALVARE...!!!

Anonimo ha detto...

Credo che ai bambini sia anche utile spiegare questo: che la Nutella del signor Ferrero è fatta di cacao raccolto nelle piantagioni del Ghana e della Costa d'Avorio dove lavorano centinaia di migliaia di bambini, molti dei quali addetti a mansioni pericolose. Alcune migliaia risultano addirittura in schiavitù. (fonte: Guida al Consumo Critico, EMI)
Credo che si debba spiegare ai nostri bambini che abbiamo una scelta e la scelta è quella di non acquistare prodotti che peggiorano le condizioni sociali dei paesi in via di sviluppo. La scelta è quella di preferire prodotti del commercio equo o di cooperative locali, che sicuramente sono più genuini, eticamente sostenibili e meno ricchi di colpe per noi occidentali!

riccardo gavioso ha detto...

Ciao Anonimo,

non sono in grado di darti un'informazione precisa, ma credo che OMS e Medici Senza Frontiere a breve organizzeranno qualcosa.
Quanto a noi,possiamo far girare la voce nel web, o magari inventarci qualcosa come blogger in prima persona.
Il sito di Medici senza frontiere è molto facile da trovare e ricco di materiale.
A presto, e grazie per il supporto.

riccardo gavioso ha detto...

Dontyna, grazie per la visita.
Il tuo commento è perfetto, e colma una lacuna non indifferente del mio articolo. Questo dimostra come la rete possa servire a creare un'informazione davvero completa e diversa da quella dei canali tradizionali.
Indubbiamente ci sono molte cose da spiegare ai nostri figli, e quella da te sottolineata merita la priorità.
A presto, spero.

Gianni ha detto...

A sostengno di questa discussione
segnalo questo interessante link riguardante il commercio equo e solidale:
http://www.fairtradeitalia.it/index.html

riccardo gavioso ha detto...

Grazie Gianni, per il contributo.

Gaspare Armato ha detto...

Ho trovato davvero interessante questo tuo articolo, realmente ci fa capire quanto siamo fortunati, ma nello stesso tempo riflettere sul fatto che facciamo davvero poco per aiutare gli altri, includendomi in prima fila.
Purtroppo la nostra società è davvero egoista e la storia ce lo dimostra giornalmente, le nostre e dei governi iniziative sono davvero poche, scarne, insufficienti.

Felicità

Rino

Unknown ha detto...

Le volte che m'imbatto in articoli come questo tuo, sto sempre a rimuginare sulla nostra "disgraziata" fortuna e sulla nostra generica impotenza; al di là della solidarietà fatta di parole c'è sempre un legittimo desiderio di contribuire a trasformare questo nostro mondo ingiusto promuovendo delle piccole azioni che lascino un segno alle future generazioni. Compito degli adulti è questo, ma di adulti responsabili nei governi è sapere ascoltare l'oppressione dei popoli ultimi. Mi rendo conto che sono solo parole, ma noi del mondo fortunato abbiamo il dovere e la necessità di sostenere con forza, di fronte ai nostri governi, chi non ha niente: perché per chi non ha provata mai nessuna sofferenza, come la fame ad esempio, gli sarà difficile credere che questa potrà mai accadere dalle nostre parti.

riccardo gavioso ha detto...

tutto il tuo commento è molto valido, ma le parole che scelgo sono il richiamo al dovere di farci portatori degli interessi dei più deboli presso i nostri governi. Certo la vedo molto dura con gente che scambia il Darfur per un fastfood...

Grazie per la visita.

Anonimo ha detto...

Il pezzo è stupendo e, a mio avviso, è di un' importanza fondamentale. Sai se per caso c'è un modo grazie al quale possa rendermi utile in modo concreto? Ciao...

Anonimo ha detto...

bravo ottimo articolo,mi associo a Mac

riccardo gavioso ha detto...

vi ringrazio e vi lascio qualche link per approfondire:

[www.msf.it]

[www.corriere.it]

ma soprattutto per i blog è possibile inserire il video:

[www.msf.it]

o il cartone animato:

[www.msf.it]

Anonimo ha detto...

Grazie per le segnalazioni e l'approfondimento! OTTIMO POST!!!

riccardo gavioso ha detto...

Grazie a te e a tutti quelli che hanno contribuito a portarlo in prima pagina. Questa volta ci tenevo particolarmente.

