Con il termine check-in (verifica) si intende il primo passo che viene effettuato da un passeggero del trasporto aereo... a volte, anche l'ultimo...


( da "Il Messaggero") PHOENIX (5 ottobre) - Una signora newyorchese quarantaacinquenne perde la coincidenza e viene lasciata a terra all'aeroporti di Phoenix, in Arizona. La donna si infuria, comincia a urlare, viene arrestata dalla polizia e muore in cella in circostanze poco chiare. «Strangolata dalle manette mentre cercava di liberarsi», hanno dichiarato le autorità dello scalo di Phoenix in Arizona. «Forse uccisa», ipotizzano i legali della famiglia, conosciuta a New York perché Betsy Gotbaum, la suocera di Carol, è l'avvocato dei cittadini del Comune. L'incredibile storia risale a venerdì scorso: il video girato dalle telecamere di sorveglianza dell'aeroporto ha fatto scoprire oggi qualche nuovo dettaglio sulla sorte di Carol - tre figli lasciati a casa nell'Upper West Side di Manhattan - senza però risolvere il fitto mistero che circonda la tragedia. Nelle immagini sgranate si vede infatti la donna che grida in mezzo al terminal gesticolando. Tre poliziotti e un funzionario civile le si avvicinano, cercando di calmarla, ma la signora non smette di urlare. Gli agenti allora l'affrontano e lei si getta a terra. Poi i poliziotti la costringono ad alzarsi, la ammanettano e la trascinano via a forza. Il resto non è chiara e viene ricostruito con il racconto di testimoni: «È arrivata al posto di polizia dello scalo priva di sensi», ha dichiarato Michael Manning, il legale dei Gotbaum, citando la deposizione di un dipendente di una aerolinea. Secondo Manning sul corpo della donna c'erano lividi e graffi. Carol era stata ammanettata con le mani dietro la schiena e incatenata a una panca della cella. Era stata ritrovata in punto di morte dai poliziotti di sorveglianza con le mani sotto il mento. «Qualcuno era entrato a controllare perché non urlasse più. Nel tentativo di liberarsi dalle manette si era auto-strangolata», ha dichiarato la polizia. Mentre era in corso il suo alterco con la polizia il marito Noah, rimasto a New York con i tre figli, era al telefono con un operatore dell'aeroporto implorando di esser messo in contatto con la polizia. Gotbaum aveva parlato con la moglie durante l'incidente al check-in e cercava di avvertire i poliziotti di trattare la moglie «con i guanti» perché Carol aveva «tendenze suicide» e soffriva di una «grave depressione». «La polizia deve capire che non hanno a che fare con un matto ubriaco», aveva detto il marito secondo la registrazione della telefonata resa nota dalle autorità. Carol Gotbaum avrebbe dovuto prendere un volo diretto per Tucson. Ma la mattina del giorno in cui è morta aveva cambiato idea e preso un volo più tardi perché aveva voluto assolutamente accompagnare a scuola i suoi tre bambini.

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