Ti seguo sempre con molto interesse

Anonimo ha detto...

750 milioni di euro sono nulla se confrontati con quanto speso in Iraq. Scandaloso è dire poco.

riccardo gavioso ha detto...

Quindi, UN GIORNO DI GUERRA FA 5 MILIONI DI MORTI

"Le due associazioni, indipendenti ed apartitiche, monitorando costantemente i costi della guerra in Iraq, hanno verificato che il costo quotidiano e' di 177 milioni, 122.820 dollari al minuto. Questi dati saranno probabilmente pubblicati in un annuncio a piena pagina sul New York Times. "

Grazie per lo spunto, e peccato per non poter cambiare il titolo all'articolo.

Anonimo ha detto...

Articoli così non si saltano mai.
Bisognerebbe fare di più, semmai...come singoli e come popoli..

Un sorriso che sorride poco
Mister X di Comicomix

riccardo gavioso ha detto...

io voglio credere che la gente non sia informata, ovviamente con tutto quel che ne consegue per i pennivendoli. Voglio credere che se a me o a te dessero due minuti di telegiornale per spiegare che un giorno di guerra fa 5 milioni di bambini morti, la gente rifletterebbe e poi reagirebbe.
Se siamo qui a scrivere ci crediamo e vogliamo crederci, ma quei due minuti che ci servirebbero per la verifica non ci li daranno mai... mai far entrare l'elefante nel negozio delle porcellane... mai far sapere quanto poco basterebbe per cambiare le cose...

un sorriso disincantato :)

Anonimo ha detto...

Mettiamoci in testa che il sistema economico si basa sul debito. Specialmente quello dei poveri. Il problema dell'informazione è rilevante. Ma mai quanto le scelte di chi sa, e agisce di conseguenza comunque. Vi faccio un esempio (non è l'unico): Bush ultimamente ha dovuto ritrattare la decisione del suo senato (non sono sicuro cher fosse questa istituzione, sorry...) che ha riconosciuto come genocidio quello subito dagli armeni da parte dei turchi. Tagliando corto, ha ritrattato per il semplice fatto che la Turchia è un paese strategico per gli USA. Non importa del genocidio o delle persone morte in quel che è stato un massacro, ci sono degli interessi in gioco quindi bisogna proteggere "l'alleato" a tutti i costi. Almeno finchè lo rimane. La storia è piena di esempi. Se gli interessi sono alti ci si muove anche con le armi, sennò si lasciano morire i monaci birmani cercando di fermare il massacro con i blablabla. Ci si muove solo se gli interessi valgono la pena. Si è dato un valore alla vita. La povertà fa muovere una quantità industriale di soldi, xkè chi ci guadagna dovrebbe cercare di cambiare le cose? Sono loro i primi a dover cambiare. Finchè non vorranno farlo, la strada per un vero cambiamento sarà sempre più tortuosa.

Anonimo ha detto...

Avrebbero potuto pensare a un nome migliore. "Ruft" suona come cibo per cani.
Beninteso il mondo saggio di finanza lo tratta di un cattivo investimento, anche se i 750 milione ripresenterebbero neanche un goccio nell'oceano del mondo monetario.

Anonimo ha detto...

Sono il solito tonto, ma mica ho capito come si fa per votare l'articolo... In ogni caso, sono sempre molto sensibile quando si tratta di bambini. Quando penso che con meno di trenta euro mensili si può assicurare ad un bambino tutte le spese per la sua vita (spese mediche, educazione, cibo, vita quotidiana) viene da domandarsi come sia possibile che si sia così pochi a rinunciare ad un cd al mese per consentire ad un bambino di vivere. Basta informarsi presso una qualsiasi organizzazzione di adozioni a distanza (ad es. Vides oppure la Comunità di Sant'Egidio); peraltro il versamento è pure detraibile in sede di dichiarazione dei redditi. Come dire: non abbiamo scusanti, se non facciamo niente.
__________________
A.S.

riccardo gavioso ha detto...

Grazie ad Andrea per lo spunto,

l'adozione a distanza è una bellissima avventura che consiglio a tutti. E se non rinunciamo a un caffè al giorno per salvare una vita, il gusto dei nostri caffè ci sembrerà molto, molto amaro.

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